Nella cattedrale di Santa Maria Assunta di Irsina (Matera), è iniziato il “restauro a vista” della statua lignea di Sant’Eufemia che risale al ‘400, attribuita nel 1996 da Chiara Gelao ad Andrea Mantegna (1431-1506), indicazione contestata l’anno dopo da Matteo Ceriana che invece l’attribuì a Pietro Lombardo (1435 circa-1515). Lo ha reso noto la Soprintendenza archeologica, Belle arti e paesaggio della Basilicata, spiegando che si tratta del “primo restauro scientifico dell’opera” che suscita da anni ammirazione e curiosità. L’intervento è curato dal Consorzio Iconos sotto la direzione della Soprintendenza e si svolge in un cantiere aperto al pubblico nella cappella di Santa Calcedonia, all’interno del duomo di Irsina.
La tesi dell’attribuzione a Mantegna – ha spiegato la Soprintendenza lucana – “ha riaperto la questione di Mantegna scultore, un nodo critico che ha trovato in questo modo conferme per gli studiosi che hanno sostenuto la tesi della Gelao (Rodolfo Signorini, Antonio Canova, Antony Radcliff, Vittorio Sgarbi)”. Anche l’indicazione di Ceriana ha trovato però molti sostenitori (Giovanni Agosti, Alessandro Uccelli, Massimo Ferretti).
Questa prima fase dell’intervento avrà carattere preminentemente conoscitivo. Consisterà in una campagna diagnostica finalizzata ad approfondire la conoscenza dei materiali costitutivi, ma anche a ricavare dati utili all’individuazione della cronologia e della committenza della scultura. Solo una conoscenza più approfondita del manufatto potrà guidare l’intervento di restauro vero e proprio che, vista la complessità dell’opera, richiederà una profonda riflessione.