È proprio l’Emilia-Romagna, la regione colpita nell’ultimo anno da una sequenza impressionante di alluvioni, quella che risulta più “verde” in base ai dati sulla raccolta dei rifiuti, sulla qualità dell’aria e sulla mobilità. Il primato riguarda in particolare due città: Reggio Emilia e Parma, rispettivamente al primo e al terzo posto nella classifica del Rapporto annuale sull’Ecosistema urbano, a cura di Legambiente e Ambiente Italia in collaborazione con il quotidiano Il Sole 24 Ore.
L’indagine, condotta in 106 capoluoghi, è stata elaborata in base a 20 parametri suddivisi in cinque settori: mobilità, aria, ambiente, acqua e rifiuti. Le “due Capitali” si trovano, invece, a metà graduatoria: Milano al 56° posto e Roma al 65°. Mentre le principali città del Sud finiscono in coda alla classifica: nell’ordine, Catania ultima (106), Napoli (103), Palermo (102) e Bari (89).
Il report registra, però, anche un ulteriore aumento del consumo di suolo tra il 2017 e il 2022: +7,9 metri quadrati per abitante. Questo trend in crescita della cementificazione influisce negativamente sulle coste, sui fiumi e sugli altri corsi d’acqua, oltre che ovviamente sull’ambiente e sul paesaggio. E in molti casi compromette l’assetto idrogeologico del territorio, favorendo allagamenti, alluvioni, frane e smottamenti.
I 20 parametri, scelti dal Rapporto di Legambiente e Ambiente Italia, sono stati così articolati.
MOBILITA’: passeggeri del trasporto pubblico, offerta di trasporto pubblico locale, zone a traffico limitato, piste ciclabili, tasso di motorizzazione, vittime della strada.
ARIA: biossido di azoto, ozono, pm 10, pm 2,5.
AMBIENTE: isole pedonali, alberi, verde totale, uso efficiente del suolo, consumo di suolo, solare pubblico.
ACQUA: consumi idrici domestici, dispersione idrica.
RIFIUTI: rifiuti prodotti, raccolta differenziata.
Da questa analisi dettagliata, città per città, risulta che la migliore qualità dell’aria spetta al Mezzogiorno. Ma solo L’Aquila (Abruzzo), prima per minore incidenza di polveri sottili, può vantare una situazione definita “ottima” nel Rapporto. Risulta “buona” l’aria di Ragusa (Sicilia) mentre in altre 30 città il livello è “sufficiente”. Oltre due terzi dei capoluoghi, dunque, ricevono una votazione “sufficiente” o addirittura “scarsa”.
Per quanto riguarda la dispersione della rete idrica – un altro “male antico” del nostro Sud, causato della vetustà degli impianti – a livello nazionale si registra un piccolo miglioramento: dal 36,6% al 36,3. Il servizio di trasporto pubblico, trascinato dalla Comune di Milano, conferma dopo gli anni del Covid un trend positivo. Nell’ambito della mobilità, dove le città dell’Emilia-Romagna risultano in evidenza, c’è un lieve incremento negli standard delle piste ciclabili (11,02 metri ogni 100 abitanti rispetto ai 10,69 dell’anno precedente) e nell’estensione delle isole pedonali (da 48 a 50,7 metri quadrati su 100 abitanti). Sale la raccolta differenziata (dal 62,7 al 64,2%), con la città di Ferrara in testa, mentre si riducono appena i rifiuti urbani prodotti (da 516 al 513 chili per abitante). Cresce di poco l’incidenza del solare e del fotovoltaico installati sugli edifici di proprietà comunale. E, oltre al dato sul consumo di suolo (+7,9 metri quadri), si registra anche un ulteriore aumento del tasso di auto circolanti (da 66,6% a 67,7 ogni 100 abitanti), in controtendenza rispetto alle graduatorie europee.
“Proprio questo parametro – sottolinea Giacomo Bagnasco nel suo articolo sul Sole 24 Ore – mette in luce un’anomalia: Reggio Emilia è insieme prima per sviluppo delle infrastrutture dedicate alla ciclabilità e ultima per l’alta quota di auto circolanti (88 su 100 abitanti”. E il sindaco, Marco Massari, in carica da giugno scorso, a sua volta commenta: “Evidentemente bisogna anche intervenire sul piano culturale per arrivare a un uso estensivo delle piste ciclabili”. Tanto più, aggiungiamo noi, che in questo caso si tratta di una città completamente pianeggiante, senza salite e discese. Ma la necessità di una “campagna culturale” riguarda in realtà tutte le pratiche ambientaliste.