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“ENERGIE PER CRESCERE”, SI ESTENDE ALLE RINNOVABILI IL PROGRAMMA DI FORMAZIONE DI ENEL CON ELIS

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Si estende al settore delle rinnovabili Energie per Crescere, il programma di formazione lanciato da Enel in collaborazione con Elis, ente non profit impegnato nella formazione di persone al lavoro. L’obiettivo è quello di formare entro il 2025 più di duemila nuovi professionisti della transizione energetica, da occupare nelle imprese fornitrici di Enel Green Power.

Avviato nel 2022 con l’obiettivo di formare 5.500 nuovi operatori delle reti smart entro due anni, il programma ha già raccolto più di 12mila candidature, permettendo a oltre 2.400 giovani di ottenere una qualifica professionale finalizzata all’assunzione nelle imprese dell’indotto di Enel. Ora si propone di creare nuove professionalità specializzate che supportino lo sviluppo della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Italia, contribuendo ad accelerare il percorso di transizione energetica del Paese.

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“Il successo di Energie per Crescere conferma come la transizione energetica rappresenti un’opportunità unica per l’Italia in grado di sviluppare le competenze necessarie attraverso la formazione dei giovani”, dichiara Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel (nella foto sopra). E aggiunge: “Per questo motivo abbiamo esteso il progetto alla filiera delle rinnovabili, dove è essenziale disporre di figure professionali qualificate che lavorino con le nostre imprese per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e conseguire la libertà energetica, in linea con quanto previsto dal piano europeo RePowerEu. Con il programma vogliamo rispondere a questa sfida contribuendo a far crescere la catena nazionale di fornitura delle rinnovabili, creando occupazione di qualità attraverso il coinvolgimento dei nostri giovani e generando valore per economia, società e ambiente”.

PANNELLI SOLARI e tecnico

Commenta Pietro Cum, Amministratore Delegato di ELIS: Energie per Crescere ha coinvolto migliaia di giovani che si sono messi in gioco per imparare una professione, scoprendo così l’importanza dei mestieri tecnico-professionali indispensabili per sviluppare un settore strategico per il Paese, come è quello dell’energia. È un cambio di passo importante rispetto a una certa cultura del lavoro, che ha portato l’Italia negli ultimi decenni a perdere di vista la centralità della formazione professionale”.

Il programma, rivolto ai diplomati, mira a sostenere la crescita della filiera delle rinnovabili, formando in particolare specialisti elettrici, specialisti civili-meccanici e junior site manager che collaboreranno con Enel Green Power alla realizzazione in tutta Italia di nuovi impianti fotovoltaici, eolici e di accumulo di energia. Le richieste di personale da parte delle aziende che aderiscono al programma verranno sistematizzate per aree geografiche e, nella fase di selezione, gestite da alcune delle maggiori agenzie per il lavoro, tra cui Manpower, GiGroup, Orienta e Randstad. Prima di iniziare il percorso di formazione, i candidati potranno valutare la sede di occupazione proposta.

 

FERROVIE DELLO STATO: LO SVILUPPO DELLA PALERMO-CATANIA FINO A MESSINA (43 CHILOMETRI)

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Si “prolunga” fino a Messina, oltre al completamento dell’Alta velocità Palermo-Catania per il quale sono stati già stanziati 3,4 miliardi di euro, l’intervento di FS per sviluppare la rete ferroviaria in Sicilia. Il Gruppo guidato dall’amministratore delegato Luigi Ferraris ha avviato ora i lavori sulla tratta TaorminaFiumefreddo, nell’ambito del potenziamento della Giampilieri-Fiumefreddo sulla linea tra Messina e Catania. Un tracciato complessivo di 43 chilometri a doppio binario, di cui 37 sotterranei, che richiederà un investimento di 2,253 miliardi di euro.

FERROVIE VERDI

Il progetto s’inserisce negli interventi di realizzazione della nuova linea Palermo-Catania-Messina, per un costo complessivo di oltre 11 miliardi, con la previsione di creare almeno 7mila nuovi posti di lavoro, tra diretto e indotto. I lavori sul nuovo cantiere sono stati affidati al Raggruppamento temporaneo di imprese, che comprende Webuild (capofila) e Pizzarotti. La direzione dei lavori sarà seguita da Italferr, che, come RFI, fa parte del Polo Infrastrutture del Gruppo FS. Il completamento dei lavori tra Giampilieri e Fiumefreddo consentirà di incrementare il traffico merci su rotaia e di ridurre di 30 minuti il tempo di viaggio tra Messina e Catania, portandolo a 45 minuti.

“Questo potenziamento infrastrutturale – ha dichiarato l’AD Ferraris – offrirà sin da subito notevoli opportunità di crescita per il tessuto sociale ed economico del territorio, creando nuove opportunità di lavoro. Sarà un intervento di grande complessità ingegneristica, sia sulla tratta fra Taormina e Fiumefreddo, dove è prevista la costruzione della stazione interrata di Taormina e di un viadotto di circa 1 chilometro sulle gole dell’Alcantara, sia sull’altra, verso Giampilieri, dove le attività sono già iniziate lo scorso anno”.

