Le “voci” dei delfini registrate nelle acque dell’Area Marina Protetta delle Cinque Terre, lungo la costa di levante della Liguria. Si stanno rivelando particolarmente interessanti i primi dati, analizzati dai principali studiosi mondiali di bioacustica, che svelano la presenza ricorrente di questi cetacei nel mare di Punta Mesco, la suggestiva località celebre per la passeggiata del poeta Eugenio Montale.
“Attraverso gli idrofoni posizionati sui fondali – annuncia la presidente del Parco, Donatella Bianchi – oggi siamo in grado di valutare lo stato di salute della biodiversità del nostro mare, diventando laboratorio privilegiato della ricerca scientifica applicata alla bioacustica marina”. E aggiunge: “Il mare non è il mondo del silenzio, come qualcuno potrebbe pensare, ma un ambiente ricco di suoni di varia natura. Il loro studio porterà a nuove importanti rivelazioni nella lettura dei paesaggi sottomarini”.
L’innovativo progetto pilota, finalizzato alla conoscenza degli impatti sulle foreste di gorgonie è realizzato per l’AMP Cinque Terre dall’Istituto di ricerca Chorus di Grenoble e dai ricercatori dell’Observatoire Océanologique de Banyuls sur Mer, ha fornito fin dall’inizio risultati scientifici di grande valore. Con il team dell’Area Marina Protetta, sono state condotte attività di monitoraggio scientifico puntuale destinate a una raccolta dati per rappresentare e fotografare per la prima volta gli effetti dell’inquinamento acustico sottomarino, su una specie iconica del Mediterraneo, dalla straordinaria funzione ecologica ancora solo parzialmente conosciuta.
La prima fase del monitoraggio si è svolta, su richiesta dell’AMP nella tarda primavera, in un periodo caratterizzato da un impatto antropico praticamente trascurabile a causa del blocco delle attività. Gli studiosi di Chorus, specializzati in ecologia acustica e nell’utilizzo dei paesaggi sonori per lo sviluppo di indici di qualità di habitat marini, hanno condotto un progetto sull’ascolto dei paesaggi sonori nell’Area protetta durante questa straordinaria fase di lockdown, posizionando numerosi idrofoni in alcuni punti strategici, in grado di acquisire in modalità continua ogni caratteristica acustica ambientale subacquea. Registrare il suono ambientale, in questo periodo di silenzio e di quiete, è stata un’occasione unica perché ha permesso di ascoltare la natura senza altre fonti di inquinamento acustico, normalmente presenti lungo il litorale.
Durante il periodo di registrazione, nella zona A di Punta Mesco, l’animale più registrato è stato sorprendentemente il delfino: dagli studi effettuati infatti sembra che i delfini, probabilmente residenti in zona, si diano appuntamento praticamente tutte le notti e sempre allo stesso orario, per un “banchetto collettivo”. Durante il giorno, inoltre, gli idrofoni hanno captato caratteristici fischi di richiamo ed è stato possibile l’ascolto dei cetacei alle prese con interazioni sociali. Questi cetacei, infatti, sono animali molto comunicativi e sensibili ai rumori: questi mammiferi usano il suono come radar per orientarsi, per cacciare, fare un’ecografia delle prede e per comunicare durante le tipiche interazioni sociali.
“In questo periodo – dice Lucia Di Iorio ricercatrice della società Chorus – la zona A di Punta Mesco è stata un sito funzionale, un punto chiave, per lo studio sulle popolazione di delfini. Le registrazioni ci fanno intendere che possa trattarsi di una popolazione di delfini residenti. Se ne potrà avere una conferma ascoltando su periodi ben più lunghi”. Poi la stessa ricercatrice osserva: “Forse, da un punto di vista scientifico è prematuro collegare l’assenza di attività umana di questo periodo con tali molteplici avvistamenti acustici, sempre molto regolari, che non indicano semplici sporadici passaggi ma quasi abitudini consolidate. Contrariamente a quanto successo negli ultimi anni, in cui gli avvistamenti dei delfini nelle vicinanze della costa stati sempre più rari, in questo periodo gli avvistamenti sono continui. Continueremo con gli questi ascolti nel corso dell’estate e andremmo avanti con gli studi. Siamo curiosi di constatare se i magnifici paesaggi sonori del Parco delle Cinque Terre subiranno un graduale cambiamento al pari della lenta ripresa delle attività”.
Questa iniziativa, come spiega il Presidente del Parco Donatella Bianchi, “rappresenta l’inizio di un percorso virtuoso che mira ad approfondire le attenzioni verso l’ecosistema marino, con lo scopo di vedere e comprendere la vita sottomarina attraverso i suoni che la caratterizzano: uno sforzo di sensibilizzazione ambientale che ci entusiasma e spinge ad apprezzare una realtà fatta di echi tra foreste subacquee, di canti, di socializzazioni e di richiami amorosi dei mammiferi e pesci residenti dell’AMP, nei periodi di cambio di livrea”.