UE, LEGGE DI NATURA: TUTELARE LE AREE NATURALI A RISCHIO E RIPRISTINARE QUELLE DEGRADATE

UE, LEGGE DI NATURA: TUTELARE LE AREE NATURALI A RISCHIO E RIPRISTINARE QUELLE DEGRADATE

Con un voto a sorpresa, favorito da un inatteso dietro-front dell’Austria, il Consiglio europeo che riunisce i ministri dell’Ambiente dei Paesi membri ha approvato in extremis la controversa “Nature restauration law”. Questo provvedimento punta non solo a proteggere le aree naturali a rischio, ma anche a ripristinare quelle degradate stabilendo anche una tabella di marcia in tre tappe: il 30% di ogni ecosistema europeo dovrà essere oggetto di misure di ripristino entro il 2030, il 60% entro il 2040 e 90% entro il 2050. Tutto ciò per contrastare il cambiamento climatico che sta provocando allagamenti, inondazioni e grandinate, alternando periodi di lunga siccità che danneggiano l’attività agricola e la produzione di frutta e verdura. Il via libera è arrivato dopo mesi di stallo, in attesa delle elezioni europee che si sono tenute l’8 e il 9 giugno scorsi, con una maggioranza risicata del 66,07%, appena un punto al di sopra della soglia minima.

Osserva il geologo e divulgatore scientifico Mario Tozzi in un articolo pubblicato su La Stampa: “Tra l’altro, si dovrebbero ripristinare le aree verdi rispetto all’estensione metropolitana, recuperare l’habitat degli insetti impollinatori, da cui dipendono ogni anno in Europa qualcosa come cinque miliardi di euro di produzione agricola e limitare l’agricoltura intensiva per tutelare la biodiversità vegetale minacciata. E poi il ripristino del corso naturale dei fiumi che avrebbe, con il senno di poi, limitato i danni e mitigato il rischio idrogeologico in Romagna, nelle Marche e in Toscana e in tutto il territorio italiano preda di alluvioni e frane”. E quindi aggiunge: “La rinaturalizzazione dei sistemi degradati avrebbe, infine, come postulato, l’incremento della capacità di resilienza rispetto alla crisi climatica attuale”.

plowed fields and green trees

Credit Endi Borek

È una svolta rilevante per la conservazione e il ripristino di quel patrimonio naturale che appartiene a tutti i cittadini ed è anche il presupposto per salvaguardare l’ambiente e la salute collettiva. Nonostante l’opposizione di categorie come gli agricoltori e i pescatori, preoccupati di tutelare i propri interessi ed evitare ricadute negative sulla loro attività, il provvedimento è stato definito “storico” da associazioni ecologiste come Legambiente e Wwf, oltre che dal Commissario per l’Ambiente Virginijus Sinkevicius, 33 anni, lituano.

Wavy meadows spring landscape in South Moravia, Czech Republic

Credit precinbe

Spiega Alessandra Muglia sul Corriere della Sera: “Decisivo il cambio di posizione della ministra dell’Ambiente di Vienna, la verde Leonore Gewelesser, che si è espressa a favore rompendo la linea della sua coalizione di governo”. È stata lei stessa a motivare la sua scelta, con queste parole: “Quando è in gioco la vita sana e felice delle generazioni future, sono necessarie decisioni coraggiose”. Ma, in dissenso con questo cambio di rotta, il Cancelliere austriaco Karl Nehammer ha annunciato un ricorso alla Corte di Giustizia europea per annullare il voto. Questo non impedirà, tuttavia, alla “Legge Natura” di entrare in vigore, essendo l’approvazione “giuridicamente vincolante”.

FRUTTA E VERDURA

Ha votato contro, invece, il governo italiano, insieme a Ungheria, Polonia, Paesi Bassi, Finlandia e Svezia. “Non possiamo accettare – ha dichiarato la nostra viceministra Vannia Gava – che si vadano ad accrescere gli oneri economici e amministrativi per il settore agricolo”. Sulla stessa linea si schiera anche la Coldiretti, perché l’accordo finale mantiene “un’impostazione ideologica sbagliata che mette in contrapposizione la natura e l’agricoltore, vero custode del patrimonio ambientale”.

Dall’agricoltura alla ristorazione, questo settore rappresenta complessivamente il 19% del Pil italiano. In pratica, vale ormai circa 600 miliardi di euro all’anno, generando quasi 335 di valore aggiunto. Nel 2022, i Paesi dell’Unione europea hanno importato prodotti agricoli per un valore di 196 miliardi, esportandone per 229 miliardi con un surplus commerciale di 33. Con la protezione delle aree naturali a rischio e il ripristino di quelle degradate, dunque, la nuova legge europea tende a salvaguardare l’ambiente, per sostenere e ampliare l’intero settore agro-alimentare.

La foto principale, in alto, è di Creative credit 

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