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SALENTO, RISCHIO DESERTO

Il Salento è la zona più trendy della regione più trendy d’Italia: la Puglia. Favorito dal clima mite e dalla bellezza del mare, negli ultimi dieci o vent’anni è diventato una meta preferita dal turismo nazionale e internazionale. Ma oggi rischia di diventare un deserto. Il “tacco dello Stivale”, oltre cinque milioni di chilometri quadrati, sta diventando sempre più arido: dal 2000 al 2022 l’estensione delle terre aride è passata dal 3,3 per cento al 19,3 per cento. Colpa della siccità e del riscaldamento globale provocato dai cambiamenti climatici.

Il dato è stato elaborato dall’Ufficio statistico della Regione Puglia, sulla base delle mappe pubblicate dal Sole 24 Ore relative al rapporto del Servizio di gestione delle emergenze Copernicus, un programma di osservazione del nostro pianeta promosso dall’Unione europea. L’analisi, come si legge nell’approfondimento dell’Ufficio Statistico, evidenzia come l’Europa sia il continente che si riscalda più velocemente. Alcuni territori, come nel caso del Salento, registrano una siccità in aumento del 600% rispetto alla media degli anni Duemila. Rispetto al suo 19,3% di terra arida, la provincia di Bari è al 14,3 e quella di Taranto al 6,4. Una situazione allarmante, dunque, per una regione come la Puglia priva di rilievi e quindi di acqua propria.

(da “La Gazzetta del Mezzogiorno”)

“La temperatura torrida del 2024 – come racconta Maddalena Mongiò sulla Gazzetta del Mezzogiorno (https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/) – è ancora viva nel ricordo dei salentini che l’anno scorso hanno dovuto fare i conti con temperature che hanno toccato anche i 50 gradi al sole. La Puglia e il Salento hanno fatto i conti con la siccità che ha bruciato frutta e verdura, dimezzato le produzioni in campagna, con le angurie bruciate dal sole e le colture “impazzite” dagli sbalzi climatici”. E ora l’estate 2025 annuncia temperature ancora più alte.

 

Il primo allarme l’aveva lanciato due anni fa Il Grande Salento.it, rivista online di Brindisi, Lecce e Taranto (https://www.ilgrandesalento.it/. Un articolo della redazione segnalava che “il 57% del territorio pugliese è a rischio desertificazione”, valutando in 70 milioni di euro i danni per l’agricoltura. “Negli invasi artificiali – si leggeva – mancano 80 milioni di metri cubi d’acqua rispetto alla capacità, secondo i dati dell’Osservatorio ANBI Nazionale, quando a preoccupare è la riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni in campo come il grano e degli altri cereali, ma anche quella dei foraggi per l’alimentazione degli animali e di ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere”.

Nello stesso articolo, la rivista proponeva alcune soluzioni praticabili. “In questo scenario di profonda crisi idrica  è necessario agire nel breve periodo per definire le priorità di uso delle risorse idriche a oggi disponibili, dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo; prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti a causa della siccità; e favorire interventi infrastrutturali di medio-lungo periodo volti ad aumentare la capacità di accumulo dell’acqua e della successiva ottimizzazione nella gestione”.

Già nell’estate del 2022, Il Grande Salento.it richiamava la necessità di affrontare l’emergenza, per realizzare le proposte di Coldiretti e Anbi: “Un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti”. Da allora a oggi, però,  l’emergenza è andata crescendo di anno in anno.

 

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