È Procida la Capitale italiana della cultura per il 2022. L’isola di Arturo, celebrata da Elsa Morante in un celebre romanzo, eredita il titolo da Parma che – a causa dell’epidemia di coronavirus – lo manterrà un anno più del previsto. Scelta come set cinematografico per numerosi film, tra cui Il Postino con Philippe Noiret e Massimo Troisi (nella foto qui sotto), con il suo panorama e la sua architettura tipicamente mediterranea Procida (3,7 chilometri quadrati, poco più di 10mila abitanti) si trova nel Golfo di Napoli e fa parte delle isole Flegree. Un “luogo dell’anima”, dunque, ideale per coniugare natura e cultura.
La candidatura è stata decisa dalla Giuria per la selezione della città Capitale italiana della cultura 2022, presieduta dal professor Stefano Baia Curioni, che ha raccomandato al ministro per i Beni e le attività culturali e per il Turismo, Dario Franceschini, il progetto presentato dalla città campana. Procida ha prevalso fra dieci finaliste sulle 28 che in origine si erano candidate. In lizza c’erano anche Ancona, Bari, Cerveteri (Roma), L’Aquila, Pieve di Soligo (Treviso), Taranto, Trapani, Verbania e Volterra (Pisa).
“La cultura non isola”, è questo il titolo del dossier presentato da Procida, in cui fra l’altro si legge: “La terra isolana è luogo di esplorazione, sperimentazione e conoscenza, è modello delle culture e metafora dell’uomo contemporaneo. Potenza di immaginario e concretezza di visione ci mostrano Procida come capitale esemplare di dinamiche relazionali, di pratiche di inclusione nonché di cura dei beni culturali e naturali”. E come il claim di una campagna promozionale, aggiunge che “Procida è l’isola che non isola, laboratorio culturale di felicità sociale”.
Nella motivazione con cui la Commissione ha designato Procida, si afferma che “il progetto culturale presenta elementi di attrattività e qualità di livello eccellente. Il contesto di sostegni locali e regionali pubblici e privati è ben strutturato, la dimensione patrimoniale e paesaggistica del luogo è straordinaria, la dimensione laboratoriale, che comprende aspetti sociali e di diffusione tecnologica è dedicata alle isole tirreniche, ma è rilevante per tutte le realtà delle piccole isole mediterranee”.
Secondo la giuria, il dossier presentato da Procida “potrebbe determinare, grazie alla combinazione di questi fattori, un’autentica discontinuità nel territorio e rappresentare un modello per i processi sostenibili di sviluppo a base culturale delle realtà isolane e costiere del paese. Il progetto è inoltre capace di trasmettere un messaggio poetico, una visione della cultura, che dalla piccola realtà dell’isola si estende come un augurio per tutti noi, al paese, nei mesi che ci attendono”.