Un progetto per Roma; un modello per tante altre città italiane afflitte dal traffico, dal caos urbano e dell’inquinamento. Si chiama “Tangenziale Verde” ed è firmato dall’architetta Nathalie Grenon Sartogo. Con un articolo pubblicato il 13 luglio in prima pagina, a firma di Giovanni Valentini, la Repubblica l’ha rilanciato all’attenzione del Campidoglio e di tutta l’opinione pubblica, romana e nazionale.
Sull’esempio di quanto già fatto a New York con l’”High way”, il parco lineare realizzato su un tratto della vecchia ferrovia sopraelevata, questo progetto punta a trasformare in un “giardino agronomico” un tratto destinato a essere dismesso della Tangenziale Est, fra la stazione Tiburtina e la Batteria Nomentana. Lo prevede l’ultimo piano regolatore della Capitale, per decongestionare il traffico e liberare gli abitanti del quartiere dall’inquinamento acustico e atmosferico (metalli pesanti e polveri sottili). Si tratta, dunque, di un intervento di “rigenerazione urbana” all’insegna della sostenibilità ambientale, secondo l’esperienza delle “smart cities” di diverse metropoli europee come Londra, Barcellona, Vienna, Helsinki.
Piuttosto che demolire la vecchia struttura in cemento armato, per un tratto di due chilometri e duecento metri, gli architetti Sartogo propongono di convertire il nastro di asfalto in un parco attrezzato di 50mila metri quadri, con piste ciclabili, spazi per il tempo libero, un mercato “a km 0” coperto da un tetto fotovoltaico, orti e giardini. Un intervento del genere sarebbe sicuramente meno invasivo e anche meno costoso sul piano economico, oltre a procurare un grande beneficio a tutta la popolazione della zona in termini di salute e qualità della vita. E comunque, la spesa potrebbe essere interamente coperta dai fondi strutturali europei 2014-2020, a cui di solito l’Italia non riesce ad attingere per mancanza di progetti innovativi.
Dal punto di vista architettonico, l’idea dello Studio Sartogo rappresenta senz’altro una soluzione moderna e originale. Ma è soprattutto sul piano urbanistico e ambientale che l’opera può risultare ancora più funzionale. Uno spazio verde e attrezzato, al posto di una super-strada a otto corsie e a scorrimento veloce, è in grado di diventare un luogo di incontro e di socializzazione contro il degrado urbano e sociale. Per tutte queste ragioni, nell’ambito del suo programma di “riqualificazione del territorio italiano”, ora anche “Amate Sponde” intende sostenere il progetto cominciando a pubblicarne qui di seguito i disegni, le piantine, le foto e i “rendering” per favorire una campagna e una mobilitazione popolare.
Ora spetta al Comune di Roma prendere l’iniziativa per avviare la fase esecutiva. Sono già diverse le associazioni cittadine che appoggiano la proposta, a cominciare da RES (Ricerca Educazione Scienza). E naturalmente, i più favorevoli sono i residenti nel quartiere, interessati a essere affrancati finalmente dal traffico e dallo smog. Per le sue caratteristiche, però, la “Tangenziale Verde” proposta dall’architetta Sartogo è destinata a coinvolgere – come una nuova attrazione cittadina, un monumento all’ambiente e alla sostenibilità – l’intera popolazione romana.
Chiara Barberi