Ai piedi del Monviso – dove nasce il Po, il fiume più lungo d’Italia – il rifugio Quintino Sella chiude i battenti: a causa della siccità e della mancanza d’acqua, non è più in grado di ospitare alpinisti ed escursionisti. Le riserve immagazzinate durante l’inverno sono esaurite. Ne ha dato notizia nei giorni scorsi Il Fatto Quotidiano, annunciando che il rifugio è costretto perciò ad alzare bandiera bianca.
I gestori della struttura del Cai, a 2.640 metri di altitudine, tappa della Grande Traversata Alpina che porta fino ai 3.841 metri del Monviso, hanno spiegato al giornale: “Non ce ne vogliamo andare. Stanchi ma innamorati di questo posto fantastico. Quando è capitato di chiudere presto, era per la neve arrivata a sorpresa. Invece quest’anno chiudiamo in anticipo perché siamo senz’acqua”. L’allarme era già scattato da tempo, ma ogni tentativo di trovare soluzioni per garantire i servizi igienici è fallito.
Nella valle Po, a conferma del riscaldamento del pianeta e delle variazioni climatiche, questa è la seconda grave siccità che si verifica in pochi anni: le fonti del fiume s’erano già prosciugate a settembre del 2017. Ed è ancora il Cuneese la provincia piemontese a soffrire maggiormente: ad agosto è mancato l’80% di acqua rispetto alla media storica. Il deficit è comunque del 50-60% nelle altre zone della regione. Il rapporto su primavera ed estate di Arpa (l’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente) denuncia una situazione di siccità “severa” nel sud del Piemonte e addirittura “estrema” a cavallo tra le vallate del Torinese e del Cuneese.
Nella regione, anche la portata di altri fiumi risulta ai minimi termini. Il deficit della Bormida a Cassine (Alessandria) a fine agosto aveva già raggiunto l’88% rispetto alla media storica del mese; la Stura di Demonte a Fossano (Cuneo) ha perso l’85% dell’acqua; il Pellice a Villafranca Piemonte l’80%; il Varaita a Rossana (Cuneo) il 66%. In alcuni fiumi, Provincia di Cuneo ha autorizzato perciò una deroga parziale, alla regola del deflusso minimo vitale. Una decisione concordata con i consorzi irrigui e con la Regione per venire incontro alle richieste degli agricoltori. E per i prossimi giorni, le previsioni metereologiche non annunciano piogge: continueranno il caldo estivo e il tempo secco. Si spera nell’arrivo di una perturbazione soltanto nella seconda metà di settembre.