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L’ICONA ARTISTICA DI PULCINELLA A FORMA DI FALLO FA DISCUTERE I NAPOLETANI

S’intitola Tu sì ‘na cosa grande, come la suggestiva canzone con cui Domenico Modugno vinse il Festival di Napoli nel 1964. Ma l’ironia popolare l’ha subito ribattezzata Tu sì ‘na cosa glande, con la “l” al posto della “r”, alludendo alla forma fallica dell’opera realizzata dal designer Gaetano Pesce (La Spezia 1939-New York 2024) e appena installata in piazza Municipio, nel cuore della città partenopea. E qui, salvo proteste e ripensamenti, resterà fino al 20 dicembre prossimo.

Alta 12 metri, questa rivisitazione immaginifica della maschera di Pulcinella ha preso il posto della famosa Venere degli stracci dell’artista Michelangelo Pistoletto, incendiata poche settimane dopo l’insediamento nel giugno 2023 e poi ricostruita (nella foto sotto). La controversa opera di Pesce, deceduto il 3 aprile scorso, è un omaggio alla cultura e al teatro napoletano, attraverso uno dei personaggi che appartiene alla commedia dell’arte. Fatto sta che ha suscitato sorpresa, reazioni e polemiche.

VENERE DEGLI STRACCI

“Chi si aspettava un Pulcinella tradizionale – racconta Giusy Dente su Fanpage.it – è forse rimasto deluso, ma di certo ha avuto comunque di che parlare. In effetti, l’installazione è sulla bocca di tutti da ore per la sua forma fallica: chi ne è rimasto divertito, chi indignato, chi offeso, chi turbato”. Interpretando la vox populi, in un post su “X” (ex Tweet) Masaniello ha postato la foto qui sotto ed è insorto: “Chiedo scusa a tutti i turisti presenti a Napoli che dovranno vedere questa schifezza vicino a tanti edifici tra i più belli al mondo. Oltraggio alla città e a Pulcinella. Andrebbe abbattuta subito con una pala meccanica. Amministrazione indegna”. E il giornalista Giovanni Valentini, già direttore del settimanale L’Espresso e vicedirettore di Repubblica – ha commentato in tono vagamente scherzoso: “Priapismo masochistico” e ha chiosato: “Ma come si fa?! In una città bella e allegra come Napoli…”.

FALLO NA
Foto postata da “Masaniello” su X

Costata 200mila euro, la monumentale opera di Pesce è composta in realtà da due sculture, una affiancata all’altra: il Pulcinella stilizzato e a forma cilindrica, realizzato materialmente dall’artista spezzino, dialoga con la lampada “Due cuori” (due piccoli cuori rossi stilizzati trafitti da una freccia) realizzata postuma (vedi sotto la foto tratta da Fanpage.it). “La forma fallica – scrive ancora l’autrice dell’articolo – è frutto dell’ironia che ha sempre caratterizzato Gaetano Pesce come uomo e come artista. Ovviamente la forma fallica è anche l’elemento su cui si è concentrata subito l’attenzione, ma è anche quello più carico di significato. Il fatto che Pulcinella, un’immagine così cara e iconica per i napoletani, venga presentato in questo modo fa riflettere sul ruolo della tradizione, su come sia possibile metterla al servizio della contemporaneità: una sfida per il futuro, per le nuove generazioni, che non devono mai stancarsi di trovare nuove strade, senza tradire la propria storia e chi li ha preceduti”.

NAPOLI Pulcinella

Era stato lo stesso artista, del resto, a dichiarare in un’intervista: “Il mio stile personale lo definisco con qualche cosa che è il suo contrario: l’incoerenza. I valori veicolati dal tempo, nel loro esistere ne fanno decadere altri, e nel loro andare ne introducono di nuovi che a loro volta rendono obsoleti quelli che li precedono. Questo avvicendarsi dei segni del tempo non ci permette la coerenza. Se vogliamo comprendere nuovi contenuti e abbandonare quelli passati, dobbiamo assumere l’incoerenza e prima di ogni altra cosa, essere liberi dai propri pregiudizi”.

Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, politico e ingegnere, ha apprezzato l’opera proprio per il suo carattere innovativo e anticonformista. E in particolare, per il fatto che – nonostante che sia certamente controversa e divisiva – abbia stimolato il dibattito e portato la città al centro della scena culturale e artistica. Sul suo account Instagram, la curatrice dell’installazione Silvana Annicchiarico ha scritto: “Lavorare con l’icona napoletana di Pulcinella, esaltarne la femminilità, farla evolvere, renderla disponibile ad assumere nuovi volti e nuove identità, come ha fatto Gaetano Pesce, non è a mio parere un disonore, piuttosto l’elevazione del suo spirito fluido e trasformativo”.

Ma voi che cosa ne pensate? Commentate su Facebook.

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