FS Ferraris e Salvini

La visita al cantiere, a cui hanno presenziato il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini (nella foto sopra, con l’AD Ferrarisi), il presidente della Regione, Renato Schifani e il sindaco di Taormina, Mauro Bolognari – è stata anche l’occasione per presentare in Sicilia il progetto del Gruppo FS “Cantieri parlanti”, dedicato alle comunità locali più direttamente interessate. Un’operazione di trasparenza, oltre che di informazione, per illustrare – anche online – i vantaggi dell’opera e fornire dati aggiornati attraverso pannelli collocati all’interno dei cantieri. A disposizione del territorio, è stato installato un Iinfopoint a Messina, all’interno dell’atrio di Palazzo Zanca, per illustrare tutti gli investimenti ferroviari in Sicilia di RFI e Italferr. E un altro verrà realizzato alla stazione di Palermo Centrale.

Il collegamento Palermo-Catania-Messina è un’opera infrastrutturale strategica per lo sviluppo della rete in Sicilia a favore degli spostamenti di turisti e lavoratori. L’intervento è compreso nel corridoio ferroviario europeo TEN-T Scandinavia – Mediterraneo. Oltre a ridurre di 60 minuti il collegamento Palermo-Catania, lo sviluppo dell’infrastruttura permetterà di accrescere la frequenza e il numero di treni, sia passeggeri sia merci, consentendo la circolazione anche a quei convogli cargo a standard europeo con un peso e una lunghezza maggiore rispetto ai limiti massimi attuali.

In complesso, l’impegno del Polo Infrastrutture del Gruppo FS in Sicilia ammonta così a 21 miliardi di euro, destinati all’ammodernamento e al potenziamento infrastrutturale e tecnologico delle linee ferroviarie nella maggiore isola italiana (25.426,2 chilometri quadrati). Tra i progetti principali, sono previsti il ripristino e l’elettrificazione della linea Palermo-Trapani via Milo; il raddoppio della tratta Fiumetorto-Castelbuono sull’itinerario Messina-Palermo; il bypass di Augusta; la chiusura dell’anello ferroviario di Palermo, il nodo di Palermo e l’installazione della tecnologia ERTMS (European Rail Traffic Management System), per la gestione, il controllo e la protezione del traffico ferroviario con il segnalamento a bordo.

GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA, UN VIDEO DI FERROVIE DELLO STATO A ROMA TERMINI

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Un video inclusivo con i versi di Dante declamati e raccontati con il linguaggio dei segni, e una serie di podcast su FSNews e sui social network selezionati da chi ogni mese cura la rubrica di poesia su La Freccia. È così che le testate giornalistiche del Gruppo FS hanno celebrato  la “Giornata Mondiale della Poesia”, istituita dall’Unesco nel 1999, per il giorno del 21 marzo. Un’iniziativa che conferma l’attenzione e il sostegno di Ferrovie dello Stato Italiane al mondo della cultura e dell’arte che non si esauriscono soltanto nell’assicurare la libera circolazione di persone, idee e creatività e nel favorire la mobilità verso i luoghi dove si celebra la cultura.

Per questa occasione la stazione di Roma Termini diventa la scenografia di una clip che racconta il cammino di Dante, iniziato pochi giorni dopo l’equinozio di primavera, che giunge fino in Paradiso a incontrare Beatrice. Un viaggio di purificazione e di salvezza, verso la luce e nella poesia. Il video è ambientato integralmente nella stazione, tra il dinamismo dei binari e la velocità dei treni fino al silenzio di luoghi sconosciuti ai più, lungo il suggestivo “corridoio mazzoniano”, opera dell’ingegnere e architetto Angiolo Mazzoni (Bologna 1894 – Roma 1979). Come per Dante, da un vortice di incontri all’intimo silenzio della contemplazione.

I versi trovano corpo nell’interpretazione in linguaggio visivo gestuale sperimentale su base LIS di Valeria Spagnuolo e riecheggiano nella voce del poeta contemporaneo Davide Rondoni. Un’immersione totale e inclusiva nell’opera pilastro della letteratura italiana che fonda le sue radici nella narrazione poetica di un viaggio. Obiettivo, promuovere l’espressione artistica e la creatività per rendere i versi accessibili a tutti coloro che desiderano lasciarsi avvolgere dalla bellezza della poesia.

VIDEO: https://www.fsnews.it/it/eventi/lifestyle/giornata-mondiale-della-poesia-2023-21-marzo-unesco-viaggio.html

CASE GREEN, VIA LIBERA DEL PARLAMENTO EUROPEO: LE DEROGHE E LE ECCEZIONI PREVISTE PER L’ITALIA

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Con 49 voti favorevoli, 18 contrari e 6 astenuti, la Commissione Industria del Parlamento di Strasburgo ha approvato la proposta di Direttiva europea sulle “case verdi”: cioè sul piano di riqualificazione energetica delle abitazioni, per contrastare l’inquinamento e i cambiamenti climatici. L’accordo di compromesso, faticosamente raggiunto fra i vari gruppi politici, stabilisce con alcune eccezioni e deroghe che le case dovranno arrivare alla classe energetica “E” entro il 2030 e alla “D” entro il 2033, in funzione dell’obiettivo “Emissioni zero” fissato al 2050.

