TERME DI CARACALLA STOP AL FAST FOOD

TERME DI CARACALLA STOP AL FAST FOOD

Stop al fast food alle Terme di Caracalla. Il Ministero per i Beni e le attività culturali ha bloccato, in autotutela, i lavori in corso per la costruzione di un McDonald’s nell’area archeologica all’inizio di via Cristoforo Colombo. Un intervento quanto mai opportuno per impedire uno scempio tra le rovine dell’antica Roma, dove già si organizzano d’estate spettacoli e rappresentazioni di musica lirica all’aperto. Si tratta, infatti, di un’area particolarmente delicata dal punto di vista ambientale, il cui sfruttamento commerciale contrasta con le ragioni della conservazione e della valorizzazione turistica.

Il progetto dovrebbe essere realizzato su un terreno di circa 35mila metri quadrati, attualmente occupati da un vivaio della società Eurogarden. L’area McDonald’s ne occuperebbe complessivamente 10mila, con 800 mq destinati al ristorante (250 posti) e il resto adibiti al transito e al parcheggio delle macchine, per consentire ai clienti di servirsi direttamente dalla propria auto e consumare i pasti a bordo. Tanto basta già per immaginare che il traffico risulterebbe ulteriormente appesantito in tutta la zona circostante, compromettendo l’equilibrio dell’area archeologica.

Ora c’è da augurarsi che il ricorso al Tar del Lazio contro la decisione del Mibac, annunciato dal colosso americano, non provochi la consueta “guerra di carta bollata” che si scatena generalmente in questi casi. Spesso sono le stesse Sovrintendenze a ingaggiarla tra loro, rivendicando ognuna le proprie competenze ambientali, paesaggistiche o archeologiche, con l’effetto di rallentare e ritardare gli interventi sul territorio. Ma questa volta l’intervento del Ministero dovrebbe scongiurare il pericolo, in funzione del superiore interesse pubblico a salvaguardare un pezzo così importante del nostro patrimonio storico.

Nel comunicato con cui annuncia il ricorso, Mc Donald’s ricorda che “a partire dal 2015, assieme all’attuale proprietà, ha regolarmente svolto tutte le procedure amministrative, ottenendo dagli enti competenti tutte le autorizzazioni e i nulla osta necessari e previsti”. La nota dell’azienda così conclude: “Abbiamo deciso di intraprendere un’azione legale, presso il Tribunale amministrativo della Regione Lazio, per salvaguardare un progetto e un investimento che avrebbe comportato la riqualificazione dell’area e la realizzazione di un ristorante, riconvertendo l’edificio già esistente e quindi senza alcuna nuova edificazione”.

Share this: