SICCITÀ, LE CAUSE DEL DISASTRO IN SICILIA E IN SARDEGNA: “ABUSO DI FONTI FOSSILI”

SICCITÀ, LE CAUSE DEL DISASTRO IN SICILIA E IN SARDEGNA: “ABUSO DI FONTI FOSSILI”

Non tutti gli eventi di grande impatto ambientale sono provocati dal riscaldamento globale. In alcune casi, come nelle nostre due isole maggiori, la siccità è causata dall’uomo e deriva dall’abuso di fonti fossili: petrolio, carbone e gas. L’indagine del World Weather Attribution, il più autorevole gruppo internazionale di esperti specializzati dell’Imperial College di Londra, rivela che ciò aumenta del 50% la probabilità di questi fenomeni atmosferici, rendendoli più frequenti e più forti.

“Secondo la scala più usata nello studio delle siccità (quella di Us Drought Monitor – scrive Ferdinando Cotugno sul quotidiano Domani – quella che ha colpito le isole è una siccità ‘estrema’ (livello di impatto 3 su 4). Senza emissioni di gas serra, sarebbe stata invece ‘moderata’ (livello di impatto 1 su 4) in Sardegna e ‘grave’ (livello di impatto 2 su 4) in Sicilia”. Ed è proprio su quest’ultima che punta il dito lo studio iglese.

La nostra isola principale, particolarmente danneggiata nell’agricoltura e nel turismo dalla carenza di acqua, è la regione più estesa d’Italia e con oltre quattro milioni e mezzo di abitanti è la quinta per popolazione (dopo Lombardia, Lazio, Campania e Veneto). Ma proprio qui l’Eni ha annunciato recentemente l’avvio di un nuovo giacimento di gas, denominato Argo Cassiopea, nel canale di Sicilia, con una riserva di circa 10 miliardi di metri cubi e un picco di produzione previsto di 1,5 miliardi di metri cubi all’anno. E si dà il caso anche che in questa regione, a Siracusa, sia nata la responsabile della Comunicazione dell’Ente, Erika Mandraffino.

TRIVELLE Eni

Per quanto riguarda l’agricoltura, come si legge nello stesso articolo citato sopra, a causa della siccità quest’anno in Sicilia la produzione di frumento è crollata del 50%, mentre per l’olio si prevede un calo del 40% e per i dati sul vino bisognerà attendere l’autunno dopo la vendemmia. Nel frattempo, gli allevamenti di bestiame hanno dovuto affrontare sia la mancanza di acqua sia di foraggio. E perciò è stato necessario provvedere alle macellazioni straordinarie.

Secondo il dirigente del servizio agrometeorologico della Sicilia orientale, Luigi Pasotti, “gli invasi sono al minimo storico”. E, con un autunno secco come quello dell’anno scorso, le riserve di acqua potabile in alcune città potrebbero esaurirsi già a dicembre.

ACQUA 1

Quanto ai provvedimenti da assumere per fronteggiare la siccità, il gruppo di scienziati inglesi indica – oltre alla riduzione del gas serra a lungo termine – la necessità di intervenire nel breve termine sugli sprechi della rete idrica, superiori al 50% in entrambe le isole. Poi, l’impianto di sistemi di precisione nell’irrigazione. E infine, il contenimento del consumo pro capite di acqua sul territorio nazionale: con una media giornaliera di 220 litri a persona, risulta il più alto in tutta Europa.

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