La “rivoluzione verde”, per contrastare la crisi energetica e quella climatica, può cominciare solo dalle città. Ne sono convinti in primo luogo i sindaci, perché l’80% della popolazione risiede nelle aree urbane e circa un terzo nelle città metropolitane. E perciò, in vista delle prossime elezioni politiche del 25 settembre, hanno presentato un manifesto, chiamato “Città Italia”, con dieci punti per la Programmazione dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Si tratta di esigenze che provengono dal territorio, riguardano tutti i cittadini e richiedono interventi immediati.
Una proposta concreta l’ha lanciata Antonio Decaro, indaco di Bari e presidente dell’Associazione nazionale Comuni italiani, in un’intervista rilasciata a Domenico Castellaneta per l’edizione barese di Repubblica: “Trasporti pubblici gratuiti”. Bus, tram e metropolitane senza biglietto. Una soluzione che tende a ridurre il traffico urbano e quindi l’inquinamento. E anche un sasso nello stagno, per cercare di smuovere le acque delle amministrazioni comunali. L’Italia non è, del resto, il Paese dei “mille campanili”, erede di una storia e di una tradizione per cui nel Rinascimento le città storiche erano altrettante Repubbliche?
Nella stessa intervista, richiamando i primi tre punti del manifesto dei sindaci, Decaro propone: “Le città dovrebbero definire dei programmi pluriennale di valutazione e riqualificazione energetica degli edifici pubblici, attuare politiche contro gli sprechi energetici migliorando l’efficienza degli impianti termici, della pubblica amministrazione anche attraverso i sistemi digitali”. Il presidente dell’Anci sollecita poi “un ambizioso piano per la mobilità sostenibile nelle aree urbane che garantisca a tutti l’accesso a un servizio pubblico efficiente, integrato con un sistema articolato di servizi a domanda di micro-mobilità, bici e altri mezzi non inquinanti”. E infine, terzo punto, a parere di Decaro “occorre intraprendere la lotta agli sprechi secondo un approccio sistemico che integri nelle funzioni urbane i principi dell’economia circolare del recupero e del riuso”.
In una lettera aperta sottoscritta dai sindaci delle nove grandi città italiane, selezionate dalla Commissione europea per la Mission Climate-neutral and smart cities al 2030, si chiede una “coraggiosa svolta ambientale” per invertire la curva delle emissioni di gas serra che inquinano l’atmosfera e provocano il cambiamento climatico. L’appello trasversale è firmato, nell’ordine, da Giorgio Gori, sindaco di Bergamo; Matteo Lepore (Bologna), Dario Nardella (Firenze), Giuseppe Sala (Milano), Sergio Giordani (Padova), Michele Guerra (Parma), Matteo Biffoni (Prato), Roberto Gualteri (Roma) e Stefano Lo Russo (Torino).
“Consideriamo la crisi climatica – si legge nel testo – come un problema prioritario da affrontare, perché mina alla base il nostro futuro, le comunità che rappresentiamo, i territori e l’economia”. I nove sindaci delle nove grandi città aderiscono quindi con convinzione alla petizione “Un voto per il clima”, sentendo la responsabilità di guidare il cambiamento “perché le aree urbane sono i luoghi dove con più intensità e frequenza si stanno già subendo gli impatti del surriscaldamento climatico”.