È un altro dei tanti paradossi che accompagnano la transizione ecologica. Mentre il Nord d’Italia e il Lazio accelerano la diffusione del fotovoltaico, le regioni meridionali più “ricche” di sole – come la Sicilia e la Puglia – frenano sull’installazione dei pannelli solari. Lo racconta nei dettagli, dati alla mano, Jacopo Giliberto sul giornale della Confindustria che per una singolare coincidenza si chiama proprio Il Sole 24 Ore.
“Dal 2019 al 30 giugno 2021 – scrive l’autore dell’articolo – la Sicilia ha autorizzato appena il 2% dei progetti solari autorizzati”. E quanto alla Puglia, la regione del governatore Michele Emiliano “continua a non approvare nulla: il numero di via libera agli impianti fotovoltaici rimane allo zero spaccato da molti anni e i soli progetti che arrivano alla realizzazione sono quelli centellinati dalle sentenze dei Tar che smontano i no regionali”.
Ai casi estremi della Sicilia e della Puglia, si aggiungono poi anche quelli delle Marche (zero approvazioni), della Basilicata (2%) e della Calabria (4%). Al contrario, la situazione va molto bene in Emilia Romagna, va bene in Veneto e Piemonte, mentre il Lazio ha subìto uno stop solo nelle ultime settimane in seguito a una moratoria regionale contro le rinnovabili.
Questi dati risultano dal Centro studi Elemens che, insieme a Public Affairs Advisors e a un gruppo di aziende delle fonti rinnovabili, ha costituito l’osservatorio Regions 2030 (l’anno entro il quale l’Unione europea s’è impegnata a ridurre del 50% le emissioni nocive rispetto al 1990) per confrontare dal 2019 a oggi il divario fra i progetti sul fotovoltaico presentati dagli investitori e quelli autorizzati dalle Regioni. Nelle prossime settimane, saranno diffusi anche i dati sulle altre energie rinnovabili, come l’eolico.
Il Piano nazionale energia e clima prescrive che entro il 2030 l’Italia si doti di altri 30mila megawatt di solare, oltre ai 22mila attuali. Ma il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, prevede di arrivare ad aggiungerne 50mila. Da qui, la “corsa all’oro” di 20mila megawatt supplementari, sebbene nemmeno un ventesimo delle richieste abbia ottenuto finora il “nulla osta”.
Fra lungaggini e pastoie burocratiche; errori o imprecisioni nei progetti; vincoli paesaggistici; resistenze più o meno legittime degli ambientalisti che si oppongono in particolare all’installazione dei pannelli fotovoltaici direttamente a terra, per difendere l’attività e la produzione agricola, la diffusione dell’energia solare stenta così a procedere soprattutto nelle regioni meridionali, favorite dal clima e dal caldo. Una volta si diceva: “Nucleare? No, grazie”. Oggi si potrebbe dire, dunque, “Solare? No grazie”.
“Da circa 18 mesi – ha dichiarato al quotidiano della Confindustria Tommaso Barbetti del Centro ricerche Elemens – osserviamo che vengono presentati alle autorità progetti d’investimento fotovoltaico pari a circa mille megawatt al mese, ma l’80% delle istanze per nuovi impianti fotovoltaici si concentra in due sole regioni, proprio le più intasate e lente: Puglia e Sicilia”. Nel caso della prima, i terreni “desertificati” dal batterio della Xylella che ha distrutto gli alberi d’ulivo potrebbero essere forse i più adatti all’installazione dei pannelli, a condizione naturalmente di salvaguardare il paesaggio. E per quanto riguarda la seconda, a frenare le autorizzazioni è stato soprattutto il sospetto che sia stato proprio il “business del fotovoltaico” ad alimentare i roghi estivi, per “liberare” i terreni agricoli e renderli disponibili all’impianto dei pannelli o delle pale eoliche.
Per questo, come Amate Sponde ha già riferito recentemente, Enel e Confagricoltura hanno siglato una collaborazione che offrirà un pacchetto di soluzioni a misura delle aziende del settore. L’intesa fa seguito al protocollo che lo scorso anno aveva individuato le priorità e i modelli di business sul fronte dell’energia, elettrica e gas, e dell’efficienza energetica per le imprese agricole. Gli accordi, che hanno coinvolto Enel X ed Enel Energia, prevedono la possibilità, per le aziende, di avere una consulenza dedicata, finalizzata a cogliere concretamente le opportunità in questo campo.