spot_img

FERROVIE DELLO STATO: NUOVA SALA OPERATIVA PER MONITORARE 24 ORE SU 24 IL TRAFFICO DELLE MERCI

0

Ottantamila treni all’anno, 37 milioni di tonnellate di merce trasportata in Italia e in Europa. La nuova Sala Operativa Nazionale Logistica – SONLOG di Mercitalia Rail, società del Polo Logistica del Gruppo FS, è una vera e propria cabina di regia che monitora 24 ore su 24 la circolazione di questo traffico ferroviario.

Le tecnologie di ultima generazione consentono ai 90 operatori di controllare costantemente tutto il movimento nazionale e internazionale gestito dalle società del Polo Logistica. A Roma, è attivo inoltre il presidio di Sonlog, in collegamento diretto con la sala di Milano per garantire una comunicazione efficace con la Sala RFI.

Durante l’inaugurazione, Sabrina De Filippis, Amministratore Delegato di Mercitalia Logistics, ha sottolineato quanto sia importante questo nuovo capitolo per il Polo Logistica, per continuare a generare valore lavorando in sinergia: “Questa inaugurazione apre un’altra pagina del Polo Logistica, una pagina che abbiamo dedicato al cuore pulsante dell’operation aziendale: la nostra sala operativa. È in questo luogo che ogni giorno lavoriamo per i nostri clienti, grazie a un’attività sempre più coordinata tra le diverse anime del Polo e finalizzata a mettere al centro del nostro agire quotidiano la qualità del servizio”.

All’interno della Sala sono presenti anche una struttura Post Vendita e l’Assistenza Clienti, che lavorano in stretta collaborazione e sinergia con la Sala Operativa, per assicurare a tutti gli utenti la massima efficienza nella gestione delle loro merci e rispondere prontamente alle loro esigenze, sia in Italia sia in Europa.

All’inaugurazione della sala, ha partecipato anche Silvio Damagini, Amministratore Delegato di Mercitalia Rail, che ha aggiunto: “Siamo costantemente impegnati nell’adozione di soluzioni e tecnologie all’avanguardia per rispondere alle esigenze dei nostri clienti, velocizzando lo scambio di informazioni e consentendo una gestione sempre più efficace delle merci trasportate”.

NON C’E’ SOSTENIBILITA’ SENZA SALUTE, UMANITA’ E FELICITA’: UN LIBRO DI LAPUCCI E LUCCHINI

0

L’acronimo ESG sta per Environment, Social, Governance: sono i criteri fondamentali utilizzati per verificare e misurare l’impegno di un’impresa o di un’organizzazione in termini di sostenibilità. Ma, a sua volta, non c’è sostenibilità senza le “tre H”: cioè, Health, Human e Happiness. Vale a dire Salute, Umanità, Felicità.

All’insegna di un nuovo umanesimo concreto, questa è la tesi di fondo che Massimo Lapucci (manager e senior ddvisor, International Fellow su Artificial Intelligence all’Università di Yale) e Stefano Lucchini, Chief Institutional Affairs and External Communication Officer di Intesa Sanpaolo, sviluppano nel loro libro fresco di stampa “Ritrovare l’umano”, edito da Baldini+Castoldi.

Stefano Lucchini, Chief Institutional Affairs and External Communication Officer di Intesa Sanpaolo

Di fatto, sostengono gli autori, le metriche di ESG non bastano più e andrebbero rivoluzionate: sono anche altre le lettere utili a ragionare sulla sostenibilità. “Non possiamo parlare di sostenibilità senza pensare all’essere umano nella sua interezza”, avverte Lucchini.

Secondo i due autori, vanno presi in considerazione i parametri di un benessere tangibile (Health, Human, Heart) ai quali si aggiunge – stando alla Dichiarazione di Indipendenza Americana – Happiness) che focalizzino l’attenzione sull’essere umano come persona “integrata nel villaggio globale”. Si tratta, appunto, un rinnovato umanesimo, anche per le sfide poste dal presente e dal futuro: dall’Intelligenza artificiale alla finanza etica. Un “manifesto”, insomma, per costruire un modello di progresso all’insegna della sostenibilità, ambientale ed economica.

FERROVIE DELLO STATO:100 MILIARDI NEL PIANO 2025-29. SICUREZZA, SOSTENIBILITÀ E PUNTUALITÀ AI PRIMI POSTI

0

Le Ferrovie dello Stato si proiettano verso il futuro. E mettono ai primi posti, sicurezza, sostenibilità e puntualità. Oltre 100 miliardi di euro di investimenti in cinque anni e una profonda trasformazione dell’azienda, per contribuire concretamente allo sviluppo del Paese e confermare l’Europa come proprio mercato domestico. Il Piano Strategico 2025-2029 del Gruppo FS è stato presentato a Roma dall’Amministratore Delegato e Direttore Generale, Stefano Antonio Donnarumma. Alla presentazione sono intervenuti il Presidente di Ferrovie dello Stato Italiane, Tommaso Tanzilli, e il Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini.

Attraverso un approccio industriale e un piano di azioni qualificato, con circa 250 indicatori di performance da raggiungere nei prossimi cinque anni, l’azienda punta a rafforzare la resilienza della rete ferroviaria e stradale, migliorare la qualità del servizio, supportare il completamento delle infrastrutture e promuovere una mobilità sempre più sostenibile. Una crescita sostanziale, quella che si prospetta da qui al 2029, determinata da un miglioramento di tutti i principali indicatori economici, con un incremento dei ricavi a oltre 20 miliardi di euro, dell’EBITDA a più di 3,5 miliardi di euro e del risultato netto a oltre 500 milioni.

