spot_img

IL SUD ABBANDONATO: STOP AL RADDOPPIO DELL’ALTA VELOCITÀ FERROVIARIA SULLA LINEA TRA SALERNO E REGGIO CALABRIA

La notizia è destinata ad alimentare le polemiche sulle Ferrovie dello Stato, scoppiate negli ultimi tempi per le interruzioni sulla rete, i maxi-ritardi, le cancellazioni e i presunti “sabotaggi”. E, indirettamente, l’annuncio può riaccendere anche quelle sul controverso progetto per il Ponte sullo Stretto di Messina. La decisione di cancellare il raddoppio della linea ad alta velocità sulla Salerno-Reggio Calabria, di cui ha dato notizia Marco Ponti, responsabile BRT Onlus, sul quotidiano Domani non fa che buttare sul fuoco delle polemiche in entrambi i casi.

Questo doveva essere il più grande progetto infrastrutturale previsto dal Pnrr: il doppio del Ponte. E il Gruppo FS s’era già messo il fiore all’occhiello. Ma, senza studi di fattibilità alle spalle, alcune analisi indipendenti ne hanno rimesso in discussione la fattibilità, sia per motivi economici sia costruttivi. E non si fa fatica a immaginare quale responso tecnico riceverebbe il Ponte sullo Stretto se non fosse condizionato dagli interessi politici.

Il fatto, però, è che sia il ministero dei Trasporti sia quello dell’Economia avrebbero dovuto accorgersi prima delle difficoltà che ora bloccano il raddoppio dell’AV sulla Salerno-Reggio Calabria. Un collegamento fondamentale per “allungare” lo Stivale e per aiutare in particolare il Mezzogiorno a crescere.

Avrebbe dovuto preoccuparsene in primo luogo Raffaele Fitto, l’ex ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e per il Pnrr, “espatriato” ora a Bruxelles per fare il vicepresidente esecutivo della Commissione europea. E soprattutto, per occuparsi della politica regionale e di coesione. All’esordio da ministro, invece, Fitto si affrettò a mettere le mani avanti, dichiarando che i 209 miliardi di fondi europei ottenuti dall’ex premier Giuseppe Conte, erano “troppi” e non sarebbero stato possibile spenderli tutti.

Da meridionale e responsabile del governo per il Sud, Fitto avrebbe dovuto invece dare la precedenza al raddoppio dell’alta velocità Salerno-Reggio Calabria, mettendo allo studio eventuali modifiche e perfezionamento. Sta di fatto che ora, alla chetichella, il progetto viene praticamente abbandonato.  Mentre si tratta di un’opera fondamentale per collegare la Calabria alla Campania e a tutto il resto d’Italia. E senza la quale, per di più, anche il Ponte sullo Stretto rischia di risultare inutile o addirittura controproducente.

In tutto questo, è singolare il silenzio-assenso delle Ferrovie dello Stato che hanno lanciato un piano da 100 miliardi di euro nei prossimi cinque anni. A parole, il Mezzogiorno è sempre stato al centro di questi progetti. Ma di buone intenzioni, come si sa, è lastricata la via dell’inferno: anche dell’inferno ferroviario, in cui sta precipitando il nostro Paese per responsabilità dei politici e dei vertici del Gruppo FS.

Su “X”, Gennaro Carotenuto (@GenCar5) ha postato: “Questa storia la potremmo chiamare ‘164 anni di solitudine (and counting). Il governo Meloni/Salvini taglia in silenzio l’Alta Velocità da Salerno a Reggio Calabria, nonostante fosse per lo più finanziata dal Pnrr. Magari faranno il Ponte sullo Stretto, vedremo, ma né di qua né di là del faro ci saranno infrastrutture adeguate, monumento alla visione coloniale del Mezzogiorno che hanno al Nord”.

 

 

Related Articles

Social

5,020FansLike
205FollowersFollow

Intesa Sanpaolo Eventi

spot_img

Art Bonus

spot_img

Articoli più letti