Per un ammontare complessivo di 396 milioni di euro, pari al 99,2% delle azioni offerte, s’è concluso l’aumento di capitale di Fincantieri, il colosso italiano dell’industria navale. Con 230 anni di storia alle spalle, l’azienda pubblica è uno dei principali complessi cantieristici del mondo, l’unico attivo in tutti i settori della navalmeccanica ad alta tecnologica. E ora punta su una svolta ecologica, per produrre la “nave del futuro”, green e digitale.
Fincantieri è leader nella realizzazione e trasformazione di unità da crociera, militari e offshore nei comparti oil gas ed eolico, oltre che nella produzione di sistemi e componenti, nell’offerta di servizi post-vendita e nelle soluzioni di arredamento navale. Grazie alle capacità sviluppate nella gestione di progetti complessi, il Gruppo vanta referenze di eccellenza nelle infrastrutture ed è operatore di riferimento nel digitale e nella cybersecurity, nell’elettronica e sistemistica avanzata. Con più di 7.000 navi costruite, Fincantieri mantiene il proprio know-how e i centri direzionali in Italia, dove impiega 10mila dipendenti e attiva circa 90mila posti di lavoro, che raddoppiano su scala mondiale in virtù di una rete produttiva di 18 stabilimenti in quattro continenti e quasi 21.000 lavoratori diretti.
“Il mare è il nostro elemento naturale, quello che conosciamo meglio e prima degli altri”, si legge nella presentazione dell’azienda: “In ogni epoca abbiamo costruito le navi dotate delle più avanzate soluzioni tecnologiche per navigarlo da nord a sud, da est a ovest. Oggi guardiamo avanti pronti a solcare nuove sfide per realizzare le navi da crociera, militari e offshore, i traghetti, e gli yacht di lusso che scriveranno la storia della marineria di domani. Perché quello che da sempre ci contraddistingue è il coraggio di cambiare”.
Il 25 marzo scorso Fincantieri, Eni e RINA, multinazionale specializzata in ispezione, certificazione e consulenza ingegneristica, hanno siglato un accordo con l’obiettivo di promuovere iniziative congiunte per la transizione energetica. Questa collaborazione rappresenta un impegno concreto nel concepire e sviluppare progetti comuni, allineati alle strategie di tutti i partner, volti alla decarbonizzazione del settore marittimo nel medio e lungo termine, in linea con gli obiettivi di Net Zero entro il 2050.
Nel dettaglio, l’accordo prevede che le tre aziende collaborino per condurre un’analisi e una valutazione completa delle alternative più sostenibili in grado di supportare il processo di decarbonizzazione marittima. Ciò includerà lo sviluppo di soluzioni complementari ai combustibili già disponibili per altri settori per i quali la transizione risulta più ostica e difficoltosa. Tra le aree di interesse della partnership, vi sono anche l’analisi e lo studio del profilo infrastrutturale ed energetico esistente, nonché lo sviluppo di nuove strutture logistiche, con particolare attenzione agli investimenti necessari per tutto il settore marittimo.
Nel processo di decarbonizzazione, secondo l’AD Pierroberto Folgiero (nella foto sotto), l’azienda deve assumere un ruolo di leadership, adottando un approccio pionieristico, imprenditoriale e coraggioso. Il percorso verso la riduzione delle emissioni si estende per quasi tre decenni e comprende tappe fondamentali come il programma Fit for 55, che si propone di ridurre del 55% le emissioni entro il 2030, e il traguardo finale del Net zero, ovvero la neutralità delle emissioni entro il 2050.
Il sistema propulsivo delle navi riveste un ruolo cruciale nel contesto della riduzione delle emissioni. Con l’obiettivo di decarbonizzare il settore marittimo, Fincantieri ha sviluppato diverse soluzioni tecnologiche, in modo da identificare quelle più efficaci. Tra queste soluzioni vi sono motori diesel di ultima generazione, integrati con sistemi di depurazione dei gas di scarico, e l’adozione di batterie al litio che consentono di eliminare le emissioni in porto senza l’utilizzo del cold ironing (la fornitura di energia elettrica dalla banchina mentre i motori della nave sono spenti), riducendo così la necessità di utilizzare generatori diesel durante le soste. L’impiego di idrogeno, o in alternativa di ammoniaca, rappresenta una delle prospettive capaci di consentire al settore del trasporto marittimo di eliminare le proprie emissioni.