C’è il Palazzo della Farnesina, sede del ministero degli Esteri (nella foto principale), progettato e realizzato in due fasi (1939-43 e 1956-59) dagli architetti Enrico Del Debbio, Vittorio Morpurgo e Arnaldo Foschini, con l’imponente sfera in bronzo di Arnaldo Pomodoro nel piazzale antistante e il Porta bandiere di Piero Cascella. Quindi il complesso monumentale del Foro Italico (1927-33) su disegno dello stesso Del Debbio, con i mosaici e le colossali statue dello Stadio dei Marmi. Poi il Palazzetto dello Sport e lo Stadio Flaminio, quest’ultimo dichiarato monumento nazionale e utilizzato negli anni scorsi per alcune partite di rugby, entrambi progettati e realizzati dall’architetto Pierluigi Nervi. E ancora: il Villaggio Olimpico del 1960, su progetto di Adalberto Libera, Vittorio Cafiero, Luigi Moretti, Vincenzo Monaco e Amedeo Luccichenti. Per arrivare fino ai nostri giorni, con l’Auditorium Parco della Musica di Renzo Piano (nella foto sotto), il Ponte della Musica di Bruno Happold e il Museo Maxxi di Zaha Hadid.
Nella Città eterna, ricca già di monumenti storici antichissimi, l’area compresa tra il Flaminio e i Parioli fino a lambire il quartiere Pinciano, esiste a Roma nord un museo all’aperto dell’architettura e dell’arte del secolo scorso che merita di essere recuperato e valorizzato. È lo scopo dell’affascinante progetto “Distretto del contemporaneo”, promosso dall’ex ambasciatore Umberto Vattani, già per due volte segretario generale del ministero degli Esteri. Un ulteriore arricchimento per la zona e per tutta la Capitale, in particolare per i residenti che vi abitano e soprattutto per i giovani che richiedono bar, ristoranti, librerie, negozi.
Al momento, molti di questi monumenti hanno bisogno di essere restaurati e ripristinati. A cominciare dallo Stadio Flaminio che, come Amate Sponde ha segnalato in passato, versa praticamente in rovina, in uno stato di abbandono e di degrado. Finora, è stato proprio il vincolo monumentale impugnato dagli eredi dell’architetto Nervi a impedire che il pubblico o il privato potessero intervenire: da ultimo, è stato ostacolato e bloccato anche il progetto del presidente della Lazio, Claudio Lotito, che avrebbe voluto trasformarlo nella sede sportiva della sua squadra di calcio.
L’obiettivo finale è quello di restituire alla Capitale un “unicum” che, come il Covent Garden di Londra, rappresenti un ambiente urbano da vivere all’insegna della socialità. Un grande quartiere, insomma, che restituisca a chi risiede a Roma Nord un senso di appartenenza e d’identità. E, appunto, un museo alla luce del sole che recuperi e valorizzi questo patrimonio di arte e architettura contemporanea. “Allora, davvero, potremo dire – conclude lo scrittore Giorgio Montefoschi sull’edizione romana del Corriere della Sera – che la grande bellezza ha toccato e fatto risorgere un angolo poco conosciuto, e invece straordinario, di Roma”.