A Leccio, frazione di Reggello in provincia di Firenze, eccentricità e bellezza si fondono nelle architetture dell’incredibile Castello di Sammezzano e nel parco storico che lo circonda, sua naturale e rigogliosa cornice di 65 ettari di terreno e oltre 130 specie diverse di piante esotiche.
La struttura, sorta agli inizi del XVII secolo, fu restaurata e trasformata nella seconda metà dell’Ottocento su progetto dell’allora proprietario Ferdinando di Panciatichi Ximenes d’Aragona, brillante architetto e poliedrico studioso dai disparati interessi.
Il risultato di questa ristrutturazione fu la creazione di un unicum nel panorama italiano, ma anche europeo, in stile liberty – orientalista, dove le murature delle volte e delle pareti si smaterializzano in un fantasioso vorticare di forme moresche dai colori vivaci e brillanti.
Nonostante l’atmosfera fiabesca lo avvolga, il lieto fine non sembra essere previsto per il castello che appare, invece, schiacciato sotto al peso dell’indifferenza delle istituzioni italiane, oltre che dalle sfortunate vicende che sembrano perseguitarlo concorrendo al degrado che giorno dopo giorno offusca e mina la bellezza del luogo.
Fallito l’albergo di lusso, che dal dopoguerra all’inizio degli anni Novanta occupò le stanze dell’immobile, influendo negativamente sul suo stato conservativo, fu acquistato, nel 1999, dalla società italo – inglese ‘Sammezzano Castle srl’ con l’obiettivo di creare un programma di recupero e valorizzazione, grazie anche al coinvolgimento di ulteriori finanziatori, teso al rilancio turistico ed economico del sito e del territorio circostante.
Ma le ambizioni dei nuovi proprietari svanirono dopo pochi anni; infatti, il terribile attentato dell’11 Settembre del 2001 alle Torri Gemelle, oltre a segnare per sempre le coscienze occidentali, rese impossibile il reperimento dei fondi necessari al progetto di restauro.
Una situazione d’impasse, quindi, che, prolungatasi fino ai giorni nostri, ha visto costretti i proprietari a rimettere sul mercato l’immobile attraverso delle aste giudiziarie, il 20 e il 27 ottobre 2015, andate purtroppo deserte destando così non poche preoccupazioni sulle sorti del castello. Preoccupazioni nate soprattutto tra quei cittadini che nel corso degli ultimi anni hanno affiancato attivamente i proprietari nella valorizzazione e nella diffusione della conoscenza di questo luogo, grazie anche alla creazione di un comitato locale (Comitato FPXA) che, profondamente legato al territorio, ha permesso, contando solo sulle proprie forze, al grande pubblico di visitare questo gioiello orientalista.
Quindi, esisterà mai un futuro per Sammezzano? Cosa accadrà nella prossima asta giudiziaria fissata per i primi mesi del 2016? Ci sarà mai un nuovo proprietario e che piani avrà per questo unicum del nostro patrimonio culturale e paesaggistico? Ma soprattutto: lo Stato Italiano, che più di tutti dovrebbe avere a cuore le sorti dei propri beni storico – artistici, che cosa sta aspettando per intervenire? La denunciata mancanza di fondi non può diventare sempre una scusa per un immobilismo cieco e totale.
In attesa di ottenere risposte a questi spinosi quesiti, i cittadini non si arrendono e continuano a mantenere alta l’attenzione sul luogo e ognuno di noi può sostenerli firmando la petizione online ‘Save Sammezzano’ che, proprio per risvegliare dal torpore il ministero dei Beni culturali, si pone come obiettivo quello di acquistare lo sfortunato e onirico maniero per garantirne la sopravvivenza.
Valeria Danesi
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