“Ecocretini”, ha titolato in prima pagina senza mezzi termini il Giornale berlusconiano, diretto da Augusto Minzolini. Ma noi preferiamo chiamarli “ecovandali” oppure “vandalisti”, dal momento che loro non vogliono essere definiti ambientalisti, bensì eco-attivisti per il clima e la tutela dell’ambiente. I giovani di Ultima Generazione che hanno imbrattato di vernice la facciata del Senato, nel cuore di Roma, non si rendono conto di provocare con le loro azioni dimostrative un effetto controproducente che non giova alla causa (giusta) che vogliono difendere. E com’è già accaduto nei mesi scorsi con gli assalti ai musei e alle opere d’arte, suscitano riprovazione e condanna rischiando così di alienarsi anche le simpatie dei loro potenziali sostenitori.
Chi imbratta una sede del Parlamento, come Palazzo Madama, imbratta in realtà la democrazia. I luoghi dove si svolge la vita istituzione della Repubblica, proprio per il loro alto valore simbolico, dovrebbero essere al riparo da simili atti vandalici. Altrettanto vale per i musei e le gallerie d’arte colpiti dagli attivisti che reclamano (legittimamente) la salvaguardia dell’ambiente mentre assaltano (illegittimamente) i luoghi dell’arte e della cultura. Possono illudersi forse di conquistare qualche titolo o qualche foto sui giornali e in tv, ma in effetti danneggiano tutto il movimento ecologista assimilandolo alla violenza.
“Certe iniziative non servono, lo capiranno”, dichiara Grazia Francescato, già leader degli ambientalisti italiani ed ex presidente dei Verdi, in un’intervista rilasciata ad Alessandra Arachi per il Corriere della Sera. Già ma quando lo capiranno? E che cosa capiranno? “Che di questi blitz – risponde Francescato – non gliene frega niente a nessuno. Servono soltanto ad attirare critiche. Ma capisco la loro disperazione. Anche io ho fatto tante battaglie per l’ambiente e il clima”.
Il problema, come sempre, è quello di usare i mezzi più efficaci sul piano mediatico. Qui, invece, si rischia di ottenere il risultato opposto: trasformare l’ambientalismo in un nemico delle istituzioni, politiche e culturali. Uno strumento di aggressione che non può non provocare una reazione uguale e contraria.
Si tratta, piuttosto, di “confrontarsi con l’intreccio tra sostenibilità. Economia, sociale, ambientale”. Più in concreto, Grazia Francescato spiega: “Organizzare comunità energetiche, occuparsi di agricoltura biologica, fare orti bioattivi. E poi, portare le battaglie dentro le istituzioni”.
Per i nemici dell’ambiente, l’occasione è propizia per soffiare sul fuoco delle divisioni all’interno dello stesso fronte ecologista. “Pure la sinistra – scrive il quotidiano Libero – litiga con i seguaci di Greta”. Tutte le forze politiche, o quasi, stigmatizzano l’assalto al Senato e chiedono punizioni esemplari. “Lanciare vernice contro il Senato – afferma il ministro degli Esteri, Antonio Tajani (FI) – non ha nulla a che vedere con la lotta al cambiamento climatico: è solo un atto vandalico da condannare con fermezza”. E il ministro della Difesa, Guido Crosetto (FdI), rincara la dose: “Scegliere di sporcare opere d’arte o edifici storici per difendere l’ambiente sarebbe un po’ come organizzare una cena tra amici a tema ‘asado argentina’ per fare battaglie vegane”.
Anche il Partito democratico prende le distanze dagli eco-attivisti: “ Sono azioni stupide e incivili. Non c’è nulla che le giustifichi”, sentenzia la presidente dei senatori “dem”, Simona Malpezzi. Più comprensiva e tollerante, la posizione dei Cinquestelle: “Dobbiamo ascoltare questi ragazzi”, avverte la deputata Patty L’Abbate: “Il governo non sta pensando al loro futuro”.