Oltre a essere il simbolo più rappresentativo della città di Bologna, a due passi da Piazza Maggiore, la Fontana del Nettuno può essere considerata anche il simbolo di un male cronico che insidia lo stato di salute di molti Beni artistici e culturali italiani: cioè la mancanza di manutenzione, di ordinaria manutenzione. A 25 anni dall’ultimo restauro, eseguito alla fine degli anni Ottanta, il monumento voluto dal cardinale Carlo Borromeo e realizzato nel Cinquecento dal Giambologna è stata danneggiato nel tempo dall’incuria e dall’abbandono. E perciò la storica fontana – rimasta “muta”, senz’acqua – ha bisogno ora di un nuovo intervento, per ripulire i bronzi e i marmi, rifare le stuccature, revisionare l’impianto idrico, insieme agli ugelli, all’illuminazione e all’impianto di depurazione .
Ma il Comune, sebbene nel suo piano di investimenti figuri già una voce di 700mila euro, non dispone al momento di questi fondi. Ecco, allora, una mobilitazione popolare promossa dal Resto del Carlino, il quotidiano di Bologna, per raccogliere le risorse necessarie. Enti, aziende, commercianti, semplici cittadini, stanno partecipando a questo impegno comune per salvaguardare l’immagine e la memoria della città. Alla campagna, ha aderito anche il FAI (Fondo Ambiente Italiano), con la sua presidente regionale Marina Senin Forni.
Chiamato più familiarmente “Il Gigante” dai bolognesi, il Nettuno è una statua che impugna il tridente (diventato poi il marchio della Maserati) e sovrasta una vasca con la fontana che vanta 90 zampilli. Quando il monumento fu completato nel 1565, il nudo del dio marino suscitò grande scandalo nella popolazione femminile, provocando perfino la richiesta di coprirlo con un paio di “pantaloni” in bronzo. Ma fortunatamente l’idea non ebbe seguito. La leggenda vuole poi che lo studente in cerca di buona sorte, alla vigilia degli esami, compia due giri in senso anti-orario intorno al monumento.
Chi intendesse partecipare alla raccolta fondi per restaurare la fontana, può versare il suo contributo sul conto corrente bancario intestato a: “Poligrafici editoriale conto sottoscrizione Salviamo il Gigante”, presso la Carisbo – filiale di Bologna, via Rizzoli 5, codice Iban IT13 N063 8502 4521 0000 0002 748, Bic IBSPIT2B. I nomi dei donatori compaiono in un elenco pubblicato sul sito Internet del Resto del Carlino (www.ilrestodelcarlino.it/speciali/nettuno-fontana-restauro