La Certosa di Trisulti, in provincia di Frosinone, monumento nazionale dal 1873, rischia di finire in mani private, seppure in gestione. Riporta la data del 28 ottobre scorso l’avviso pubblicato dalla Direzione generale dei Musei del Mibact (Ministero dei Beni e delle attività culturali del Turismo), con cui s’intende individuare “associazioni e fondazioni senza fini di lucro alle quali concedere in uso beni immobili del demanio” che necessitano di urgenti interventi di restauro che il ministero non è in grado di garantire. E potrebbe essere questo il caso dello storico monastero di Collepardo, a cento chilometri da Roma.
Alla scadenza del bando fissata per il 16 gennaio 2017, lo Stato darà in uso 12 monumenti del nostro territorio a chi, rispondendo all’avviso, avrà presentato un progetto di gestione, valido ed economicamente sostenibile, che garantisca la conservazione e la pubblica fruizione di questi beni. Il Mibact richiede anche che i proponenti investano nella valorizzazione del sito, con la possibilità di inserire un biglietto di ingresso e di creare una rete turistica con altri siti culturali del territorio. Rigidi sono i requisiti richiesti dal bando: potrà parteciparvi un’associazione, o un’unione di queste, senza scopo di lucro che svolga attività culturali e che abbia, inoltre, un’esperienza quinquennale comprovata nel campo della gestione e valorizzazione del patrimonio, oltre al pagamento di un canone annuale a base d’asta.
Si vociferava da tempo su una simile iniziativa ministeriale. Ma si rimane comunque sorpresi e perplessi quando, scorrendo l’elenco di questi siti, si trova anche quello di un monumento d’interesse nazionale com’è – appunto – la Certosa di Trisulti. Da qui, legittime le preoccupazioni suscitate dall’avviso ministeriale: a cominciare da quelle che riguardano il destino della sparuta comunità di monaci cistercensi che, nonostante le difficoltà economiche e ambientali, tuttora si prendono cura quotidianamente della manutenzione di questo convento. Che fine faranno i tre anziani monaci? Saranno costretti ad abbandonare quella che dal 1947 è stata la loro casa?
C’è poi un secondo e cruciale interrogativo: quale sarà la sorte della Certosa, intesa come immobile? Un monastero che deve la sua sopravvivenza alla continua presenza di una comunità monastica al suo interno, può resistere svuotato della sua anima fondante? E infine, come pensa di intervenire lo Stato nel caso in cui nessuno presentasse domanda per la gestione del bene?
Tante sono state le iniziative svolte in questi ultimi anni delle associazioni locali, coadiuvate dagli Amici della Certosa di Trisulti (associazione nata nel 2015 a sostegno del monastero), proprio per risvegliare l’attenzione dell’opinione pubblica su questo dimenticato e fragile gioiello medievale e sulla sua comunità. Dall’elezione a “Luogo del Cuore” Fai nel 2014, che puntava all’inserimento della Certosa in un circuito turistico virtuoso e che ha visto coinvolti anche i campioni del ciclismo nostrano Vincenzo Nibali e Valerio Agnoli; alle giornate interamente dedicate al monumento e alla sua storia secolare con visite guidate, degustazioni di prodotti locali e concerti di musica popolare che hanno coinvolto più di 1500 visitatori a riprova del potenziale turistico e attrattivo del luogo. In attesa di capire come evolverà la situazione, la vicenda può essere sintetizzata in un unico e grande interrogativo: davvero tutti gli sforzi profusi in questi ultimi anni potrebbero alla fine risultare vani?
Valeria Danesi
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Avviso pubblico per la concessione in uso di beni immobili statali