Roma
Italia
a cura di Clara Tosi Pamphili
VISIONAREA
www.visionarea.org
Auditorium della Conciliazione
“Korea”, la mostra della fotografa tedesca Julia Fullerton-Batten, segna l’apertura di VISIONAREA. VISIONAREA è un progetto che nasce da una idea dell’artista Matteo Basilé e dall’Associazione Amici dell’Auditorium Conciliazione, e si avvale del sostegno della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo: un organismo solido e affascinante, grazie all’unione tra creatività e managerialità, destinato all’arte contemporanea in chiave attuale e trasversale. Attuale perché capace di creare reinventando un luogo come l’Auditorium della Conciliazione, nel rispetto della sua vocazione ma ampliandone le potenzialità espressive. Trasversale perché flessibile e capace di accogliere le differenze come valore da sostenere e promuovere, di eliminare confini espressivi e creativi privilegiando le storie e la ricerca di quella umanità meno visibile. Uno luogo straordinario che si sviluppa intorno al Chorus Cafè, per poi estendersi all’interno degli spazi principali dell’Auditorium stesso. Un Temporary Art Museum con la direzione artistica di Matteo Basilé, dove possano convivere arte, musica, cinema, moda, letteratura e food attraverso progetti sitespecific e collaborazioni con altri fenomeni artistici e culturali nazionali ed internazionali.
Un progetto che, per le sue caratteristiche, bene si sposa con il principio ispiratore dell’attività della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo e soprattutto del suo Presidente Prof. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, che ha colto la coerenza di VISIONAREA con la sua attività di coraggioso sostegno alla cultura e a tutto quello che di positivo può generare: non a caso, la Fondazione è da anni impegnata nella costruzione di nuove forme di dialogo interculturale anche grazie all’arte, dimostrando quanto la bellezza sia un codice condivisibile. Afferma il Prof. Emanuele: “VISIONAREA è un’iniziativa unica a Roma: non solo uno spazio espositivo, non solo un luogo di incontro fra onnivori della cultura, ma molto altro ancora: un incubatore di idee, un osservatorio privilegiato sull’arte contemporanea e, in un futuro si spera non lontano, un polo di produzione di progetti per artisti di tutto il Mondo”.
In questo spirito nasce il primo evento portatore di tutti gli elementi annunciati: la mostra fotografica di Julia Fullerton-Batten, curata da Clara Tosi Pamphili, che racconta la Corea, un luogo lontano descritto con un codice iper-contemporaneo. Le sue immagini, grazie alla definizione post-produttiva tanto decisa da accentuare ogni singolo elemento del racconto visivo, non definiscono altro luogo che quello della dimensione onirica, i luoghi sono di tutti perché irreali. La bellezza diventa “il luogo” dove la memoria delle forti tradizioni culturali è espressa dalle donne coreane ritratte nei loro meravigliosi kimono Hanbok; figure che non sembrano umane vivono come adesivi sullo sfondo di una Seoul fredda senza fondersi mai con l’ambiente dove vivono. Veri e propri still-life dove le donne sono fiori, perfette figure vegetali, o decorazioni dove la ricchezza del colore non porta valore plastico ma contribuisce ad annullare ogni tensione umana: è la descrizione poetica della storia di un Paese ancora forte di riti e tradizioni ma con forti contrasti politici fra Nord e Sud. Otto immagini come finestre che guardano fuori e dentro un mondo che ha perso la distanza geografica e si è avvicinato a noi, grazie alla visione della fotografa tedesca che vive e lavora a Londra e che per VISIONAREA presenta la sua seconda mostra in Italia.