Sul litorale di Savelletri (Brindisi), fra gli scavi di Egnatia e il sito rupestre di Lama d’Antico, c’è ancora un vecchio stabilimento per la lavorazione del marmo, ormai dismesso e abbandonato. Un ponte con la gru arrugginita, lastre di pietra accatastate, un pontile pericolante per il carico e lo scarico. È un piccolo eco-mostro del passato che deturpa l’ambiente e il paesaggio: tanto più mostruoso perché quella è diventata una zona turistica di pregio, circondata da numerose antiche masserie trasformate in confortevoli alberghi e vicina al rinomato campo da golf di San Domenico.
Nella stagione estiva, la scogliera intorno alla marmeria viene invasa da gruppi di bagnanti che parcheggiano selvaggiamente le loro automobili e i loro camper a pochi metri dal mare. Un assalto che diventa addirittura barbarico durante il week-end. A fine giornata, si può facilmente immaginare che cosa rimane su questo campo di battaglia: rifiuti di ogni genere, avanzi di cibo, buste e bottiglie di plastica, lattine.
A quanto si dice, un grosso operatore turistico della zona avrebbe acquistato il vecchio impianto per la produzione del marmo, presentando un progetto di riqualificazione del territorio circostante. Vorrebbe demolirlo a sue spese per trasformarlo in uno stabilimento balneare, con una spiaggia pubblica e un parcheggio nella zona più interna: in cambio avrebbe chiesto “compensazioni” edilizie, per trasferire quella volumetria che ora deturpa la costa e il paesaggio in un’area più distante dal mare.
Ma sembra che finora il Comune di Fasano e la Regione si siano opposti al progetto, in nome della tutela ambientale. Naturalmente, le amministrazioni locali non hanno le risorse per realizzare in proprio un’operazione di bonifica, rimuovendo quello scempio e “liberando” il tratto di costa. E così, nell’imminenza della prossima stagione estiva, l’eco-mostro resta in piedi protetto dalle regole ferree della burocrazia, con grave danno per il turismo di tutta la zona.