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Ora la proposta sarà sottoposta al voto dell’assemblea plenaria e quindi al negoziato con le altre istituzioni europee. Attraverso il nostro ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto (FdI), il 25 ottobre scorso il governo italiano aveva anticipato un parere positivo. Ma poi la maggioranza di centrodestra, con in testa la Lega di Matteo Salvini, ha lanciato un’offensiva contro la proposta, ponendo una serie di interrogativi sui costi del piano e paventando il rischio di una “patrimoniale occulta”.

“C’è stata molta disinformazione in Italia”, replica il verde irlandese Ciaran Cuffe, relatore all’Europarlamento: “Bruxelles non dirà agli Stati membri che cosa fare”. Gli emendamenti adottati, a suo giudizio, “lasciano ampia flessibilità“. In effetti i patrimoni immobiliari dei 27 Paesi interessati dalla Direttiva sono molto diversi, anche per ragioni storiche e geografiche. La stessa definizione di “classe D” non è univoca su tutta l’Unione. Perciò il testo approvato dalla Commissione Industria prevede che le classi andranno armonizzate, inserendo nella G il 15% delle abitazioni nazionali con le prestazioni peggiori, e procedendo così di seguito per le altre classi. Non è vero, quindi, che il 40% delle case italiane verrà inserito nell’ultima classe, come molti temevano.

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 Quali sono le eccezioni indicate nel piano? Le case di vacanza, i palazzi storici protetti, le chiese e le abitazioni indipendenti sotto i 50 metri quadrati saranno esentate da queste misure. Altre deroghe potranno essere concesse in caso di costi eccessivi delle materie prime, di impossibilità tecnica di realizzare gli interventi e penuria di manodopera qualificata. Gli interventi prescritti – cappotto termico, sostituzione degli infissi, nuove caldaie a condensazione, pannelli solari – potranno essere co-finanziati non solo con risorse nazionali, ma anche attraverso uno speciale fondo europeo. In ogni caso la Ue non imporrà ai singoli Stati membri di sanzionare i proprietari che non rispetteranno la normativa, né vieterà la vendita o l’affitto delle case nelle classi più basse: sarà il mercato eventualmente a valutarle di meno.

Al momento, secondo le stime dell’Enea (la nostra Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), 11 milioni di case italiane (pari al 74% del totale) sarebbero in classe energetica inferiore alla “D”. Il presidente Gilberto Dialuce spiega che, per realizzare gli obiettivi della direttiva Ue, sarebbe necessario “uno sforzo notevole” che richiederebbe imprese pacaci di “interventi su larga scala”.

Per avere un termine di riferimento, i lavori di ristrutturazione eseguiti con il Superbonus 110% hanno riguardato 290 mila unità abitative all’anno: un target che appare molto difficile da raggiungere. Senza contare l’impegno economico che dovrebbe ricadere sul proprietario privato o sullo Stato, chiamato necessariamente a intervenire per incentivare ora con un meccanismo analogo le riqualificazioni energetiche.

ENEL: RECORD DI ENERGIE RINNOVABILI IN TUTTO IL MONDO (5,6 GIGAWATT), QUASI LA META’ IN ITALIA

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Nel 2022 Enel Grids, la business line globale del Gruppo dedicata al servizio di distribuzione di energia elettrica, ha collegato alle proprie reti la cifra record di quasi 5,6 GW di nuova capacità rinnovabile relativa a circa 411mila producer e prosumer in tutto il mondo, di cui circa 317mila in Europa e il resto in America Latina.

Alla fine dell’anno scorso, la capacità rinnovabile cumulata di piccola e media scala connessa alle reti di Enel Grids in tutto il mondo ha raggiunto 65,7 GW, proveniente da un totale di circa 1,4 milioni di producer e prosumer. Questi risultati sono stati raggiunti grazie alla crescente capacità di accogliere generazione rinnovabile distribuita (hosting capacity) e all’elevato livello di digitalizzazione delle reti di distribuzione gestite da Enel.

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“Le reti elettriche sono fondamentali nell’attuale scenario energetico, caratterizzato dalla crescente e sempre più decentralizzata generazione rinnovabile e dal ruolo sempre più attivo dei consumatori, come dimostra il numero record di producer e prosumer collegati alle reti del Gruppo Enel nel 2022”, dichiara Antonio Cammisecra, Direttore di Enel Grids. E aggiunge: “Questa transizione energetica ‘bottom up’ senza precedenti è resa possibile dal gran numero di cittadini che utilizzano le risorse naturali per autoprodurre energia rinnovabile. Prevediamo per il 2023 e oltre volumi sempre maggiori, come dimostrato dalla costante crescita di richieste giunte nelle prime settimane dell’anno. Enel Grids continua a perseguire miglioramenti del servizio per rendere più agevole il percorso di elettrificazione dei clienti, fornendo la connessione alla rete necessaria a sostenere la loro indipendenza energetica e promuovendo al contempo un ecosistema elettrico più interattivo, oltre che nuove opportunità in termini di modelli di business”.

Dei nuovi 5,6 GW aggiunti a livello globale nel 2022, 2,4 GW sono stati connessi in Italia, di cui circa 2 GW derivanti da impianti solari fotovoltaici, corrispondenti all’installazione di oltre 6 milioni di pannelli solari standard. La capacità aggiunta nelle aree servite da Enel in Italia si è concentrata per il 57% nelle regioni settentrionali e per il 20% nelle regioni centrali. Le regioni meridionali hanno contribuito con il 14% e la capacità restante è stata installata nelle isole. Il numero di nuove connessioni effettuate nel periodo è pari a circa 204mila, circa 2,5 volte in più rispetto al 2021.

