A due anni dalla colossale frana del monte Epomeo che il 26 novembre 2022 provocò la morte di 12 persone, l’isola di Ischia rinasce dalle macerie. Dopo i 120 cantieri aperti l’anno scorso, nel 2025 ne entreranno in funzione altri 160. In un’intervista concessa al giornalista Adolfo Pappalardo per Il Mattino di Napoli, il commissario straordinario per la ricostruzione, l’ex vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Giovanni Legnini, fa il punto della situazione e rivendica la validità di un modello che ha richiamato anche l’attenzione dei capi della Protezione civile della Germania e della Francia.
Per affrontare la prima fase dell’emergenza, finora sono stati stanziati e utilizzati 100 milioni, realizzando il 60% dei 200 interventi programmati: dalla ripulitura degli alvei al recupero del porto e al consolidamento dei costoni. Occorrono altri 900 milioni per completare il programma. È già in funzione intanto una sala operativa, 24 ore su 24, per monitorare la situazione a lanciare tempestivamente eventuali allarmi alla popolazione. Negli ultimi mesi, inoltre, i Comuni hanno messo a punto con il supporto della Regione e della struttura commissariale un piano di prevenzione che riguarda tutta l’isola del Golfo di Napoli, insieme agli interventi per la mitigazione dei rischi. Ed è in programma un’esercitazione per testarne l’efficacia.
Quanto alle risorse per la ricostruzione post sisma e post frana, devono essere ancora stanziate, ma Legnini si dichiara fiducioso che “ciò possa avvenire a breve”. Presso il ministero dell’Economia e delle Finanze, il Commissario ha stipulato con la Banca europea degli investimenti un contratto che garantisce fino a un miliardo di euro, con una prima tranche di 150 milioni. Nei mesi scorsi, la stessa Bei aveva fornito uno studio sui cambiamenti climatici sull’isola, adottato come best practice, insieme alla qualità e alla sostenibilità ambientale della ricostruzione.
“Ischia – scrive il giornalista del Mattino – è un caso di scuola: prima il sisma, poi l’alluvione in un territorio fragile e con vincoli burocratici enormi”. E cita in particolare la questione dei condoni edilizi che hanno devastato il territorio dell’isola. Risponde Legnini: “Sui condoni, la parte più delicata, sono stati fatti passi avanti e le procedure burocratiche finalmente sono andate a regime”. Come racconta lui stesso, sono state esaminate un numero rilevante di domande e questo ha dato un forte impulso alla ricostruzione privata. Sono stati già finanziati 30 cantieri, a cui se ne sono aggiunti altri otto negli ultimi giorni.
Un problema in più è rappresentato dalla “delocalizzazione”, cioè il trasferimento delle persone dalle proprie abitazioni nelle zone più esposte. “Si è fatta strada – assicura il Commissario – una consapevolezza nuova sui fattori di rischio del territorio”. E conclude: “Ischia ha un territorio dove non ci sono metri quadri per ricostruire e il mercato immobiliare non è semplice. Per questo metteremo in campo altre soluzioni. A cominciare da una quota di abitazioni pubbliche, ristrutturate, da cedere ai richiedenti”.