L’Ad e direttore generale di FS, Stefano Donnarumma

“Il Piano Strategico che ci accompagnerà nei prossimi cinque anni avrà un impatto decisivo sull’assetto del Gruppo FS, mettendoci in condizione di superare le sfide attuali e quelle future”, sottolinea il Presidente Tanzilli. E aggiunge: “Sfide che potremo vincere solamente grazie a un programma certo di investimenti a livello infrastrutturale e tecnologico e all’apporto fondamentale delle persone del Gruppo che, quotidianamente, si impegnano per garantire un servizio all’altezza delle aspettative in tutti gli ambiti in cui operiamo. Il Piano Strategico inciderà in maniera determinante anche sul Sistema Paese, portando connettività, servizi e quel valore aggiunto che può fare la differenza”.

Dichiara l’Ad Donnarumma: “Il Gruppo FS si prepara ad avviare una fase di trasformazione ambiziosa, mirata non solo a innovare i processi operativi, ma anche a migliorare sensibilmente i servizi offerti”. E prosegue: “Ho l’onore di guidare un’azienda solida e radicata nel tessuto socioeconomico del Paese con un forte bisogno di rilancio attraverso una roadmap di dettaglio, supportata da adeguati investimenti. Questo Piano, che mira a imprimere una netta discontinuità, risponde alle esigenze di una società proiettata verso il futuro, riconoscendo nella mobilità integrata un pilastro fondamentale per lo sviluppo. L’obiettivo è affrontare con maggiore efficacia le sfide economico-finanziarie e potenziare ulteriormente le infrastrutture e la qualità del servizio. La nuova organizzazione punta, inoltre, a rafforzare il ruolo internazionale del Gruppo, per posizionarlo come leader nel settore della mobilità”.

LA RISPOSTA ALLE SFIDE DEI PROSSIMI CINQUE ANNI

Il Piano di rilancio del Gruppo FS Italiane è stato sviluppato con l’obiettivo di rispondere in maniera efficace alle crescenti sfide del mercato e, allo stesso tempo, potenziare il posizionamento dell’azienda nel settore dei trasporti.

Sono otto le linee guida strategiche che accompagneranno questo percorso di rinnovamento, a cominciare dall’impegno del Gruppo a potenziare le infrastrutture del Paese. L’obiettivo è attivare nuove linee ferroviarie Alta Velocità che permettano di collegare territori finora non serviti, così da aumentare del 30% le persone raggiunte dal sistema AV. Questo obiettivo sarà realizzato elevando il Gruppo FS a frontiera dell’eccellenza, con il raggiungimento della miglior performance di sempre attraverso il recupero della puntualità per oltre 50mila treni all’anno. A tutto ciò si aggiunge un’esperienza di viaggio calibrata sulla persona, con l’incremento della soddisfazione dei passeggeri. Non meno determinante il presidio internazionale, per cui si stima un incremento del volume dei passeggeri del 40%.

La disciplina operativa, grazie anche agli ingenti investimenti, punta a efficientare del 5% i costi operativi aggredibili. Sul fronte della sostenibilità, inoltre, si profila oltre un Gigawatt di fotovoltaico installato entro il 2029 e, per quanto riguarda innovazione e sicurezza, è stato fissato il raggiungimento del 100% della rete Core Extended coperta dal sistema ERTMS da qui al 2040. Completa le linee strategiche una netta accelerazione del business, con l’attrazione di nuove competenze e risorse finanziarie necessarie per garantire il proseguimento degli investimenti.

PROGRAMMI TRASFORMATIVI PER LA CRESCITA DEL GRUPPO

Per accompagnare il percorso evolutivo del Gruppo FS sono stati individuati cinque programmi trasformativi che hanno un impatto su tutti gli ambiti di business. Ecco in dettaglio gli obiettivi indicati dal Piano.

  • Sicurezza per i passeggeri, gli asset e i lavoratori ovunque si trovino, con l’obiettivo “zero infortuni”. Verranno messe a disposizione 125mila giornate di formazione tramite FS Security Academy.
  • Risorse Umane con persone e competenze al centro, in un’ottica di una sempre maggiore identità, inclusione e collaborazione.
  • Tecnologia, con un ruolo determinante, per oltre due miliardi di euro di investimenti digitali in dieci anni.
  • Sostenibilità, con un occhio ancora più attento alla mobilità sostenibile e maggiore attenzione al benessere delle persone per incrementare il livello di soddisfazione dei dipendenti.
  • Risorse finanziarie per una piena valorizzazione dei business del Gruppo, così da massimizzare le opportunità di crescita.

I DETTAGLI PER AMIBITI DI BUSINESS

Infrastruttura ferroviaria

A oggi sono 17mila i chilometri di linee ferroviarie gestite dal Gruppo FS tramite la controllata RFI (Rete Ferroviaria Italiana) e circa novemila i treni in circolazione ogni giorno. Per potenziare la qualità del servizio della rete, saranno investiti più di 50 miliardi di euro nei prossimi dieci anni. Una quota che, da qui al 2034, concorrerà all’attivazione di nuovi standard tecnologici e all’evoluzione dei modelli manutentivi. Sono previsti, inoltre, la razionalizzazione del modello di esercizio con i volumi corrispondenti e il potenziamento dell’accessibilità delle stazioni e dei servizi dedicati. Nello stesso arco temporale, verrà messa in atto una vera e propria trasformazione della rete, grazie a un investimento di 60 miliardi di euro.

