CRISI CLIMATICA, SICILIA: QUANDO MANCA L’ACQUA ANCHE PER CURARE I PAZIENTI IN DIALISI

CRISI CLIMATICA, SICILIA:  QUANDO MANCA L’ACQUA  ANCHE PER CURARE  I PAZIENTI IN DIALISI

La segnalazione proviene dall’account “Terra@Terra_Pianeta” che il 4 luglio ha postato su “X” (ex Twitter) questa foto con questa didascalia: “In Sicilia è difficile trovare i circa mille litri d’acqua che servono per ogni seduta per ogni paziente in dialisi. La priorità non è uno stramaledetto ponte, ma la Crisi Climatica”. E il giornalista Giovanni Valentini, già direttore del settimanale “L’Espresso” e ambientalista di lungo corso, ha subito commentato sullo stesso social: “Ecco fin dove può arrivare la crisi climatica…Leggere per credere!”.

Quando dice che il riscaldamento globale del pianeta – oltre a danneggiare l’ambiente – può causare conseguenze anche sulla salute collettiva, non si pensa in particolare ai bambini, agli anziani e agli ammalati. Ma l’idea che la siccità metta a rischio la sopravvivenza di coloro che soffrono di gravi disfunzioni ai reni, difficilmente passa per la testa dei cosiddetti “negazionisti”: cioè di coloro che negano, appunto, i cambiamenti climatici.

DIALISI

Un reparto di dialisi

Eppure, questo allarme deve far riflettere anche i più scettici. Se la siccità minaccia di compromette perfino le cure della dialisi, per cui occorrono mille litri d’acqua per ogni seduta del paziente, si può toccare con mano uno dei tanti effetti nefasti che il riscaldamento globale provoca al genere umano. E bisogna convincerli che tutto ciò dipende dall’inquinamento atmosferico, provocato dalle emissioni di gas nocivi con cui avveleniamo l’atmosfera: scarichi industriali, automobilistici e via dicendo.

Questi sono tutti “costi” occulti a carico della comunità che si ripercuotono ovviamente sul servizio sanitario nazionale. Quanto a quelli più evidenti, nella sua rubrica settimanale “SosClima” pubblicata sul Fatto Quotidiano sabato 6 luglio il meteorologo Luca Mercalli ha scritto che “le catastrofi naturali ci costano oltre 6 miliardi di euro all’anno”: una cifra astronomica che nel 2023 le compagnie assicurative hanno dovuto versare ai danneggiati, a titolo di rimborso, senza calcolare qui le spese a carico del bilancio statale. E questo riguarda soltanto l’Italia. Ma altrettanto vale per il resto del mondo, dove i fenomeni atmosferici “eccezionali” sono diventati ormai abituali: ai Caraibi, per esempio, l’uragano “Beryl” alla velocità di 265 chilometri all’ora ha causato recentemente distruzioni e 12 morti.

URAGANO Beryl

Danni provocati dall’uragano “Beryl” nei Caraibi

Per fermare questa apocalisse annunciata, bisogna invertire al più presto la rotta. Vale a dire ridurre in tutti i modi le emissioni inquinanti e nocive, per ridurre rapidamente il global warning. Il riscaldamento della Terra non è un’invenzione degli ambientalisti, bensì un’emergenza climatica da affrontare tutti insieme nel nostro stesso interesse e per le generazioni future.

ANGELO BONELLI

Il leader di Alleanza Verdi Sinistra, Angelo Bonelli (nella foto sopra) ha iniziato intanto una sua video-inchiesta in Sicilia per documentare con la forza delle immagini la crisi climatica. La prima tappa è stata il lago di Pergusa, descritto dalla mitologia greca come la porta degli Inferi, dove l’acqua non c’è più. “La causa del prosciugamento – ha postato su “X” – è legata alla siccità. Il 70% del territorio siciliano è in via di desertificazione”. Poi Bonelli è andato a Ravanusa, provincia di Agrigento, “la città dove l’acqua arriva una volta ogni 18 giorni”. E ha commentato: “Siccità e mala amministrazione della Regione Sicilia: una vergogna per l’Italia intera”. Terza tappa del viaggio, la piana di Catania: qui “centinaia di alberi di arance sono stati estirpati perché non c’è acqua: “Nel Trapanese – segnala Bonelli – i vigneti vengono estirpati e a Canicattì abbattono gli animali da stalla. Un disastro ambientale, economico e sociale”.

 

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