Su un costo complessivo di 65 milioni e 936 mila euro, sono arrivati finora 2 milioni e 392 mila. Ma, a un anno dalla sua entrata in funzione, il meccanismo dell’Art Bonus – attivato dal ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, per incentivare il mecenatismo dei privati – comincia a produrre i suoi frutti.
Il decreto, convertito in legge il 29 luglio 2014, prevede un credito d’imposta fino al 65% sugli importi donati come “erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale pubblico italiano”. Al di là dei suoi risultati immediati, l’Art Bonus ha avuto il merito di rompere il muro burocratico di prevenzioni e pregiudizi che spesso ha bloccato il contributo dei privati a favore dei monumenti e delle opere d’arte, com’è accaduto – per esempio – all’imprenditore Diego Della Valle, patròn di Tod’s, per il Colosseo.
L’Art Bonus riguarda interventi di manutenzione, protezione e restauro dei beni culturali pubblici; il sostegno degli istituti o dei luoghi della cultura e delle fondazioni lirico-sinfoniche; la realizzazione di nuove strutture o il restauro e il potenziamento di quelle esistenti; le erogazioni liberali effettuate per questi interventi, direttamente a favore dei concessionari affidatari dei beni oggetto di manutenzione, protezione e restauro.
Attraverso il sito ufficiale del ministero, è possibile collegarsi al link dell’Art Bonus (http://artbonus.gov.it/) e accedere così al “form” per versare direttamente il proprio contributo, scegliendo fra diverse proposte d’intervento. Ma, per aderire e partecipare a questo programma, anche “Amate Sponde” ha deciso di pubblicare di propria iniziativa il “banner” del Mibact, con l’intento di favorire l’ulteriore coinvolgimento dei cittadini.
Tra i monumenti, gli enti e i beni culturali selezionati dal ministero, sono compresi la Fondazione del Teatro Opera di Roma (37 milioni di euro) e quella dell’Arena di Verona; il Teatro Regio di Parma e il Teatro Gaetano Donizzetti di Bergamo; il Castello di Lunano (Pesaro-Urbino) e la Torre dell’Orologio di Novi (Modena). Una segnalazione particolare merita poi il progetto per il recupero in Veneto del borgo rurale “Case Marian B”, un complesso del 17° secolo costruito dal conte Brandolini per i suoi mezzadri, nella campagna di Cison di Valmarino (Treviso).