Le imprese tecniche hanno gestito l’87% delle richieste di allacciamento per conto dei clienti finali, valorizzando così le catene del valore dell’imprenditoria locale. Con le aggiunte record del 2022, il numero totale di prosumer e producer connessi alla rete Enel in Italia ammonta ora a circa 1,2 milioni, per una capacità complessiva di oltre 34 GW.

In Spagna, Enel Grids ha collegato 2,2 GW di capacità grazie a 97mila nuove connessioni nel 2022 (oltre 3 volte in più rispetto al 2021), fino a un totale di circa 134mila, corrispondenti a una capacità complessiva di 24,4 GW. Tra le regioni servite da Enel Grids, l’Estremadura, l’Andalusia e la Catalogna hanno installato complessivamente l’80% della potenza totale, mentre la parte restante è stata suddivisa tra l’Aragona e le Isole Baleari e Canarie. Le restanti aggiunte sono state effettuate principalmente in Brasile, dove sono stati collegati alle reti 800 MW, quasi 2 volte in più rispetto al 2021.

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Questi numeri da record sottolineano come la crescita della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in tutto il mondo derivi non solo da impianti eolici e solari su scala aziendale, ma anche da iniziative dei clienti a livello locale che danno un importante contributo alla riduzione del consumo di combustibili fossili e alla produzione di energia elettrica senza emissioni di carbonio. Questa ricerca dell’indipendenza energetica sta anche cambiando notevolmente il ruolo delle reti di distribuzione dell’energia. Analisti come BloombergNEF stimano infatti che in Europa la quota di energia immessa nelle reti di distribuzione salirà al 66% entro il 2050, in confronto al 27% del 2022.

MILANO, GALLERIE D’ITALIA: CINQUE OPERE “LUMINOSE” DI DAN FLAVIN (MINIMAL ART AMERICANA)

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Fino al prossimo autunno 2023, le Gallerie d’Italia – Milano in piazza della Scala (nella foto sopra) presentano un importante nucleo di opere di Dan Flavin appartenenti alla Collezione Luigi e Peppino Agrati confluita, grazie al lascito del Cavalier Luigi Agrati, nel patrimonio storico-artistico tutelato e valorizzato da Intesa Sanpaolo. Saranno esposte nella Sala delle Colonne e lungo il percorso museale, illuminando le sale con nuovi colori in relazione ai pezzi dell’esposizione permanente.

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Dan Flavin, insieme a Donald Judd, Carl Andre, Sol Lewitt, è uno dei principali esponenti della Minimal Art americana: la corrente che tende a semplificare le forme fino a renderle elementi geometrici, in reazione alla carica emotiva dell’Espressionismo Astratto del secondo dopoguerra e degli anni Cinquanta e alla Pop Art con la sua riflessione sulla società dei consumi e dello spettacolo. A partire dal 1963, Flavin sceglie di utilizzare lampade fluorescenti come elementi di una personale grammatica visiva.

Una o più lampade, di uno o più colori e dimensioni standard, uguali o legate tra loro da proporzioni modulari, vengono collocate nello spazio, configurando delle installazioni che modificano luminosità e colore dell’ambiente: non vi è alcun riferimento contenutistico o simbolico, ma pura affermazione oggettiva dei materiali e della loro organizzazione. L’artista stesso descrive il suo lavoro come una “sequenza di decisioni implicite per combinare le tradizioni di pittura e scultura nell’architettura, con atti di luce elettrica che definiscono lo spazio” (D. Flavin, 1965).

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Peppino Agrati fu uno dei primi collezionisti europei a intuire l’importanza di Flavin. Nel 1969 acquistò Untitled (to Giuseppe Agrati), un pezzo del 1968 con una configurazione molto articolata delle lampade, le cui dimensioni corrispondono a una progressione modulare. Tra il 1970 e il 1980 ne comprò altre quattro: Untitled (to Brad Gillaugh), Untitled (to Ileana and Michael Sonnabend), Untitled (to Giuseppe Agrati) e Untitled (to Mr. and Mrs. Giuseppe Agrati), tutte realizzate entro il 1970. Cinque opere, cinque installazioni luminose, cinque episodi di un appassionato e aggiornato collezionismo.

Il museo di Milano, insieme a quelli di Napoli, Torino e Vicenza, è parte del progetto museale Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo guidato da Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici della Banca.

 

IL GRUPPO FS COMPLETERA’ CON 3,4 MILIARDI DI EURO LA LINEA AD ALTA VELOCITA’ PALERMO-CATANIA

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Con nuove risorse per 3,4 miliardi di euro, sarà realizzato il completamento della linea ferroviaria veloce tra Palermo e Catania, condotto dal Gruppo FS con la sua società Rete Ferroviaria Italiana. Una disponibilità finanziaria che si affianca al miliardo e 400 milioni provenienti dal PNRR, consolidando il percorso di ammodernamento della rete siciliana sul quale il Gruppo guidato dall’amministratore delegato Luigi Ferraris sta investendo complessivamente circa 21 miliardi fino al 2030.

