Mentre le Ferrovie dello Stato sono impegnate a spendere i 25 miliardi di euro assegnati dal Pnrr per ammodernare la rete e l’Ad del Gruppo, Stefano Donnarumma, annuncia che oltre il 2026 gli investimenti ammonteranno a 100 miliardi nei prossimi cinque anni, Trasnport & Environment incorona Trenitalia come miglior vettore ferroviario d’Europa. Lo studio dell’associazione che riunisce le Ong continentali impegnate nel settore dei trasporti sostenibili ha stilato una classifica che riguarda tutti i brand ferroviari europei, analizzando otto parametri: prezzo, offerte speciali, affidabilità, esperienza di prenotazione, politica sui rimborsi, esperienza di viaggio, treni notturni e politica sul trasporto delle biciclette.
In questa graduatoria, Trenitalia ottiene un punteggio di 7,7 su 10, seguita in seconda posizione dalle ferrovie svizzere Sbb e dalla ceca Regiojet, entrambe a 7,4. Nel dettaglio dello studio, il punto di forza della società del Gruppo FS è che “Trenitalia offre uno dei migliori rapporti qualità-prezzo del Continente ed eccelle in quasi tutte le categorie”. Per quanto riguarda in particolare il prezzo, il rapporto attribuisce all’azienda italiana un voto di 6,4 che determina un piazzamento nella parte alta della classifica.
“Il treno – spiega Victor Thévenet, coordinatore delle questioni ferroviarie presso Transport & Environment – è il pilastro della mobilità nella maggior parte dei Paesi europei, un pilastro della mobilità che viene spesso criticato per le sue carenze L’obiettivo dello studio è quello di fornire un quadro completo di confronto, in modo da consentire alle aziende di trarre ispirazione dalle migliori pratiche per progredire, e al contempo di incoraggiare i governi a introdurre normative più favorevoli alla ferrovia”.
Recentemente – come Amate Sponde aveva già riferito – l’Ad Donnarumma, intervenendo da remoto al 20° Foro di dialogo Italia-Spagna che s’è tenuto a Barcellona, aveva dichiarato che “la mobilità ferroviaria, il suo sviluppo e la sua crescita può rappresentare un fattore chiave per il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal europeo in materia di sostenibilità”. E aveva sottolineato l’importanza della collaborazione tra i vari operatori europei del settore, “per raggiungere insieme gli obiettivi comunitari che prevedono il 55% di riduzione di CO₂ al 2030”.