Infrastruttura stradale

Il Gruppo FS gestisce attraverso Anas 32mila chilometri di strade, con più di otto milioni di veicoli quotidianamente in circolazione. In dieci anni sono previsti oltre 40 miliardi di euro di investimenti, di cui 25 destinati alle nuove opere stradali sul perimetro nazionale e 15 finalizzati al miglioramento della qualità del servizio.

Trasporto passeggeri Italia

Ogni anno le persone che usufruiscono dei collegamenti del Gruppo FS in Italia sono circa 570 milioni. Tra gli obiettivi del Piano Strategico 2025-2029 c’è anche l’ampliamento dell’offerta commerciale, per rendere possibile un’evoluzione del perimetro dei passeggeri trasportati. In cinque anni le persone che sceglieranno di spostarsi a bordo dei treni di Trenitalia cresceranno di oltre 100 milioni, mentre aumenteranno di oltre 95 milioni i passeggeri di Busitalia. Per garantire un servizio moderno, innovativo e sostenibile occorre una trasformazione della flotta di treni e bus. A cominciare dalla messa in circolazione di 46 nuovi treni Alta Velocità Frecciarossa 1000, 145 treni del Regionale e più di 1.260 bus a basso impatto di CO2 nei prossimi dieci anni.

Trasporto passeggeri Internazionale

Guardando oltre i confini italiani, le persone che in un anno viaggiano a bordo dei treni del Gruppo FS sono state 230 milioni. Nell’arco di Piano verrà rivolta un’attenzione sempre più ampia al trasporto dei passeggeri all’estero, con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo internazionale del Gruppo FS. I passeggeri che in Europa usufruiranno dell’Alta Velocità supereranno i 14 milioni, quelli dell’Urban Mobility i 140 milioni mentre quelli del business regolato europeo i 150 milioni.

Trasporto merci

Anche il trasporto merci vivrà una trasformazione del proprio business verso un modello Freight Forwarder europeo al servizio di un mercato ampio e diversificato. Attualmente con Mercitalia ogni anno vengono trasportate 37 milioni di tonnellate di merci e, tra le azioni chiave per il rilancio del settore, rientrano la creazione di un’interfaccia unica per il cliente, lo sviluppo di un’offerta integrata e l’attivazione di partnership a supporto del trasporto multimodale.

Rigenerazione urbana

Rilevante, per il Gruppo FS, è anche la valorizzazione di tutti quegli asset che non sono più funzionali al servizio ferroviario in chiave di sviluppo sostenibile delle città. Per questo obiettivo, saranno impiegati 1,1 miliardi di euro di patrimonio immobiliare non funzionale, finalizzati allo sviluppo di progetti immobiliari a supporto della rigenerazione urbana. Ulteriori investimenti sono dedicati allo sviluppo di un’offerta di parcheggi innovativi, promuovendo così l’intermodalità e favorendo l’accesso alla rete ferroviaria.

Iniziative strategiche

Affinché il Gruppo FS diventi sempre più solido e contribuisca attivamente alla creazione di valore per il Sistema Paese, il Piano potrebbe essere ulteriormente potenziato da una serie di iniziative strategiche, non incluse nei numeri del Piano:

  • adozione di un nuovo modello di finanziamento in logica RAB per la messa in sicurezza degli investimenti attraverso l’autofinanziamento, con eventuale apertura al capitale di terzi e la conseguente riduzione del fabbisogno di finanziamenti pubblici;
  • potenziamento di FS International dedicata al controllo e alla gestione del business internazionale sul perimetro dei passeggeri attraverso partner finanziari-industriali;
  • integrazione verticale e sviluppo di partnership con operatori industriali e finanziari per accelerare lo sviluppo del business;
  • creazione di una nuova infrastruttura dedicata ai servizi di connettività a bordo treno.

 

 

VOGLIA DI (MINI) NUCLEARE: DAI PICCOLI REATTORI ALLA FUSIONE ENTRO IL 2050. IL FUTURO DELL’ENERGIA

0

Mentre Vladimir Putin riscrive la dottrina nucleare, stabilendo che la Russia può usare l’atomica anche contro Paesi che non ce l’hanno (per esempio, l’Ucraina) ma sono appoggiati da Paesi che ne sono dotati (per esempio, gli Usa o la Francia), e mentre l’incubo della terza guerra mondiale torna a incombere sull’umanità, in Europa e in Italia si riparla di mini-nucleare: cioè di piccoli reattori, gli SMR (small modulare reactors) che, in attesa dell’arrivo della fusione entro il 2050,  la dovrebbero produrre energia in impianti ridotti.

Il fatto è che il riscaldamento globale, da una parte, e la guerra Russia-Ucraina, dall’altra, hanno rimesso all’ordine del giorno la “questione energetica” e la necessità di diversificare le fonti, per non sottostare più alle forniture di gas e petrolio da parte di Mosca, con i relativi aumenti dei prezzi. E così, partendo dal presupposto che le rinnovabili al momento non bastano a soddisfare il fabbisogno, torna la voglia di nucleare. O meglio, di mini-nucleare.

Di che cosa si tratta esattamente? Non più di grandi centrale che mettono paura solo a vedersi. Bensì di piccoli reattori modulari, grosso modo come container, che possono essere installati o magari interrati nel perimetro delle fabbriche. Le loro dimensioni riducono così il rischio di fughe radioattive e quindi il pericolo di contaminazioni.