Il maxi-intervento è stato approvato dalla Banca Europea degli Investimenti ed è suddiviso in un finanziamento diretto al MEF di 800 milioni e un innovativo strumento di contro-garanzia, studiato insieme a Ferrovie dello Stato Italiane, da 1,3 miliardi a favore di intermediari finanziari: 500 milioni per l’operazione apripista con Intesa Sanpaolo, 300 milioni per quella con Cassa Deposito e Prestiti e ulteriori 500 ancora da destinare. Grazie al programma InvestEU, l’impegno di un miliardo e trecento milioni garantiti dalla BEI può essere raddoppiato a 2,6 miliardi portando in totale le risorse attivate, con gli 800 milioni al MEF, a 3,4 miliardi.

L’intesa, frutto di un lavoro di squadra tra istituzioni europee e italiane, tra pubblico e privato, sottolinea la grande attenzione per il ruolo della rete ferroviaria siciliana e in particolare della Palermo-Catania che, insieme alla Messina-Catania e al Ponte sullo Stretto, rappresenta un segmento fondamentale del Corridoio Scandinavia-Mediterraneo della Rete TEN-T (Trans European Network Transport), volto a collegare l’Europa settentrionale con quella meridionale.  Un aspetto che è stato rimarcato negli interventi dell’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiane Luigi Ferraris e del ministro delle Infrastrutture e trasporti Matteo Salvini durante la presentazione dell’accordo, nella sede del MIT (foto sotto).

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Le risorse stanziate saranno destinate in particolare agli interventi di potenziamento del collegamento Palermo-Catania, lungo 226 km, nella tratta Fiumetorto-Bicocca dove verrà raddoppiato l’attuale binario unico, con un incremento della velocità fino a 200 km/h. Il completamento dei lavori permetterà di tagliare di un terzo i tempi di percorrenza che, sulla rete potenziata, si ridurranno di circa 60 minuti sia per i treni merci sia i treni passeggeri. Le due città metropolitane saranno collegate con treni diretti in 2 ore rispetto alle 3 ore attuali.

“Accogliamo con grande soddisfazione l’impegno della BEI nel sostenere finanziariamente i progetti di ammodernamento e potenziamento delle nostre infrastrutture ferroviarie, e l’attenzione particolare che ha rivolto verso il meridione e la Sicilia”, sottolinea l’Ad di FS Luigi Ferraris (foto sotto). E aggiunge: “L’impegno di tutti i sottoscrittori di questo accordo rafforza quello delle società del Gruppo FS, come Rete Ferroviaria Italiana, che stanno lavorando per realizzare le opere del PNRR, quelle previste dal Contratto di Programma con lo Stato e dal nostro Piano Industriale che, in questo settore, vale oltre 110 miliardi”.

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Proprio nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, RFI ha chiuso il 2022 con il lancio di 6 gare da 6 miliardi totali in Sicilia, che permetteranno di aprire tutti i cantieri della Palermo-Catania-Messina nel corso di quest’anno. Un processo che potrà ora contare anche su questa iniziativa finanziaria totalmente innovativa in Italia nel settore delle infrastrutture, introducendo un originale strumento di contro-garanzia a favore di intermediari finanziari chiamati a svolgere un ruolo fondamentale nel facilitare l’implementazione dei progetti infrastrutturali di grandi dimensioni.

VIDEO: https://youtu.be/kzfebzGwpU8

 

CON 560 MILIONI DI EURO PARTE 3SUN DI ENEL, LA PIU’ GRANDE FABBRICA DI PANNELLI SOLARI IN EUROPA

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Per finanziare l’ampliamento della Gigafactory di Catania (Sicilia), destinata a diventare la più grande fabbrica europea di pannelli solari, la società 3SUN (Enel Green Power) ha firmato con Unicredit e Sace un contratto di project financing per un importo complessivo di 560 milioni di euro: 475 milioni di senior term loan e 85 milioni di euro di VAT loan.  Il senior term loan beneficia per l’80% della garanzia green di SACE, il Gruppo assicurativo-finanziario specializzato nel sostegno alle imprese e al tessuto economico nazionale, in prima linea nell’attuazione del Green New Deal in Italia. La società, direttamente controllata dal ministero dell’Economia e delle Finanze, può infatti rilasciare garanzie green su progetti domestici in grado di agevolare la transizione verso un’economia a minor impatto ambientale; integrare i cicli produttivi con tecnologie a basse emissioni per la produzione di beni e servizi sostenibili; e promuovere iniziative volte a sviluppare una nuova mobilità a minori emissioni inquinanti.

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L’investimento contribuirà allo sviluppo di TANGO (iTaliAN pv Giga factOry), un impianto di produzione su scala industriale per la produzione di moduli fotovoltaici (PV) innovativi, sostenibili e ad alte prestazioni presso 3Sun. In linea con l’accordo, l’espansione della fabbrica si tradurrà in un aumento di 15 volte della sua capacità produttiva a 3 GW all’anno dagli attuali 200 MW. L’impianto di produzione da 3 GW dovrebbe essere completamente operativo entro luglio 2024, dopo aver iniziato con i primi 400 MW nel settembre 2023. Si prevede che la fabbrica aumenterà l’occupazione locale diretta e indiretta di circa 1.000 posti di lavoro entro il 2024, fungendo da catalizzatore per il rilancio di una catena del valore fotovoltaica europea e contribuendo alla riduzione della dipendenza energetica dell’intero Continente.

