UN TERREMOTO INFINITO, LA CORTE DEI CONTI DENUNCIA: TROPPI RITARDI

UN TERREMOTO INFINITO, LA CORTE DEI CONTI DENUNCIA: TROPPI RITARDI

Arriva come una sentenza l’indagine della Corte dei Conti sui ritardi della ricostruzione nel Centro Italia, dopo il terremoto del 2016 che aveva colpito quattro regioni: Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. I magistrati contabili contestano un “limitato utilizzo delle risorse economiche” e sollecitano a “ricostruire più in fretta”.

Nelle oltre 250 pagine dell’indagine, svolta dalla Sezione centrale controllo e gestione delle Amministrazioni dello Stato, la Corte osserva: “Fra le cause del ritardo nell’attuazione degli interventi previsti in seguito al sisma del 2016, vie è anche la mancanza di un’organizzazione preposta alla gestione della ricostruzione, a fronte di strutture operative per la gestione delle emergenze (Protezione civile). E, vista la natura del territorio nazionale, si auspica perciò “uno studio per disciplinare, anche con opportuni interventi legislativi, l’organizzazione della fase successiva all’emergenza”.

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In base allo studio della Corte dei Conti, “la stima dei danni, inizialmente quantificati in 16,5 miliardi di euro, dei quali 2,8 destinati all’emergenza, è stata sottoposta ad aggiornamento, in via di ultimazione, solo di recente”. Dal 2016 al 2020, per la gestione commissariale sono stati previsti 4,118 miliardi di euro, 2.568 dei quali le sono stati trasferiti. Ma la stessa Corte riconosce che, a partire dalla seconda metà dell’anno scorso, c’è stata una “inversione di tendenza” a seguito delle numerose modifiche organizzative e procedurali adottate nell’ambito delle misure di semplificazione e accelerazione.

A lanciare l’allarme, alla vigilia delle festività natalizie, era stato lo stesso commissario straordinario alla ricostruzione, Giovanni Legnini, ex vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura (al centro, nella foto qui sotto). Su 60mila edifici da ricostruire, soltanto per 21mila sono pronti i progetti mentre per gli altri 39mila devono essere ancora presentati. Da qui, l’annuncio di un’ordinanza per imprimere un’accelerazione a queste pratiche in sospeso: entro il 30 giugno prossimo, i titolari dei “Contributi di autonoma sistemazione” e i detentori della casette prefabbricate dovranno presentare le proprie domande. Altrimenti, andranno incontro a sanzioni. L’intento del commissario, come ha spiegato lui stesso, non è puniti ma vuol essere di stimolo per completare la ricostruzione.

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L’ex magistrato ha fatto poi il punto della situazione, aggiornando i dati sui lavori in corso. Nel 2021, sono stati autorizzati 5.900 cantieri, di cui 1.185 ultimati, circa il doppio di quelli decretati l’anno precedente e quasi la metà del numero complessivo. Dall’inizio della ricostruzione, il totale ammonta a 12mila cantieri. Le abitazioni riconsegnate finora ai cittadini sono 15mila, pari a quelle ancora da riconsegnare.

Per quanto riguarda il futuro, il commissario Legnini ha sottolineato che la legge di Bilancio varata dal governo Draghi garantisce “una copertura finanziaria sufficiente e importante” per completare la ricostruzione. Questo consente, fra l’altro, di stabilizzare per quattro anni il superbonus 110% per gli edifici danneggiati o distrutti dal sisma. A tutto ciò s’aggiunge il fondo complementare del Piano nazionale di ripresa e resilienza, pari a 1,7 miliardi di euro, mediante il quale il Centro Italia potrà diventare un “laboratorio intelligente” per la digitalizzazione.

I terremoti, d’accordo, sono calamità naturali. Non si possono prevedere, se non in termini ristretti di tempo. Ma, senza arrendersi alla fatalità, se ne posso prevenire gli effetti e contenere le conseguenze più disastrose.

Si sa che la Penisola, protesa nel mar Mediterraneo come un pontile galleggiante, è sempre stata sismica e sempre lo sarà. Questa è la legge della natura o se si preferisce della geografia. La mano dell’uomo non può evidentemente modificare la situazione, ma può adottare senz’altro misure di prevenzione per ridurre o azzerare i danni. Tanto più in un Paese instabile come il nostro, e non solo politicamente, dove i terremoti – fisici o metaforici – sono purtroppo all’ordine del giorno.

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La mappa dei terremoti registrati in Italia nel 2020

Si tratta dunque di mettere in sicurezza sia gli edifici pubblici, a cominciare dalle scuole e dagli ospedali, sia quelli privati. E di stabilire norme adeguate per le nuove costruzioni. Quanto alla pericolosità sismica, invece, quella attiene alla probabilità di registrare scosse in un tempo determinato ed è prevista da una mappa dell’intero territorio italiano. Su questa base, spetta poi ai singoli Comuni predisporre un Piano di Protezione civile secondo norme che risalgono addirittura agli anni Ottanta.

Ma, oltre a salvaguardare innanzitutto la sicurezza della popolazione, gli interventi di ristrutturazione anti-sismica e di riqualificazione energetica possono contribuire anche a rilanciare un settore portante dell’economia nazionale come quello dell’edilizia, nella prospettiva della Green Economy e dello “sviluppo sostenibile”. A maggior ragione, naturalmente, gli stessi criteri tecnologici devono valere per le nuove costruzioni.

I terremoti, insomma, non sono una maledizione biblica. Quando purtroppo si verificano, al pari delle frane o delle alluvioni, è già troppo tardi per rimediare. Ecco perché bisogna provvedere per tempo, a tutela dei cittadini, del territorio e dell’ambiente: anche qui è meglio prevenire piuttosto che curare.

 

 

 

 

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