MINI-NUCLEARE Getty Images
Foto Getty Images

È stata l’Unione europea per prima a lanciare questa tecnologia, come antidoto alla crisi energetica e ai costi crescenti che minacciano di far perdere competitività alle nostro industrie, mettendole fuori mercato rispetto alla concorrenza straniera: in particolare, a quella americana e a quella cinese. In attesa, dunque, di passare dalla fissione dell’atomo alla fusione, e senza rinunciare nel frattempo allo sviluppo delle energie rinnovabili, ecco la soluzione degli small reactors che, a detta degli esperti, non sono completamente esenti – tuttavia – da rischi e pericoli. La transizione energetica diventa così una transizione verso il cosiddetto “nucleare pulito” che è tutto da realizzare e verificare.

Il documento a favore dei mini-reattori è stato siglato da 10 Paesi UE: Bulgaria, Croazia, Finlandia, Francia, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia e Slovenia. Altri tre – Belgio, Paesi Bassi e Italia – hanno firmato invece firmato come Paesi osservatori. “L’atomo – si legge nella nota – è una tecnologia chiave, insieme alle energie rinnovabili, per raggiungere i nostri obiettivi climatici e la neutralità del carbonio nel 2050”.

Gli SMR sono reattori modulari, ovvero prodotti industrialmente in serie, e di piccola taglia. Possono arrivare, quindi, fino a 300 mega watt di potenza elettrica, a differenza delle centrali di quarta generazione che sono in grado di raggiungere i 1500 MWe. Questi impianti utilizzano il processo di fissione nucleare, sfruttando la scissione di atomi pesanti – come uranio-238 – per rilasciare energia e produrre energia elettrica. La tesi a favore è che tante piccole centrali sono più sicure, efficienti ed economiche di una molto più grande e potente.

I sistemi di sicurezza poi sono passivi: in caso di guasti o malfunzionamento, non è necessario un intervento umano, perché sono dotati di circuiti chiusi di raffreddamento. L’impianto, insomma, si spegne automaticamente. Rispetto a quelli tradizionali a fissione, le zone limitrofe sono più sicure e non c’è bisogno di un apporto di acqua esterno per il raffreddamento.

Di contro, c’è che i rischi – seppure su scala ridotta – sono gli stessi delle grandi centrali nucleari: dalla gestione delle scorie ai possibili disastri. Neppure i sistemi automatici di spegnimento sono completamente infallibili. E per di più, in caso di alluvioni o inondazioni, gli impianti non possono essere installati sottoterra.

Per maggiori approfondimenti, vedi: https:https://www.geopop.it/

MINI-NUCLEARE uk top

Intorno a questa querelle, girano naturalmente grandi interessi industriali ed economici che hanno scatenato una corsa al mini-nucleare. Scrive Luca Zorloni su Wired: “Da Google a Microsoft, dalla startup Newcleo a una società del ministero della Difesa italiana, chi fa parte della coalizione con cui l’Europa vuole sostenere la produzione di small modular reactor. E non rimanere dietro Stati Uniti e Cina”. C’è da prevedere che continui almeno fino al 2050, quando dovrebbe scattare la prima accensione di un impianto a fusione nucleare, la tecnologia che replica l’azione del Sole fondendo i nuclei dell’atomo invece di dividerli per generare energia.

Dal nostro ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, fino alla Confindustria e a tutte le aziende energetiche, il fronte è compatto a favore del mini-nucleare. “Pronto il piano per il nucleare”, annuncia trionfalmente Il Giornale: “Il testo è previsto per la prima metà di dicembre, mentre l’esame del Parlamento arriverà a dicembre”, scrive Marcello Astorri. “Non si può dire no al nucleare”, sostiene Giuseppe Zollino, responsabile Energia e Ambiente di Azione, replicando su Il Foglio all’intervento del sindaco di Milano, Beppe Sala, che sul Corriere della Sera aveva spiegato invece “Perché dico no al nucleare”.

Su una cosa sola concorda con Sala l’amministratore delegato dell’Enel, Flavio Cattaneo, appellandosi dati alla mano al senso della realtà: “Per avere l’energia dell’atomo in Italia ci vorranno almeno 10 anni”. Ed è per questo motivo che il manager spiega di non aver inserito il nucleare nel Piano strategico triennale del suo Gruppo, anticipando che probabilmente non sarà possibile farlo neppure nel prossimo. Nel frattempo, Enel ha realizzato un utile netto di 5,8 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2024, con il “positivo contributo dei business integrati, guidati dalla performance delle energie rinnovabili”.

PRESENTATA A TORINO LA NUOVA SOCIETÀ EDITRICE ALLEMANDI ACQUISITA DA INTESA SANPAOLO

0

È stata presentata a Torino, negli spazi delle Gallerie d’Italia (nella foto in alto), la nuova Società Editrice Allemandi che guiderà il rilancio della storica casa editrice fondata nel 1982 da Umberto Allemandi, acquisita il 5 dicembre scorso da Intesa Sanpaolo, con Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo e Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.

L’operazione vede il consolidamento dell’azienda torinese nel settore editoriale e il suo rinnovato posizionamento come player di riferimento nel mercato dell’informazione con la testata Il Giornale dell’Arte, fondata nel 1983, e delle pubblicazioni dedicate all’arte, all’architettura, all’antiquariato, al design e, più in generale, alla divulgazione culturale e alla critica contemporanea, con l’obiettivo di costituire una delle principali piattaforme di conoscenza e divulgazione culturale a livello professionale.

Da sinistra a destra, Michele Coppola e Umberto Allemandi

L’assemblea dei soci ha confermato Luigi Cerutti nella carica di Amministratore delegato della società. Cerutti è entrato in Allemandi nel 2020 come direttore Generale e ne ha assunto il ruolo di Ceo nel 2021.

