UN TURISMO SOSTENIBILE NEL GRANDE LABORATORIO DELLE ISOLE MINORI

UN TURISMO SOSTENIBILE NEL GRANDE LABORATORIO DELLE ISOLE MINORI

Energia, acqua, mobilità, economia circolare, turismo sostenibile. Sono queste le tematiche che le nostre 27 isole minori devono affrontare, secondo il Rapporto 2020 di Legambiente: da Capri a Ischia, dall’Isola d’Elba alle Tremiti e alle Eolie (nella foto), dalla Maddalena a Ponza, da Pantelleria a Salina, per citare qui solo le più note e frequentate. Per le loro caratteristiche naturali, queste “isole da sogno” offrono un modello di sperimentazione ambientale, applicabile anche su scala internazionale.

“Le isole minori – si legge nel Rapporto – sono sistemi isolati che possono divenire il laboratorio ideale per affrontare le sfide ambientali più urgenti e importanti che il mondo ha di fronte, dove applicare proprio i modelli innovativi nell’ambito dell’energia, del ciclo delle acque e dei rifiuti. Questa sfida riguarda in particolare le isole italiane e del Mediterraneo per la tutela delle risorse naturali e paesaggistiche presenti e la possibilità di valorizzarle con ambiziosi progetti sostenibili, in quanto rappresentano un ecosistema vulnerabile, dentro uno scenario climatico che prevede rilevanti impatti legati all’aumento della temperatura dell’atmosfera e del mare, e per le pressioni antropiche legate alla forte pressione turistica nei mesi estivi”.

Il corposo e documentato Rapporto di Legambiente indica due sfide particolarmente rilevanti in questi contesti. La prima riguarda la capacità di realizzare le innovazioni in realtà che vivono grandi oscillazioni di afflusso turistico nei mesi estivi, con picchi dei consumi e degli impatti: se nelle isole analizzate vivono stabilmente circa 200.000 persone, nella stagione estiva possono arrivare ad aumentare di 3-4 volte. Questa condizione è sicuramente complessa e influenza le politiche da parte degli amministratori Locali.

La seconda sfida sta nel portare avanti queste innovazioni in territori iper-vincolati sia da un punto di vista ambientale che paesaggistico. Vi troviamo infatti parchi nazionali (Arcipelago Toscano, Pantelleria, Ponza, Tremiti); aree marine protette (Egadi, Pelagie, Tremiti, Ustica, Ventotene, Ischia, Procida, Gorgona); Siti di Importanza Comunitaria, Zone Speciali di Conservazione e Zone di Protezione Speciale (Egadi, Pelagie, Capri, Ischia, Arcipelago Toscano, Maddalena, Sant’Antioco, San Pietro, Ponza, Ustica, Eolie, Tremiti ), Siti Unesco (Eolie); Riserve Naturali Orientate (Ustica, Eolie); Aree Naturali di Interesse Internazionale (Capraia, Giglio, Gorgona, Isola d’Elba, Maddalena), oltre a diversi siti di nidificazione degli uccelli migratori.

Per queste ragioni, le isole minori sono un campo di sperimentazione strategica per un Paese come il nostro che proprio su innovazione, ambiente e turismo dovrà scommettere con forza in futuro. Gli obiettivi strategici su cui lavorare nei prossimi anni sono molto chiari e anche concreti.

  • Il primo, è far crescere la produzione di energia da fonti rinnovabili e accompagnarla con interventi di efficienza energetica in tutti gli usi, in modo da arrivare progressivamente a ridurre le centrali da fonti fossili esistenti fino a chiuderle definitivamente entro qualche anno.
  • Il secondo, è puntare alla chiusura del ciclo dei materiali, attraverso un’attenta filiera di raccolta differenziata, di recupero e riutilizzo che riguardi tutti i materiali possibili (carta, plastiche, metalli, ecc.) e la valorizzazione della frazione organica per la produzione di compost e biometano/biogas.
  • Il terzo è la realizzazione di un modello virtuoso di gestione delle risorse idriche. L’acqua è una risorsa scarsa e quanto mai preziosa sulle isole e la sua attenta gestione e recupero è fondamentale, e al contempo non è accettabile l’assenza di una completa depurazione dei reflui in isole così straordinarie e con tali potenzialità turistiche.
  • Il quarto obiettivo riguarda la mobilità sostenibile, perché le isole minori hanno problemi di accessibilità e di gestione degli spostamenti, in particolare nei mesi più frequentati dai turisti. E diventa quindi fondamentale investire nelle innovazioni e nelle integrazioni oggi possibili tra mobilità elettrica, collettiva, sharing, ciclabile e pedonale.

Per raggiungere questi obiettivi c’è molta strada da fare. Proprio le isole che potrebbero divenire il terreno di innovazione e di chiusura dei cicli, attualmente risultano fra i territori meno virtuosi dal punto di vista della gestione del territorio. Mentre le tecnologie più moderne permetterebbero invece di chiudere i cicli delle risorse energetiche, idriche e dei materiali, nella maggior delle isole sono ancora le navi a garantire che la situazione non vada in crisi. Navi che portano il gasolio da bruciare nelle vecchie centrali elettriche e navi che portano acqua, navi che ripartono portando via rifiuti di ogni tipo, in larga parte indifferenziati. Senza dimenticare che larga parte dei rifiuti reflui viene riversato in mare senza una minima depurazione.

Tuttavia, conclude il Rapporto, più si approfondisce il quadro di analisi sulle isole minori italiane e meglio si comprende come si possa cambiare completamente scenario. A partire dall’energia puntando sul contributo di sole, vento e delle altre rinnovabili – da valorizzare a seconda dei contesti – attraverso un’innovativa gestione delle reti, dei sistemi di accumulo e di tecnologie efficienti che permettano di dare risposta anche alla domanda di mobilità, spingendo quella elettrica e quindi riducendo consumi di benzina e diesel. Discorso analogo per l’acqua, per cui è possibile puntare su recupero e depurazione locale, riduzione delle perdite e degli sprechi, installazione di impianti di desalinizzazione dell’acqua di mare e di depurazione e fitodepurazione dei rifiuti reflui. Il risultato sarebbe più innovazione e vantaggi ambientali, meno spesa e viaggi di navi cariche di gasolio, acqua, rifiuti. L’agricoltura, inoltre, settore in cui le sfide future sono quanto mai intrecciate nell’attenzione alla gestione dell’acqua e dei rifiuti, oggi la valorizzazione degli scarti agricoli può consentire la produzione in impianti di digestione anaerobica di ridotte dimensioni, di biogas e se utile biometano e fertilizzanti naturali per l’agricoltura. Lo stesso patrimonio edilizio può diventare il palcoscenico di una diffusa riqualificazione che permettano di ridurre la domanda di raffrescamento e riscaldamento, con la solarizzazione dei tetti e la messa in sicurezza antisismica.

IL TESTO DEL RAPPORTO:

https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/2020/07/rapporto-isole-sostenibili-2020.pdf

 

 

 

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