La produzione di 3Sun includerà celle fotovoltaiche a eterogiunzione bifacciale (B-HJT) che possono rispondere alla luce su entrambe le superfici anteriori e posteriori, catturando così più irradiazione solare. Attraverso un ambizioso programma di ricerca e sviluppo, i pannelli fotovoltaici saranno ulteriormente sviluppati per incorporare anche una struttura chiamata “Tandem”, che utilizza due celle impilate che consentono di catturare più luce rispetto alle strutture a cella singola, producendo una maggiore efficienza complessiva. La combinazione di pannelli fotovoltaici bifacciali e struttura a celle “Tandem” consentiranno ai moduli fotovoltaici di superare il 30% di efficienza, garantendo una maggiore produzione media di energia.

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I 3 GW di pannelli che saranno prodotti ogni anno dalla Gigafactory possono generare fino a circa 5,5 TWh di elettricità rinnovabile all’anno, che dal punto di vista della sostenibilità hanno il potenziale per evitare l’equivalente di quasi 25 milioni di tonnellate di CO2 nei loro primi dieci anni di attività. Allo stesso modo, la produzione generata dai pannelli della Gigafactory ha il potenziale per evitare l’acquisto di quasi 1,2 miliardi di metri cubi di gas all’anno, sostituiti da energia rinnovabile prodotta internamente.

La Gigafactory è stata progettata e viene costruita seguendo le migliori pratiche sostenibili e circolari, aumentando l’uso di materiali riciclati rispettosi dell’ambiente e riducendo il consumo di energia e risorse. La fabbrica è fortemente impegnata, inoltre, nella ricerca e sviluppo in collaborazione con centri di ricerca internazionali, aziende leader del settore e start-up: l’obiettivo è quello di sviluppare nuovi processi di riciclo per la gestione dei moduli fotovoltaici a fine vita attraverso il recupero e il riutilizzo dei materiali, in un’ottica completamente circolare. L’uso di procedure altamente automatizzate e di sofisticati algoritmi di intelligenza artificiale, per esempio, migliorerà notevolmente il controllo dei processi di produzione, portando a una significativa riduzione degli scarti.

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“Con la firma di questo project financing a lungo termine – dichiara Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel (nella foto qui sopra)  abbiamo raggiunto un altro importante traguardo per la Gigafactory, confermando la solidità e l’attrattività dell’iniziativa”. E aggiunge: “La fabbrica di moduli solari che stiamo realizzando a Catania sarà all’avanguardia in termini di tecnologia innovativa e automazione dei processi industriali e contribuirà al raggiungimento degli obiettivi dell’UE di un consumo energetico del 40% da fonti rinnovabili entro il 2030, oltre a contribuire a ridurre la dipendenza energetica. Con questo progetto stiamo dimostrando la fattibilità e la scalabilità, anche finanziariamente, di un modello industriale sostenibile che potrà essere replicato per altre fabbriche di questa tipologia da sviluppare nei prossimi anni anche in altri paesi”.

Commenta Andrea Orcel, CEO di UniCredit: “Siamo lieti di aver contribuito in modo decisivo al successo di questa operazione, che consentirà al nostro Paese di disporre di un impianto di produzione ad alta tecnologia di dimensioni tali da contribuire a ridurre in modo significativo la dipendenza dai combustibili fossili. Nel 2022 UniCredit ha generato 11,4 miliardi di euro di nuovi prestiti green legati alla sostenibilità. Per UniCredit, la finanza sostenibile è essenziale per sostenere la transizione energetica, fornendo soluzioni concrete per accelerare il percorso dei nostri clienti e delle comunità in cui operiamo verso un futuro più equo e sostenibile”.

 

Aggiunge Alessandra Ricci, Amministratore Delegato di SACE: “Siamo orgogliosi di continuare a supportare il Gruppo Enel, per l’ampliamento della più grande fabbrica di pannelli solari italiana. Un’iniziativa strategica che contribuirà alla riduzione della dipendenza energetica del nostro Paese, sviluppando la produzione domestica in un settore a elevata tecnologia e aumentando l’occupazione sul territorio siciliano”.

INTESA SANPAOLO: BOOM “GREEN” DELL’EXPORT NELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE IN LOMBARDIA

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Nelle province di Milano e Monza Brianza, Intesa Sanpaolo (nella foto principale, la sede della Banca a Milano) ha già erogato 600 milioni di euro alle piccole e medie industrie per investimenti green. Nello stesso territorio, si registra nei primi nove mesi del 2022 un aumento dell’export del 22,7% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, insieme a un’elevata diversificazione produttiva e una propensione a brevettare i punti di forza del settore manufatturiero con quasi 3.000 stat-up innovative. In tutta la Lombardia, regione-locomotiva dell’economia nazionale, la banca ha già attivato oltre 200 contratti filiera, coinvolgendo 4.200 fornitori per un volume di affari complessivo di oltre 24 miliardi di euro.

