In controtendenza rispetto all’andamento generale dell’occupazione, con la crisi provocata dall’emergenza Covid si registra quest’anno uno storico balzo del 14% nel numero dei giovani imprenditori impegnati in agricoltura rispetto a cinque anni fa. Il “boom” è documentato da un’analisi della Coldiretti sulla base delle iscrizioni al registro delle Imprese di Unioncamere relative al settembre 2020. Si registra così una “corsa alla terra” degli under 35 che abbandonano le altre attività produttive, dall’industria al commercio.
Con oltre 55mila under 35 alla guida di imprese agricole e allevamenti, l’Italia – spiega la maggiore Associazione di rappresentanza e assistenza, con un milione e mezzo di iscritti – è leader europeo nel numero di imprese condotto da giovani. E’ in atto un cambiamento epocale che non accadeva dalla rivoluzione industriale: il mestiere della terra non è più considerato l’ultima spiaggia di chi non ha un’istruzione e ha paura di aprirsi al mondo, ma diventa invece la nuova strada del futuro per le giovani generazioni istruite. Il risultato è che oggi in Italia un’impresa su 10 condotta da giovani svolge un’attività rivolta all’agricoltura e allevamento, per garantire la disponibilità di alimenti sani e di qualità alle famiglie italiane in un momento drammatico per l’economia e l’occupazione.
La presenza dei giovani – riferisce la Coldiretti – ha di fatto rivoluzionato il lavoro della terra: 7 imprese under 35 su 10 operano in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agri-asilo, ma comprendono anche le attività ricreative; l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti; la sistemazione di parchi, giardini e strade; l’agri-benessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.
La rinnovata attrattività della campagna per i giovani – secondo Coldiretti – si riflette nella convinzione comune che l’agricoltura sia diventata un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, destinate ad aumentare nel tempo. Non è dunque un caso che oltre otto italiani su dieci (82%), secondo l’indagine Coldiretti/Ixè, sarebbero contenti se il proprio figlio lavorasse in agricoltura.
La capacità di innovazione e di crescita multifunzionale porta le aziende agricole dei giovani ad avere una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più. E se tra i giovani imprenditori agricoli c’è chi ha scelto di raccogliere il testimone dai genitori, la vera novità rispetto al passato – osserva la Coldiretti – sono gli under 35 arrivati da altri settori o da diverse esperienze familiari che hanno deciso di scommettere sulla campagna con estro, passione, innovazione e professionalità: i cosiddetti agricoltori di prima generazione.
“E’ necessario investire sull’agricoltura che è un settore strategico per far ripartire l’Italia grazie anche a un esercito di giovani attenti all’innovazione e alla sostenibilità”, commenta Veronica Barbati, leader dei giovani della Coldiretti, sottolineando la necessità di “sostenere il sogno imprenditoriale di una parte importante della nostra generazione che, mai come adesso, vuole investire il proprio futuro nelle campagne e perciò va liberata dal peso della burocrazia che impedisce anche il pieno utilizzo delle risorse comunitarie”.
Ecco il link al sito di “Coldiretti Giovani Impresa”:
https://giovanimpresa.coldiretti.it/