Insieme a lui, il nuovo Consiglio di Amministrazione è composto da Michele Coppola (Presidente); Enrica David, Fabrizio Paschina, Laura Fornara, Giulia Scagliarini, Enea Cesana, ed è già al lavoro per la finalizzazione dell’ambizioso piano industriale che ha come obiettivo il posizionamento a livello europeo della casa editrice. Il numero di gennaio 2025 de Il Giornale dell’Arte sarà l’ultimo firmato da Umberto Allemandi. Il CdA provvederà alla nomina del nuovo direttore del giornale entro i primi giorni del nuovo anno.

Un commosso Umberto Allemandi ha ringraziato dipendenti, giornalisti e collaboratori per lo straordinario percorso insieme, durato oltre quarant’anni. «Non potevamo trovare – ha detto – nessun partner migliore di quelli che sono qui riuniti per assicurare nel secondo tempo della nostra storia uno straordinario sviluppo nelle attività di servizio culturale e artistico, e soprattutto la piena centralità dell’Italia nell’informazione universale su attività opere e operatori nel settore arte, un ruolo mondiale che finalmente diviene possibile dopo quanto per quarant’anni giorno dopo giorno abbiamo preparato”.

Afferma il neopresidente, Michele Coppola: “La scelta di investire in una realtà qualificata come Allemandi significa per prima cosa riconoscere la storia e il ruolo svolto in questi quarant’anni: sia come casa editrice, sia come editore libero che ha raccontato l’attualità nell’arte e nella cultura, diventando un punto di riferimento prezioso che va tutelato e accompagnato negli anni a venire. La solida composizione del Consiglio di Amministrazione, voluto dai nuovi investitori, rappresenta il modo migliore per proseguire questa storia di successo confermandone la responsabilità e le ambizioni”.

CARO SUOLO: IL CEMENTO “MANGIA” 20 ETTARI AL GIORNO E COPRE 72,5 CHILOMETRI QUADRATI

0

L’aumento è di circa 20 ettari di terreno al giorno e ricopre di cemento una superficie di 72,5 chilometri quadrati: come tutti gli edifici di Torino, Bologna e Firenze. Sebbene in leggera diminuzione rispetto all’anno precedente, il consumo di suolo rimane ancora troppo elevato nel nostro Paese. La crescita resta al di sopra della media decennale di 68,7 km2 (2012-2022) ed è compensata solo in piccola parte dal ripristino di aree naturali (poco più di 8 km2, dovuti soprattutto al recupero di aree di cantiere). L’edizione 2024 del Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, a cura del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), lancia un nuovo allarme sulla cementificazione selvaggia della Penisola (in alto foto di Pixabay.com).

Non si tratta più soltanto di un problema ambientale. La questione è anche economica: nel 2023 la riduzione dell’”effetto spugna”, ovvero la capacità del terreno di assorbire e trattenere l’acqua e regolare il ciclo idrologico, costa all’Italia oltre 400 milioni di euro. Un “caro suolo” che si aggiunge ai danni causati dalla perdita dei servizi ecosistemici: dalla diminuzione della qualità dell’habitat alla perdita della produzione agricola, dallo stoccaggio di carbonio alla regolazione del clima.

Foto di Silvia Rapisarda (dal sito di SNPA)

“Le fragilità ambientali e climatiche del nostro Paese – avverte con preoccupazione il presidente di ISPRA e SNPA, Stefano Laporta – rendono improrogabile l’approvazione di una legge nazionale sul consumo di suolo in conformità agli indirizzi europei, che affermi i principi fondamentali di riuso, rigenerazione urbana e limitazione del consumo di suolo, sostenendo con misure positive il futuro dell’edilizia, la tutela e la valorizzazione dell’attività agricola”. E aggiunge: “Così come, per il futuro delle nostre città, sarà fondamentale adottare un Piano nazionale di ripristino”.

Commenta la direttrice generale dell’Ispra, Maria Siclari: “Al netto delle aree recuperate o ripristinate, abbiamo avuto una crescita di 64 km² in più rispetto all’obiettivo di azzeramento del consumo di suolo netto al 2030. È una sfida ardua, fondamentale non solo per la tutela del territorio, della biodiversità e del paesaggio, ma anche per la sicurezza e il benessere di tutti”.   A suo parere, i dati scientificamente validati da questo Rapporto “dovrebbero orientare le politiche di sostenibilità ambientale, alla luce degli impatti economici delle nuove impermeabilizzazioni in termini di riduzione della capacità del suolo di trattenere e mantenere l’acqua e regolare il ciclo ideologico, la cui perdita è stimata in circa 400 milioni di euro annui”.

(dal Fatto Quotidiano)

Nel 2023 risultano cementificati più di 21.500 km2, di cui l’88% su suolo utile. In aumento la cancellazione del suolo irreversibile, con nuove impermeabilizzazioni permanenti pari a 26 km2 in più rispetto all’anno precedente. Il 70% del nuovo consumo di suolo avviene nei Comuni classificati come urbani secondo il recente regolamento europeo sul ripristino della natura (Nature Restoration Law). Nelle aree, dove il nuovo regolamento europeo prevede di azzerare la perdita netta di superfici naturali e di copertura arborea a partire dal 2024, si trovano nuovi cantieri (+663 ettari), edifici (+146 ettari) e piazzali asfaltati (+97ettari).

