Aveva fatto notizia, qualche tempo fa, la notizia postata dal giornalista inglese Crispian Balmer, corrispondente da Roma dell’agenzia Reuters, sulla scala mobile del Galoppatoio di Villa Borghese, abbandonata al degrado e coperta di piante ed erbacce. Qualche giorno dopo, però, lui stesso s’era affrettato a pubblicare altri scatti che mostravano il grande parco pubblico della Capitale “in una luce migliore”.
Ora arriva un’altra segnalazione, inviata al nostro sito dalla signora Vittoria Grimaldi e corredata anch’essa di foto: “A Villa Borghese – scrive la lettrice – non c’è solo degrado: ecco una piccola documentazione sui nuovi alberi che vengono piantati dal Servizio Giardini del Comune di Roma”. Raccogliamo e pubblichiamo volentieri questo contributo, sebbene Amate Sponde avesse già segnalato altri lavori di manutenzione in corso a Villa Borghese intorno al laghetto: https://www.amatesponde.it/roma-il-laghetto-di-villa-borghese-si-rifa-il-look/
L’immagine della scala mobile scattata dal giornalista inglese (nella foto qui sotto) era rimbalzata sui social dall’Italia all’Inghilterra fino agli Stati Uniti, facendo il giro del mondo. Ed era finita sul Messaggero, quotidiano della Capitale, in una pagina di Cronaca. Per smorzare le polemiche sugli ingressi al Galoppatoio, il Comune aveva replicato: “Sono accessi chiusi da 30 anni e la manutenzione è a carico del gestore del parcheggio sotterraneo”: tant’è che l’area antistante è stata delimitata per ragioni di sicurezza.
Durante l’epidemia e i mesi di lockdown, i cittadini hanno come riscoperto la Villa nel cuore della città, frequentandola più spesso e in maggior numero, soprattutto nel weekend. Basta attraversarla da Parco dei Daini fino alla terrazza del Pincio, in una qualsiasi giornata di bel tempo, per rendersene conto: gente che cammina, corre, fa jogging o ginnastica, va in bicicletta o in monopattino elettrico. Il sabato e la domenica, Piazza di Siena s’è trasformata ormai in una palestra all’aperto. Ai tempi del coronavirus, il “polmone verde” della Capitale ha offerto ai romani – oltre all’aria pulita – anche un sostegno psicologico e un conforto, quasi fosse un rifugio collettivo.
Resta il fatto, comunque, che una metropoli verde com’è Roma meriterebbe più attenzione da parte di chi si occupa dell’ambiente, delle strade e delle piazze. A parte l’annosa questione delle buche che compromettono i pneumatici delle auto, e attentano all’incolumità di chi viaggia su due ruote, la città appare spesso sporca, con i cassonetti colmi di spazzatura e attorniati da rifiuti ingombranti come televisori, frigoriferi o materassi. Il Comune deve fare, certamente, la sua parte. Ma anche i cittadini sono chiamati a una maggiore autodisciplina e responsabilità per tutelare un bene comune come Villa Borghese.