Sono i dati principali di un’analisi a cura della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, emersi durante il convegno “ESG, verso una transizione sostenibile: scenari e opportunità per le imprese italiane”, presso la sede della Direzione Regionale Milano e Monza Brianza guidata da Pierluigi Monceri, con la partecipazione di diversi imprenditori del territorio per una riflessione sull’importanza e i vantaggi della transizione green e della digitalizzazione per il sistema manifatturiero, in linea con gli obiettivi del PNRR. Secondo questa ricerca, sono numerosi i punti di forza dell’economia del territorio nelle province di Milano e Monza Brianza: presenza di importanti player con un’elevata specializzazione nei settori avanzati, quali ICT, Finanza e Logistica; alta competitività sui mercati internazionali, con l’aumento dell’export nei primi nove mesi del 2022 rispetto al corrispondente periodo del 2021 alimentato dalla spinta dei settori della farmaceutica, chimica, sistema moda e metalmeccanica.

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La ricchezza del know-how e delle competenze del tessuto produttivo locale favorisce un’elevata diversificazione produttiva e una buona capacità di inserirsi con successo in nuove nicchie di mercato e di specializzarsi in nuovi comparti. Negli ultimi anni sono emersi nuovi settori di specializzazione di successo come la cosmetica e gli integratori alimentari. A questo si aggiunge una buona propensione a brevettare e a creare nuove imprese innovative, fonte di spillover tecnologici: a gennaio 2023 nelle province di Milano, Monza e Brianza si contavano circa 2.975 start-up innovative, con la provincia di Milano che detiene il primo posto della classifica nazionale (2.820).

Questo scenario conferma come l’attenzione all’ambiente, la transizione verso un’economia digitalizzata e green siano ormai necessarie e determinanti per il sistema manifatturiero, oltre che a offrire numerose opportunità di sviluppo, anche in virtù delle innovazioni che si stanno affacciando sui mercati: il peso dei brevetti green sul totale delle invenzioni a livello mondiale è passato dal 6,2% nel periodo 1993-2000 al 10% negli anni più recenti (2009-16).

ISP riciclo vetro

Sul fronte poi delle tecnologie rinnovabili l’Italia, è il sesto produttore mondiale. Tra le imprese distrettuali italiane, la quota di brevetti green sul totale è salita al 6,3% negli anni più recenti (2014-2018), una quota più che doppia rispetto ai primi anni Duemila. Spicca tra tutti il distretto della Metalmeccanica strumentale di Milano e Monza, si colloca al primo posto tra quelli monitorati da Intesa Sanpaolo per numero di brevetti green (rappresenta il 26% del totale distrettuale).

La svolta green, inoltre, ha impatti positivi sui conti economico reddituali: le imprese manifatturiere dei territori di Milano e Monza e Brianza che detengono certificazioni ambientali, nell’ultimo triennio (2019-2021) hanno registrano risultati, in termini di EBITDA Margin, superiori a quelle che non ne hanno. Le imprese di questo territorio presentano inoltre un’elevata sensibilità verso i temi ambientali: il 65% delle imprese con 3 e più addetti ha intrapreso almeno un’azione finalizzata a ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività. È ancora bassa, però, la quota di imprese che utilizza materie prime seconde (12%), riutilizza o ricicla le acque di scarico (3%) o con impianti per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile (4%). Ampi margini di miglioramento sono possibili anche in termini di inclusione sociale e governance: le imprese più attive su questi fronti sono anche quelle con maggiori prospettive di crescita. Una più elevata diffusione di queste strategie passa necessariamente attraverso un rilancio degli investimenti (soprattutto in tecnologia) che, in prospettiva, possono essere sostenuti dalla spinta del PNRR, i cui risvolti sono però ancora poco conosciuti soprattutto dalle imprese più piccole.

In considerazione della rilevanza della sostenibilità ambientale e sociale per accrescere il valore della competitività delle PMI, Intesa Sanpaolo oltre ad aver attivato con il nuovo piano d’impresa 2022-2025 un plafond di 8 miliardi di euro destinato a investimenti in Circular Economy, ha lanciato nel 2020 un plafond da 2 miliardi di euro per gli S-Loans, una linea specifica di finanziamenti per supportare le iniziative delle imprese verso la transizione sostenibile. In particolare, S-Loan Climate Change, Turismo e Agribusiness con garanzia SACE Green all’80%, sono iniziative pensate per le PMI e le MID – Cap che intendono investire per contrastare gli effetti del cambiamento climatico e ridurre il proprio impatto ambientale attraverso progetti finanziari green.

ISP Pierluigi Monceri

Commenta Pierluigi Monceri, Direttore Regionale Milano, Monza e Brianza di Intesa Sanpaolo (nella foto sopra): “Anche nel 2023 continueremo ad accompagnare le imprese del territorio nei loro percorsi di crescita e sviluppo sostenibile.  Queste province hanno un tessuto imprenditoriale dinamico, con una forte tendenza all’internazionalizzazione e attenzione all’ambiente e alla digitalizzazione, fattori chiave per preservare la competitività. Vogliamo favorire anche in Lombardia la creazione di nuovi processi di filiera e il rafforzamento qualitativo di quelli esistenti. Le filiere rappresentano una leva centrale per il rilancio delle PMI ed è per noi fondamentale preservarne la catena di valore, facilitando l’accesso al credito anche delle realtà minori per sostenerle nel rilancio e nei processi di digitalizzazione e transizione green”.

