Centro storie italiane di energia rinnovabile. Il Rapporto promosso da Symbola (Fondazione per le qualità italiane) e da Enel, in collaborazione con KEY – The Energy Transition Expo, è dedicato alle tecnologie sviluppate nel settore delle fonti alternative.
Dopo aver indagato l’innovazione made in Italy nelle filiere dell’e-mobility e dell’automazione, dell’economia circolare e delle life sciences, il dossier “100 Italian Renewable Energy Stories” esplora, attraverso il racconto di cento storie di innovazione, un sistema articolato di soggetti imprenditoriali, pubblici e del terzo settore, attivi nelle diverse parti della filiera: dalla manifattura (produzione di Prodotti e componenti e di macchinari) alla ricerca e sviluppo, dalle attività di progettazione e permitting a quelle legate all’Installazione e manutenzione, dallo sviluppo di software e hardware al “fine vita”, per arrivare alla promozione.
Dice Ermete Realacci, presidente di Symbola (nella foto sotto): “La transizione verde aiuta un futuro più a misura d’uomo. Puntare sulle rinnovabili e sull’efficienza fa crescere l’Italia la rende più libera, dà forza alla nostra economia e aumenta i posti di lavoro”.
Sono 37.655 le imprese che dichiarano attività legate alla filiera delle rinnovabili, circa il 13% in più rispetto all’anno precedente. Rispetto ai territori, quasi un terzo di queste aziende si concentra in Lombardia, Lazio e Veneto.
“C’è un’Italia che eccelle in molti segmenti della nuova economia sostenibile”, commenta ancora Realacci: “Il nostro Paese dà il meglio di sé quando incrocia i suoi cromosomi antichi, la sua identità con un modo tutto italiano di fare economia: che tiene insieme innovazione e tradizione, coesione sociale, nuove tecnologie e bellezza, capacità di parlare al mondo senza perdere legami con territori e comunità, flessibilità produttiva e competitività. C’è ancora molto da fare, ma da qui possiamo partire per affrontare non solo i nostri mali antichi ma il futuro e le sfide che ci pone”.
“Le ‘100 storie italiane di energia rinnovabile’ raccontano un’Italia di eccellenze che con idee, tecnologie avanzate e una filiera diffusa su tutto il territorio, consentono al Paese di essere tra i protagonisti della transizione energetica del continente”, dichiara Nicola Lanzetta, direttore Italia di Enel. E aggiunge: “Siamo nel pieno di un percorso ancora lungo nel quale bisogna fare squadra, puntando con decisione sulle rinnovabili, per raggiungere gli sfidanti obiettivi climatici dell’agenda 2030. Occorre quindi continuare a investire su tecnologie e innovazione, sui sistemi di accumulo che garantiscono una gestione corretta dell’energia prodotta e sulla modernizzazione, resilienza e digitalizzazione delle reti che rappresentano l’architrave del sistema elettrico e della transizione energetica del Paese”.
L’Italia è il secondo Paese produttore europeo, dopo la Germania, di tecnologie per le rinnovabili, con la sola eccezione dell’eolico dove metà della produzione è danese. A tal proposito, nel 2023 Vestas – azienda danese leader nel mercato dell’energia eolica – ha avviato proprio in Italia e, più nello specifico nello stabilimento di Taranto (dove impiega oltre 1300 addetti), la produzione della pala più grande al mondo: la V236-15.0 MWTM. Parte delle tecnologie e componentistica prodotta nei confini nazionali è destinata all’export: con il 3% dell’export mondiale, il nostro Paese è il sesto Paese esportatore di tecnologie per la produzione di energia rinnovabile (dopo Cina, Germania, USA, Giappone e Hong Kong).
La filiera delle rinnovabili conta nel nostro Paese 37.655 imprese. Di queste, il 39,2% si occupa di attività di installazione e manutenzione; il 13,8% di produzione di energia; il 12,3% di commercio; il 9,6% di manifattura; il 6,4% di affitto e gestione immobiliare e il 6,1% di attività di consulenza, collaudo e monitoraggio.
All’interno di questa filiera, si distinguono quasi 800 imprese focalizzate nello sviluppo di tecnologie di punta: un asset strategico per l’Italia, considerato che generano un fatturato di 12 miliardi di euro e occupano 37.000 addetti. Di queste, le aziende che operano prevalentemente o esclusivamente nella filiera (circa la metà del totale) sono in crescita sia in termini di valore della produzione sia in termini di sviluppo di nuove tecnologie: a fronte di un valore della produzione cresciuto del 14,3% tra il 2015 e il 2019 (contro il +7,8% registrato dai fornitori di energia e gas), i brevetti iscritti a bilancio sono saliti dell’176,6%. Ed è un dato particolarmente significativo, in un contesto che non vede ancora l’Italia tra i leader nei brevetti su tecnologie del settore energetico.