Sono sei le città italiane a rischio clima: Roma, Milano, Torino, Venezia, Bologna e Napoli. Negli ultimi trent’anni, la loro temperatura media è cresciuta ed entro la fine del secolo aumenterà ancora di 2 gradi centigradi, o addirittura di 6 in mancanza di politiche climatiche adeguate, con giornate molte calde e ondate di calore in tutte le stagioni. E questo si ripercuoterà, inevitabilmente, sulla salute collettiva e sulla mortalità, provocando eventi atmosferici come “bombe d’acqua”, allagamenti ed episodi di dissesto idrogeologico.
Il Rapporto “Analisi del Rischio. I cambiamenti climatici in sei città italiane”, realizzato dalla Fondazione CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) indaga anche su come queste città si stanno preparando ad affrontare un tale pericolo. In alcuni casi, come a Milano, Bologna e Torino, le amministrazioni pubbliche sono dotate di elevate competenze e capacità tecniche; in altri casi, come a Roma, Napoli e Venezia, si punta a stabilire collaborazioni con Università e centri di ricerca del territorio, in attesa di formare le capacità necessarie. Tutti gli scenari mostrano, però, che le strategie di adattamento possono ridurre la portata degli effetti negativi, in particolare per la mortalità legata alle ondate di calore. Per ciascuna delle sei città, il Rapporto della Fondazione propone quattro sezioni specifiche: clima, impatti climatici, valutazione dei rischi e strumenti di adattamento.
ROMA, “ISOLA DI CALORE” – Il fatto di essere una città densamente costruita e con alti livelli di inquinamento contribuisce a formare il fenomeno della cosiddetta “isola di calore urbano”. Nella Capitale, si registrano già oggi fino a 600 decessi all’anno tra gli over 65, in seguito alle ondate di caldo, il cui effetto è aggravato dall’alta densità delle costruzioni e dai livelli d’inquinamento. La temperatura cresce di 3,6 gradi rispetto alla media degli ultimi 30 anni e i giorni estivi sono 133 in più rispetto alla media dei 10 anni precedenti. La mortalità associata al calore è aumentata del 22% negli over 50 rispetto a periodi estivi normali.
MILANO, PIOGGE PIÙ FORTI – Tra il 2018 e il 2020, la temperatura è aumentata di 0,9 gradi centigradi rispetto alla media degli ultimi trent’anni. Ma è cresciuto anche l’indicatore delle cosiddette “notti tropicali” (in cui la temperatura minima non scende mai sotto i 20°C), che contribuisce a creare uno stress termico e mancanza di comfort per la popolazione, con conseguenze sulla salute e sui consumi energetici. Negli ultimi anni si sono registrate meno piogge, ma di maggiore intensità.
TORINO, RISCHIO ESONDAZIONI – Anche qui si prevede un aumento di 2 gradi, ma potrebbe arrivare a 6 gradi in estate, se non si agisce in tempo. Le ondate di caldo, come a Roma, saranno aggravate dal fenomeno dell’isola di calore urbano. Sul fronte precipitazioni e alluvioni, Torino è un’area considerata a rischio significativo. Si segnala un rischio moderato di esondazioni per il 60% del territorio, medio per un altro 29% ed elevato per il restante 11% della città.
VENEZIA, ALLARME PER IL LIVELLO IDRICO – Qui nel 2014 e nel 2018 s’è registrato un aumento record di 1,1 gradi rispetto agli ultimi 30 anni. Ma l’aspetto più critico riguarda le alluvioni e gli allagamenti provocati da mareggiate e decorsi ostacolati dall’acqua alta. Negli ultimi 150 anni, a causa di subsidenza, innalzamento del livello del mare e acqua alta, il livello idrico è cresciuto di 30 centimetri, mentre la soglia critica di 120 centimetri è stata superata 40 volte in dieci anni.
BOLOGNA, PERICOLO ALLUVIONI – L’anno più caldo è stato il 2020 (+0,9°C) e l’aumento previsto è di 2 gradi, con l’adozione di politiche climatiche. L’area è considerata a rischio significativo di precipitazioni e alluvioni. Oltre la metà del territorio comunale denota una risposta idrologica “scarsa” o “molto scarsa”. E, mentre la rete di drenaggio protegge la città dal rischio idraulico, le proiezioni climatiche fanno prevedere in futuro un aumento degli allagamenti, anche in questo caso più frequenti e intensi.
NAPOLI, CALDO ESTREMO – Nel 2020, il capoluogo campano ha registrato un incremento di 0,9 gradi rispetto alla media dell’ultimo trentennio. Sono aumentate le notti tropicali e i giorni molto caldi (temperature massime sopra i 30 gradi), con il centro città più caldo rispetto alla costa. Piogge intense che finora si sono verificate ogni 10 anni, potrebbero verificarsi ogni 4. Gravano le criticità legate al difficile drenaggio di acqua piovana. Il problema degli allagamenti è reso ancora più grave dall’alto grado di impermeabilizzazione del suolo: Napoli è uno dei Comuni italiani con la più alta percentuale di superficie artificiale, pari al 63% del suo territorio.