TORRE GUACETO UNA PERLA DELLA PUGLIA VISTA DALL’ALTO

TORRE GUACETO UNA PERLA DELLA PUGLIA VISTA DALL’ALTO

È una perla del Salento, una delle più belle e preziose che compongono la “collana” ambientale e turistica della Puglia. La Riserva naturale di Torre Guaceto, nel Brindisino, comprende lunghe distese d’erba, coste rocciose e spiagge toccate da acque cristalline. A documentarle dall’alto è ora un video particolarmente suggestivo, realizzato attraverso un drone e condiviso su YouTube (vedi link in calce), di cui è autore Gianni Buonsante: le immagini in 4k mostrano le meraviglie della flora e della fauna custodite in questo paradiso, dove terra e mare s’ incontrano.

La Riserva è un’area naturale protetta situata sulla costa adriatica dell’alto Salento, a pochi chilometri dai centri di Carovigno e San Vito dei Normanni e 17 chilometri dalla città di Brindisi. I litorali, le spiagge di Torre Guaceto e Punta Penna Grossa, sono state premiate con le insegne della “Bandiera Blu” negli anni 2007 e poi dal 2016 al 2020.

L’area si estende per circa 1200 ettari, con un fronte marino che si sviluppa per circa otto chilometri. Ha la forma di un rettangolo più o meno regolare, con una profondità media di 3000 metri, attraversato e diviso dalla strada statale 379.

I sistemi che si sviluppano a monte e a valle della strada sono profondamente diversi. A monte permane un sistema agricolo tipico della zona, in continuità con la copertura vegetale esterna alla Riserva. Grandi oliveti secolari, divisione degli appezzamenti e limitazione delle strade realizzate con muretti a secco di pietra locale e ancora negli oliveti, terreni rossi, non coperti da vegetazione e non interessate da altre culture. La bonifica dei terreni (1931) ha determinato la regolarizzazione dei confini e della struttura viaria di servizio, la divisione in piccole proprietà, la realizzazione di modesti edifici colonici annessi (attualmente se ne contano circa centocinquanta). L’immagine dell’area a monte della superstrada è dunque quella di un ambito agricolo di bonifica, caratterizzato dalla presenza diffusa di oliveti, seminativi e ortaggi e perlopiù privo di ambiti naturalisticamente qualificati, se non per piccoli appezzamenti marginali.

Nell’area a valle della superstrada, invece, i terreni hanno una connotazione più naturale. Nella parte prossima al mare e per circa metà della lunghezza della costa protetta della Riserva, si trova un imponente complesso di dune, delimitato verso terra da una fitta macchia mediterranea. Qui si nota un’ampia e significativa varietà ambientale. Al suo interno vi sono piccole zone umide che si formano durante e dopo le piogge e scompaiono nei periodi più caldi, con alcune sorgenti di acqua dolce anch’esse stagionali.


Area retrodunale nella Riserva naturale statale Torre Guaceto.

La successione spaziale spiaggiadunamacchia mediterranea si conclude con aree agricole (prevalentemente orticole) e alcuni rimboschimenti di non grande qualità.


La mappa del sito su un pannello informativo.

Il secondo tratto costiero si sviluppa verso sud e non presenta né dune né spiaggia. Si caratterizza come una costa bassa e rocciosa, con piccole spiaggette e una vegetazione che si spinge fin sulla linea di costa.

In passato, la zona alle spalle del promontorio su cui sorge la Torre di Guaceto è stata interessata da una bonifica dei terreni di cui rimane traccia nei segni lasciati dai canali. L’intervento servì a far defluire le acque che si accumulavano in questa zona a causa della ridotta acclività del terreno e all’affioramento della falda di acqua dolce. Ciononostante, una parte dell’area è sempre rimasta umida: una volta abbandonato l’uso agricolo dei terreni bonificati, le acque hanno nuovamente allagato interi settori, creando specchi permanenti.

In seguito, la crescita dei canneti ha chiuso parzialmente le superfici libere delle acque. Il sistema che n’è scaturito riviste un grande interesse da punto di vista ambientale, essendo luogo di passo di numerose specie di avifauna e, inoltre, essendo caratterizzato dalla presenza costante di uccelli, anfibi ed insetti connessi ai sistemi umidi.

La parte di territorio posto a valle del tracciato della superstrada è caratterizzata da una bassa densità insediativa: sulla costa si trovano gli edifici di Punta Penna Grossa e di Torre di Guaceto, mentre nell’immediato entroterra l’edificato è costituito dalla casa del guardiano e, oltre la macchia da alcune case coloniche.

Oltre ciò, sono presenti i ruderi delle strutture di un campeggio risalente agli anni ottanta attrezzatura da sempre inutilizzata e che, abbandonata definitivamente all’azione distruttiva del tempo e degli agenti atmosferici, è attualmente oggetto di atti di vandalismo che ne minano il già precario stato di conservazione.

 

VIDEO:

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