È in calo costante, quindi, la disponibilità di aree verdi: meno di un terzo della popolazione urbana riesce a raggiungere un’area verde pubblica di almeno mezzo ettaro entro 300 metri a piedi. Proseguono nel frattempo le trasformazioni nelle aree a pericolosità idraulica media, dove la superficie artificiale avanza di oltre 1.100 ettari, mentre si sfiorano i 530 ettari nelle zone a pericolosità da frana: quasi 38 si trovano in aree a pericolosità molto elevata.

Di conseguenza, cambia la classifica dei Comuni “Risparmia suolo”, quelli cioè in cui le trasformazioni della copertura del suolo sono limitate o assenti: sul podio del 2024 salgono Trieste, Bareggio (MI) e Massa Fermana (FM). Ad accompagnare il report, sul sito di Ispra è disponibile anche l’EcoAtlante: oltre a rappresentare un vero e proprio viaggio nell’ambiente italiano, questo strumento consente di consultare e scaricare le mappe dettagliate del consumo di suolo e di personalizzarle in base alle proprie esigenze (https://www.isprambiente.gov.it/it/events/presentazione-rapporto-consumo-di-suolo-dinamiche-territoriali-e-servizi-ecosistemici-edizione-2024)

CONTRASTO ALLA POVERTA’, NEL 2024 INTESA SANPAOLO DONA 9,8 MILIONI DI PASTI, 600MILA POSTI LETTO, 115MILA FARMACI E 94MILA INDUMENTI

0

Pasti, posti letto, farmaci e indumenti a persone in difficoltà su tutto il territorio nazionale. Con il più imponente programma di contrasto alle povertà disposto da un soggetto privato – 1,5 miliardi di euro entro il 2027 – Intesa Sanpaolo ha deciso la realizzazione di 50 milioni di interventi nell’orizzonte del Piano d’Impresa 2022 – 2025.

PASTI. Contro la povertà alimentare, la più drammatica, nel 2024 sono stati distribuiti oltre 9,8 milioni di pasti attraverso la collaborazione con la Fondazione Banco Alimentare su tutto il territorio italiano, insieme a Fondazione San Patrignano, Dynamo Camp, Fondazione di Comunità di Messina, ACLI, Associazione VIDAS, Cooperativa Semi di Vita, Fondazione Cometa, City Angels. Le iniziative rientrano nell’ambito di un programma di accoglienza che passa sia dalla distribuzione di cibo a persone in situazione di indigenza, sia al recupero e distribuzione delle eccedenze per ridurre e prevenire la produzione di rifiuti alla fonte.

POSTI LETTO. Nel 2024 sono stati offerti circa 600 mila posti letto. Il contributo principale è stato apportato grazie a diverse collaborazioni tra cui Fondazione San Patrignano, Dynamo Camp, Fondazione di Comunità di Messina, City Angels, Associazione VIDAS, Associazione D.i.Re – Donne in Rete contro la Violenza, Casa Betel. L’Obiettivo è quello potenziare la mappa dell’accoglienza insieme alle Organizzazioni non profit che da tempo se ne occupano.

FARMACI. Per ribadire il diritto alla salute per tutti, anche e soprattutto per chi è costretto a rinunciarvi per motivi economici, grazie all’intervento di Intesa Sanpaolo nel 2024 sono stati distribuiti circa 115 mila farmaci, in particolare attraverso la collaborazione con la Fondazione Banco Farmaceutico. A questo si aggiungerà l’apertura di tre nuovi Ambulatori solidali delle Diocesi della Caritas Italiana in Campania, Puglia e Molise per l’erogazione di servizi sanitari di base gratuiti e l’acquisto di farmaci, materiale medico e apparecchiature diagnostiche in altri Ambulatori esistenti.

INDUMENTI. Portare riequilibrio in una società che produce più di quanto consuma, attraverso il dialogo con le aziende clienti del Gruppo Intesa Sanpaolo, nel corso del 2024 è stato possibile distribuire circa 94 mila indumenti in partnership con Caritas Italiana e alcune aziende clienti della Banca, per il recupero e la distribuzione di eccedenze di produzione.

Carlo Messina, consigliere delegato e CEO di Intesa Sanpaolo

Con il Piano d’Impresa 2022-2025, Intesa Sanpaolo ha consolidato il programma di contrasto alle povertà voluto dal consigliere delegato e CEO,  Carlo Messina fin dal 2018, costituendo un’Area di Governo dedicata, sotto la responsabilità di Paolo Bonassi e inserita nell’Area Sostenibilità guidata da Paola Angeletti. In base a un modello operativo consolidato, la Banca mette in relazione soggetti del Terzo Settore, aziende e istituzioni secondo un progetto che si distingue per capacità di individuare il bisogno, programmazione pluriennale, capillarità degli interventi e pluralità dei soggetti coinvolti.

ENEL, ARRIVA “BONUS+PER TE” PER I CLIENTI PIÙ VULNERABILI: CONTRIBUTO STRAORDINARIO PARI AL 20% DEL BONUS SOCIALE

0

Arriva a dicembre “Bonus+ Per Te”, un sostegno concreto per i clienti di Enel Energia: a loro verrà riconosciuto un contributo straordinario, pari al 20% del valore del bonus sociale per disagio economico percepito per il 2024 nelle bollette di Enel Energia.

Il “Bonus+ Per Te” è dedicato ai clienti Enel Energia titolari di un solo contratto (luce, gas o entrambi), con un esborso per la spesa energetica negli ultimi 12 mesi, che siano over 75 o appartenenti a famiglie con più di quattro persone e attualmente beneficiari del bonus sociale per disagio economico erogato da Enel Energia secondo i requisiti previsti per il 2024 dal Governo e da Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente. Il “Bonus+ Per Te” sarà riconosciuto per una sola volta e nella prima bolletta utile.

