I giornali non hanno usato mezzi termini: è in arrivo la “stangata d’autunno”. È quella che ci aspetta – secondo le previsioni – nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, con la drastica riduzione delle forniture da parte di Mosca. E quindi, con l’aumento vertiginoso del prezzo del gas a causa della guerra Russia-Ucraina. Una “Stangas”, appunto, per usare un allarmante gioco di parole.
Mentre alla potente Germania restano riserve solo per due mesi e mezzo, il governo italiano è corso ai ripari per tempo cercando nuovi fornitori: dall’Algeria all’Egitto fino all’Azerbaijan. E così la nostra dipendenza energetica dalla Russia s’è ridotta dal 40 al 25 per cento. Ma, ciononostante, si teme che il presso del gas possa addirittura raddoppiare, anche se il Decreto Aiuti bis prevede lo stop agli aumenti unilaterali fino a maggio 2023.
Naturalmente, scontiamo i nostri ritardi nella transizione ecologica che dovrebbe sviluppare le fonti alternative. Vale a dire le energie verdi che – a differenza dei combustibili fossili, inquinanti e nocivi – vengono dispensate da madre natura, ma soprattutto sono pulite e innocue: il fotovoltaico, l’eolico, le biomasse, l’energia idroelettrica e quella geotermica. Nel frattempo, dobbiamo fronteggiare l’emergenza energetica e climatica, per ridurre l’inquinamento, contenere l’effetto serra e contrastare i cambiamenti climatici che stanno provocando variazioni nelle temperature e disastrosi eventi atmosferici: caldo torrido, siccità, estinzione dei ghiacciai, acquazzoni torrenziali, alluvioni, fiumi di fango, frane e trombe d’aria.
“Guerra e siccità, il gas vola a 246 euro”, ha annunciato nei giorni scorsi Il Sole 24 Ore, quotidiano della Confindustria. “A scuotere il prezzo del gas – spiega Isabella Bufacchi – è la guerra in Ucraina e la conseguente stretta di forniture dalla Russia ma anche la siccità che prosciuga i fiumi, rallenta il trasporto fluviale aumentando i colli di bottiglia nei porti, ed esaspera ancora di più il trasporto su rotaia”.
“Nuovi aumenti del gas, bollette a rischio stangata”, intitola la Repubblica un articolo di Luca Pagni. E aggiunge: “Le tariffe potrebbero raddoppiare”. Secondo lo stesso giornale, l’ondata di aumenti colpirà anche la nostra economia, nonostante il decreto Aiuti bis varato solo il 4 agosto scorso come ultimo atto ad “alto peso specifico” del governo Draghi. Una buona parte della manovra da 17 miliardi era proprio destinata ad attutire l’impatto degli aumenti in bolletta. Ma i calcoli del ministro dell’Economia, Daniele Franco, erano stati fatti con una media prezzi molto più bassa di quelli attuali. Non aiuta il fatto che le bollette per l’elettricità e il gas saranno aggiornate a fine settembre, pochi giorni dopo le elezioni politiche, quando non ci sarà ancora il nuovo governo mentre il provvedimento varato da quello uscente potrebbe non essere sufficiente.
Scrive Alessandro Giorgiutti su Verità&Affari: “Nei primi sei mesi dell’anno, il disavanzo commerciale dei paesi Ue nel settore dell’energia è passato a 290,8 miliardi dai 105,6 miliardi della prima parte del 2021”. Ma nei prossimo mesi la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente. Il colosso russo Gazprom ha già avvertito: questo inverno il costo del gas sul mercato spot in Europa potrebbe aumentare del 60%, aumentando dagli attuali 2.500 dollari per mille metri cubi a più di 4.000. Ed Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, ha prospettato gli effetti di questi aumenti sulle economie europee che ora importano più di quanto esportino: nel primo semestre dell’anno, il disavanzo commerciale complessivo dei paesi Ue ha superato i 200 miliardi di euro, mentre nello stesso periodo di un anno fa gli stessi paesi avevano fatto registrare un avanzo di 83,2 miliardi.
A Ferragosto, il prezzo del gas ha raggiunto nuovo record storico ad Amsterdam, la principale Borsa europea di questo mercato. A provocare questo picco, secondo un articolo di Luigi Grassia pubblicato sulla Stampa di Torino, oltre alla riduzione delle forniture russe “hanno concorso vari altri fattori, fra cui un aumento parallelo dei prezzi in Asia, la chiusura di alcuni impianti e di alcune linee di trasporto in Norvegia per interventi di manutenzione programmati a fine agosto e l’incremento delle temperature al di sopra delle medie stagionali, accompagnato dal calo di generazione di energia eolica in Europa”, a causa dell’instabilità della produzione. E il caldo torrido, come l’arrivo del freddo nell’inverno che ci aspetta, provoca l’aumento dei consumi per la refrigerazione o il riscaldamento di abitazioni e uffici.
Avverte infine Marco Palombi sul Fatto Quotidiano: “Il conto che italiani ed europei stanno già pagando in bolletta e ancor più quello dell’autunno rischia di mandare in bancarotta molte famiglie e imprese: basti dire che secondo Arera (Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente) il 1° ottobre i costi dell’energia nelle case raddoppieranno rispetto ai livelli già altissimi di giugno”. L’industria italiana, come si legge nello stesso articolo, sta già razionando i suoi consumi perché a questi prezzi molti produrrebbero in perdita, mentre le famiglie probabilmente inizieranno a farlo dall’autunno: “la recessione – conclude Palombi – è alle porte e non potrà essere a lungo contenuta dagli exploit di costruzioni e turismo”.