Per costruire il Ponte sullo Stretto di Messina, secondo il governo guidato da Giorgia Meloni, occorreranno sette anni. Ma per demolire il progetto basta un dossier di 50 pagine, articolato in 10 capitoli, redatto da un pool di esperti qualificati e autorevoli per conto di tre fra le maggiori associazioni ambientaliste: il Wwf, il Kyoto Club e la Lipu (Lega per la protezione degli uccelli). Con questo rapporto, si va oltre la solita “guerra di religione” tra fautori e detrattori del Ponte. Il progetto, rilanciato dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, dovrebbe costare circa 14 miliardi di euro, ma al momento non si conoscono esattamente le coperture per finanziare e realizzare l’opera.
Ricordiamo qui in sintesi le caratteristiche principali del Ponte (vedi cartina qui sotto):
- lunghezza totale 3,6 chilometri;
- campata centrale sospesa 3,2 chilometri;
- larghezza dell’impalcato 60,4 metri;
- altezza delle due torri di sostegno a terra 382,6 0 metri;
- 6 corsie stradali, 3 per ciascun senso di marcia;
- 2 binari ferroviari;
- 6.000 veicoli l’ora;
- 200 treni al giorno
Sono sostanzialmente tre i punti contestati dal dossier degli ambientalisti: procedure, rapporto costo e benefici, impatto sull’ambiente e sul paesaggio.
PROCEDURE – La Valutazione di impatto ambientale (VIA) e l’affidamento senza gara a Eurolink, il vecchio general contractor già escluso con la legge del 2013, come pure la revoca della messa in liquidazione della società Stretto di Messina SpA, violerebbero le norme nazioni ed europee che prevedono invece una nuova gara.
COSTI E BENEFICI – La mancanza di una rigorosa e attendibile analisi economica dei costi ha messo in fuga i privati, disponibili a partecipare alla realizzazione dell’opera, lasciando interamente a carico dello Stato i rischi finanziari per la costruzione e la gestione del Ponte. Quanto ai benefici, il rapporto sostiene che i dati pubblici sovrastimano i ritorni del traffico, mentre la realizzazione del progetto danneggerà il settore del trasporto marittimo.
AMBIENTE E PAESAGGIO – Il Ponte, secondo gli esperti ambientalisti, impatterà sulla migrazione degli uccelli tra l’Africa e l’Europa, e sulle loro aree di sosta, in un’area attraversata regolarmente da 300 specie di volatili, oltre a milioni di individui: il territorio e il paesaggio di quel tratto di costa saranno irrimediabilmente devastati.
Ecco i titoli dei dieci capitoli del dossier, con i nomi dei rispettivi autori:
- “Profili di illegittimità costituzionale delle norme relative alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina”, di Aurora Notarianni, Giuseppe Vitarelli e Antonio Romano, avvocati in Messina
- “Criticità e insostenibilità economico-finanziaria del progetto preliminare”, di Guido Signorino, professore ordinario di Economia presso l’Università di Messina
- “Gli inesistenti vantaggi economici del Ponte sullo Stretto di Messina”, di Domenico Marino, docente di Politica economica presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria
- “Ponte sullo Stretto di Messina: ancora non viene spiegato a cosa serve per la mobilità e i trasporti locali e nazionali”, di Anna Donati, coordinatrice Mobilità Sostenibile del Kyoto Club
- “La verifica tecnica di fattibilità del Ponte sospeso”, di Alberto Ziparo, docente di Pianificazione Urbanistica presso l’Università di Firenze
- “Il franco navigabile e la necessità di riprogettare il Ponte”, di Antonio Di Natale, ecologo marino ed esperto dell’ONU
- “Le valutazioni ambientali e l’articolo 9 della Costituzione”, di Aurelio Angelini, docente di Sociologia dell’Ambiente e del Territorio presso l’Università di Palermo
- “Stretto di Messina, aspetti ambientali: migrazione degli uccelli e Rete Natura 2000”, di Giorgia Gaibani, responsabile Difesa del territorio della Lipu, e di Anna Giordano, naturalista del Wwf Italia
- “Impatti su paesaggio e ambiente e conflitti con la pianificazione paesaggistica”, di Alberto Ziparo, docente di Pianificazione urbanistica presso l’Università di Firenze
- “Contrasti e incompatibilità con la Pianificazione territoriale e urbanistica”, di Alberto Ziparo, docente di Pianificazione urbanistica presso l’Università di Firenze
In ciascuno di questi capitoli, gli esperti interpellati da Wwf, Kyoto Club e Lipu forniscono dati, cifre e riferimenti bibliografici e documentali, senza trascurare naturalmente il rischio sismico in una zona storicamente colpita dai terremoti.
IL TESTO INTEGRALE DAL SITO DEL WWF