Questa iniziativa rientra nell’ambito dell’impegno costante di Enel nel promuovere azioni concrete a favore dei propri clienti, con particolare attenzione ai più vulnerabili. Lo slogan è “Enel dalla tua parte, sempre”.

 

TORINO, LA NATURA SELVAGGIA E IL CLIMA NELLE FOTO DI EPSTEIN ALLE GALLERIE D’ITALIA

0

 

Intesa Sanpaolo apre al pubblico dal 17 ottobre 2024 al 2 marzo 2025 alle Gallerie d’Italia – Torino la mostra “MITCH EPSTEIN. AMERICAN NATURE”, la più importante retrospettiva del fotografo americano. Curata da Brian Wallis, direttore esecutivo del CPW (Center for Photography at Woodstock), l’esposizione presenta per la prima volta riunite le serie fotografiche più significative degli ultimi vent’anni di Mitch Epstein in cui esplora i conflitti tra la società americana e la natura selvaggia nel contesto del cambiamento climatico globale: American Power, Property Rights e Old Growth.

GALLERIE TO Epstein 1

In American Power l’artista (foto sopra) si concentra su come le nazioni e gli interessi privati sfruttano la natura, documentando l’impatto della produzione e del consumo di energia sul paesaggio e sulla popolazione degli Stati Uniti. Dal 2003 al 2008 Epstein ha viaggiato per il Paese, fotografando i siti di produzione di combustibili fossili e di energia nucleare, nonché le comunità che vivono accanto a questi insediamenti.

Nella serie fotografica Property Rights, Epstein si domanda a chi appartenga la terra e chi ha il diritto di sfruttarne o saccheggiarne le risorse. Queste fotografie indagano le complesse dinamiche della proprietà terriera in un paese basato sull’espansione coloniale e sullo sviluppo industriale. Epstein ha iniziato la serie Property Rights nella riserva Sioux di Standing Rock nel 2017. Le sue conversazioni e le sessioni di ritratti con gli anziani nativi lo hanno ispirato a cercare altri conflitti fondiari, in cui la gente comune ha creato movimenti straordinari per difendere la terra dalle acquisizioni da parte del governo e delle imprese.

GALLERIE TO Epstein 3

L’ultima opera di Epstein, Old Growth – di cui si presenta in anteprima una parte commissionata da Intesa Sanpaolo – celebra le antiche foreste sopravvissute in regioni remote degli Stati Uniti. La quasi totalità, circa il 95%, è stato distrutto nel secolo scorso. Epstein ha deciso di fotografare singoli alberi e biosistemi interdipendenti che sono sopravvissuti per secoli, molti per millenni.

Le sue fotografie, di grande formato, immergono i visitatori in una natura selvaggia primordiale non alterata dagli esseri umani. E celebrano così la maestosità e la resilienza di questi antichi regni viventi ed evidenziando ciò che l’uomo rischia di perdere a causa della crisi climatica.

Oltre a queste tre serie fotografiche, nella sala immersiva delle Gallerie d’Italia – Torino, sarà presentato in anteprima il progetto originale di Epstein Forest Waves: un’installazione video e sonora delle quattro stagioni nelle foreste del Berkshire. Il video dei boschi che circonderà gli spettatori è accompagnato da una colonna sonora ipnotica dei musicisti Mike Tamburo e Samer Ghadry, registrata in quelle stesse foreste. L’Arena delle Gallerie d’Italia – Torino ospiterà inoltre il cortometraggio di Epstein Darius Kinsey: Clear Cut, un’avvincente raccolta visiva di fotogrammi scattati all’inizio del XX secolo da Darius Kinsey (1859-1945), che mostra eroici taglialegna in posa accanto a enormi alberi abbattuti nel nord-ovest americano. La proiezione è impostata sulla musica scritta da David Lang ed eseguita dalla violoncellista e cantante Maya Beiser. Insieme, queste due installazioni sono un omaggio alla natura selvaggia americana, un inno a ciò che resta e un’elegia per ciò che è stato distrutto.

Afferma Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo: “Le fotografie di Mitch Epstein raccontano la bellezza e la fragilità della ‘natura americana’ e in quelle opere spettacolari leggiamo indiscutibilmente l’obbligo di prenderci cura del pianeta. Lavorare con i più grandi fotografi al mondo significa ragionare sull’attualità grazie a un punto di vista privilegiato. Alcune immagini rimarranno per sempre nella nostra memoria per la loro eleganza, delicatezza e forza”.

Il catalogo, realizzato da Edizioni Gallerie d’Italia | Skira in italiano e inglese, presenta saggi del curatore e degli storici dell’arte Robert Slifkin e Makeda Djata Best, oltre a un’intervista di Epstein. La mostra sarà accompagnata da una serie di eventi e incontri gratuiti, parte del public program #INSIDE, che si svolgerà ogni mercoledì nel museo. Il 17 ottobre, giorno di apertura della mostra, è in programma alle ore 18, presso la sala immersiva del museo, una conversazione tra l’artista Mitch Epstein e il curatore Brian Wallis con la moderazione di Giulia Zorzi. A seguire, alle ore 19, firmacopie del catalogo.

 

 

NAPOLI, ALLE GALLERIE D’ITALIA UNA MOSTRA SUL VULCANOLOGO SIR HAMILTON E SUA MOGLIE IN 78 OPERE

0

Alle Gallerie d’Italia – Napoli rimarrà aperta fino al 2 marzo 2025 la mostra promossa da Intesa Sanpaolo Sir William e Lady Hamilton, a cura di Francesco Leone e Fernando Mazzocca. È dedicata a uno straordinario protagonista del mondo culturale napoletano del XVIII secolo, William Hamilton, ambasciatore inglese alla corte di Ferdinando IV di Borbone, e alla figura a tratti leggendaria di sua moglie Lady Emma.

