S’è aperto uno spiraglio nell’annosa vicenda, rivelata l’anno scorso dal quotidiano “la Repubblica” e ripresa dal Tg Uno, che mette in pericolo la preziosa Casina dell’Aurora, a due passi da via Veneto, nel cuore di Roma. Pur accogliendo il ricorso del Ministero dei Beni culturali contro la precedente pronuncia del Tar del Lazio, favorevole alla realizzazione di un parcheggio sotterraneo per finanziare le spese di ristrutturazione, una recente sentenza del Consiglio di Stato auspica tuttavia una “fattiva collaborazione tra pubblico e privato” per cercare una soluzione praticabile. Tanto che dopo un sopralluogo il Soprintendente ad interim, Agostino Bureca, ha chiesto al proprietario della storica villa alcune “integrazioni” al progetto originario, in modo da assicurare da una parte “gli introiti necessari per il restauro del parco e della villa” e garantire dall’altra “il mantenimento nel tempo delle ottimali condizioni di conservazione e di valorizzazione culturale”.
Costruita nel Seicento per volere del cardinale Ludovico Ludovisi, nipote di papa Gregorio XV; ampliata a metà dell’Ottocento; minacciata dai cedimenti delle fondazioni, dalle crepe nelle pareti e dalle sconnessioni del pavimento, la Casina dell’Aurora ha bisogno di una ristrutturazione urgente e di un restauro conservativo. Altrimenti, rischia di andare in rovina con gli affreschi dipinti dal Guercino nella volta dell’ingresso, da cui prende nome questa splendida villa considerata un monumento storico-culturale di valenza nazionale: al suo interno, si trova anche l’unico dipinto murale del Caravaggio. Un gioiello nascosto e dimenticato, dunque, che bisogna assolutamente salvare dal degrado.
Articolata su quattro piani, di cui uno interrato, la villa una superficie coperta di complessivi 2.720 metri quadri ed è circondata da un giardino storico di quasi seimila. Per ristrutturarla e restaurarla, occorrerebbero almeno 6-7 milioni di euro. Ma il principe Nicolò Boncompagni Ludovisi, proprietario e usufruttuario della villa, ha già speso di tasca propria circa un milione per i lavori più urgenti e ora, fedele alla migliore tradizione dell’aristocrazia, non dispone dei mezzi necessari per finanziare ulteriori interventi. Né lo Stato è in grado di erogare contributi pubblici.
Le risorse potrebbero essere ricavate dalla costruzione di un parcheggio a circa dieci metri di profondità, al di sotto del sedime archeologico, come quello pubblico che si trova all’inizio della vicina via Ludovisi. Nel progetto esecutivo, già ridimensionato rispetto a quello originario in base alle osservazioni della Soprintendenza, è prevista una superficie di 2.800 metri quadri per ciascuno dei tre piani programmati, da scavare in corrispondenza di una porzione del giardino a distanza di sicurezza dalle fondamenta della villa. Ma sono tre lustri ormai che la vicenda si trascina nei meandri della burocrazia, tra pareri negativi, ricorsi e annullamenti.
Adesso la salomonica sentenza del Consiglio di Stato, all’insegna di un certo “cerchiobottismo”, dà ragione al Ministero ma non dà torto al proprietario. E dice, in buona sostanza: nessuno di voi ha i mezzi necessari per provvedere; mettetevi d’accordo e trovate una soluzione; fate un parcheggio “sostenibile” che consenta di restaurare la Casina dell’Aurora, senza compromettere il valore storico e monumentale della villa. C’è solo da auspicare ora che la Soprintendenza rispetti la sentenza, in nome della legge e della ragionevolezza.
ALLEGATI (click per visualizzare):
1. LA STORIA
2. BONCOMPAGNI sentenza Consiglio di Stato
3. Aurora Documento 3