SMOG, RAPPORTO LEGAMBIENTE: 29 CITTA’ “FUORILEGGE”, 52MILA VITTIME ALL’ANNO

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Nel 2022, secondo il rapporto annuale “Mal’Aria” di Legambiente, sono state 29 su 95 le città in Italia che hanno superato i limiti giornalieri di polveri sottili. Al primo posto c’è Torino con 98 giorni di sforamento del “tetto” (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi al metro cubo). La “Capitale italiana dell’auto” è seguita da Milano, con 84 e Asti con 79. Queste tre, assieme a Modena, Padova e Venezia hanno registrato più del doppio degli sforamenti consentiti di Pm10.

In media, lo “smog killer” provoca nel nostro Paese 52mila decessi all’anno. Ma l’inquinamento prodotto dalle emissioni delle industrie, dal traffico urbano e dal riscaldamento domestico causa anche malattie respiratorie e cardio-vascolari. Un “nemico invisibile” che incombe quotidianamente sulle vita delle nostre città: 1 su 10 è a norma.

Sarebbero in totale 72 quelle risultate “fuorilegge” nel 2022 per la salute umana, in relazione alla quantità di polveri sottili avendo superato il limite raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come media annuale di 20 microgrammi per metro cubo di aria. Rispetto ai nuovi target europei previsti al 2030, afferma l’ong, la situazione è ancora più critica: fuorilegge il 76% delle città per il Pm10, l’84% per il Pm2.5 e il 61% per il biossido di azoto (No2).

“L’inquinamento atmosferico non è solo un problema ambientale, ma anche un problema sanitario di grande importanza”, dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. E spiega, più in dettaglio: “In Europa, è la prima causa di morte prematura dovuta a fattori ambientali e l’Italia registra un triste primato con più di 52.000 decessi annui da Pm2.5, pari a 1/5 di quelli rilevati in tutto il continente. È necessario agire con urgenza per salvaguardare la salute dei cittadini, introducendo politiche efficaci ed integrate che incidano sulle diverse fonti di smog, dalla mobilità al riscaldamento degli edifici, dall’industria all’agricoltura”.

Pollution,From,The,Exhaust,Of,Cars,In,The,City,In

In ambito urbano, di Legambiente indica la necessità di investimenti importanti sul trasporto pubblico; il ridisegno dello spazio cittadino con pedonalizzazioni e zone 30 (limite di velocità); la promozione dell’uso delle due ruote in sicurezza; la diffusione delle reti di ricarica dei mezzi elettrici, per ridurre l’uso dell’auto privata. Aggiunge Ciafani: “Chiediamo al Governo, alle Regioni e ai Comuni, di mettere in campo azioni coraggiose per creare città più pulite e sicure. La salute è un diritto fondamentale che non può essere compromesso”.

La recente Direttiva europea sulla qualità dell’aria, osserva Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente, “rappresenta solo il primo step di una sfida importante. Le nuove AQGs (Air Quality Goals) impongono un notevole adeguamento rispetto ai valori guida Oms e introducono nuove metriche, come il dimezzamento dei valori di legge attuali”.

BICI 6

Le analisi di Legambiente hanno evidenziato che il 76% delle città monitorate superano già i limiti previsti dalla futura direttiva per il Pm10, l’84% per il Pm2.5 e il 61% per il NO2. Perciò, secondo Minutolo, “le città italiane dovranno lavorare duramente per adeguarsi ai nuovi limiti entro i prossimi sette anni, soprattutto considerando che i trend di riduzione dell’inquinamento finora registrati non sono incoraggianti”.

Quanto alle 72 città risultate “fuori legge” per l’inquinamento, il Rapporto di Legambiente distingue. Per il Pm10, prodotto in prevalenza dal riscaldamento, sarebbero solo 23 su 95 (il 24% del totale) le città che non hanno superato la soglia di 20 µg/mc. Secondo l’associazione ambientalista, alcune città devono lavorare di più per ridurre le loro concentrazioni di inquinanti e adeguarsi ai nuovi limiti stabiliti dall’Unione europea, che entreranno ufficialmente in vigore il 1° gennaio 2030 (20 µg/mc da non superare per il Pm10, 10 µg/mc per il Pm2.5, 20 µg/mc per l’NO2).

Questi limiti, tuttavia, sono meno rigidi di quelli dell’Oms. Le città che devono impegnarsi di più sono Torino e Milano (riduzione necessaria del 43%), Cremona (42%), Andria (41%) e Alessandria (40%) per il Pm10; Monza (60%), Milano, Cremona, Padova e Vicenza (57%), Bergamo, Piacenza, Alessandria e Torino (55%), Como (52%), Brescia, Asti e Mantova (50%) per il Pm2.5; le città di Milano (47%), Torino (46%), Palermo (44%), Como (43%), Catania (41%), Roma (39%), Monza, Genova, Trento e Bolzano (34%), per l’NO2.

A giudizio di Legambiente, in conclusione “la tendenza di decrescita dell’inquinamento è troppo lenta, esponendo le città a nuovi rischi sanitari e sanzioni”. Le città più distanti dall’obiettivo previsto per il Pm10 “dovrebbero ridurre le proprie concentrazioni tra il 30% e il 43% entro i prossimi sette anni, ma stando agli attuali trend di riduzione registrati negli ultimi 10 anni (periodo 2011-2021, dati Ecosistema Urbano), potrebbero impiegare mediamente altri 17 anni per raggiungere l’obiettivo, ovvero il 2040 anziché il 2030”.