L’esposizione, realizzata con il sostegno dell’Ambasciata britannica a Roma e dell’Ambasciata d’Italia a Londra e con il patrocinio del Comune di Napoli e dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, presenta 78 opere tra dipinti, ceramiche, sculture e manifatture provenienti da importanti musei nazionali e internazionali: come la Reggia di Caserta, Certosa e Museo di San Martino, National Portrait Gallery di Londra, Victoria & Albert Museum, Tate di Londra, The British Museum, Thyssen-Bornemisza di Madrid, la National Gallery of Art di Washington, oltre che da collezioni private e gallerie.

Afferma Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo e Direttore Generale delle Gallerie d’Italia: “I racconti che nascono dall’immenso patrimonio culturale di Napoli sono sempre appassionanti e legati a vicende umane eccezionali, proprio come quanto realizziamo oggi alle Gallerie d’Italia di via Toledo. Raccontare il collezionista Hamilton è un nuovo omaggio alla città, frutto dello straordinario dialogo con importanti istituzioni in Italia e all’estero. Questo nuovo progetto originale conferma ancora una volta il contributo culturale, civile e sociale dato da Intesa Sanpaolo grazie alla vitalità della propria sede museale, che si inserisce a pieno titolo tra i più attivi musei europei”.

GALLERIE NA Hamilton 3

Sulla scia dei fondamentali studi di Carlo Knight – recentemente scomparso – e della grande mostra del 1996 del British Museum, l’esposizione riconsidera e valorizza la vicenda umana, politica e intellettuale di Hamilton. Diplomatico, antiquario e vulcanologo, con la sua poliedrica personalità trovò nella Napoli “illuminata” della seconda metà del Settecento terreno fertile per affermare e sviluppare le sue grandi passioni: l’antichità e la scienza.

Le sezioni attraverso cui si sviluppa il percorso espositivo mettono in risalto il suo grande interesse per la vulcanologia, la pittura di paesaggio, la musica, il collezionismo, nonché il ruolo ricoperto nella società e nella mondanità napoletana dell’epoca, amplificato dalla figura di Lady Emma Hamilton. La passione di sir Hamilton per l’antico si concretizzò nella costituzione di una propria originale raccolta di straordinari vasi greci dipinti, alcuni dei quali presenti in mostra, provenienti da Ercolano, da Pompei, dall’Italia Meridionale e dalla Grecia. La vendita di una parte di questa raccolta al British Museum, nel 1772, ebbe un ruolo decisivo sul collezionismo antiquario e sul gusto britannici.

GALLERIE NA Hamilton 5

La mostra illustra la sua originale iniziativa di realizzare e pubblicare uno dei libri illustrati più belli e famosi di tutti i tempi: le magnifiche Antiquités etrusques, grecques et romaines. Si trattava di un eccezionale insieme di cinquecento tavole incise e decorate, acquerellate a mano in rosso e nero con ritocchi in bianco e azzurro, che riproducevano le pitture presenti nei vasi.

I testi dei volumi furono redatti dal grande e bizzarro erudito Pierre-François Hugues d’Hancarville che si avvalse, in un primo momento, del contributo di Johann Joachim Winckelmann. Con questa pubblicazione Hamilton intendeva anche offrire dei modelli agli artisti contemporanei, facendo della pittura vascolare la fonte principale di ispirazione per il cosiddetto “stile lineare” che caratterizzò gli artisti più sperimentali e originali del Neoclassicismo, come il celebre scultore John Flaxman e l’illustratore Josiah Wedgwood, titolare delle omonime manifatture.

GALLERIE NA Hamilton 4

Una parte consistente dell’esposizione è dedicata alla figura di Lady Emma. Dopo la scomparsa nel 1782 della prima moglie, Hamilton divenne un protagonista della mondanità più esclusiva grazie al secondo matrimonio con Emily Lyon. Più nota come Emma Hart (Neston, 1765 – Calais, 1815), la celebre avventuriera ebbe una grande influenza anche a livello politico per i suoi legami con la regina Maria Carolina e per la scandalosa relazione con il celebre ammiraglio Horatio Nelson.

I magnifici ritratti in mostra dell’inglese George Romney e del tedesco Johann Heinrich Wilhelm Tischbein restituiscono il fascino di Emma, che fu rappresentata anche da altri pittori dell’epoca nelle vesti di figure della classicità e del mito. Venne così alimentata l’immagine di una donna destinata a entrare nella leggenda per la sua smagliante bellezza, per il suo spirito e per la spregiudicata libertà dei suoi costumi. Divenne poi celebre per le sue “attitudini”, ovvero le suggestive pose che assumeva rappresentando per i suoi ospiti dei tableaux vivants dove evocava le divinità e le eroine del mondo classico. In mostra anche la proiezione di un video realizzato dalla Fondazione Cineteca Italiana che raccoglie le immagini cinematografiche che meglio raccontano la storia e il mito di Lady Hamilton.

GALLERIE NA Hamilton 2

Un’altra sezione importante del percorso espositivo affronta il tema del viaggio. Un momento decisivo della vita di Hamilton fu la visita che gli fece nel 1787 Johann Wolfgang Goethe durante il suo famoso Viaggio in Italia. Anche l’ambasciatore fu un grande viaggiatore: si avventurò nei territori allora poco praticati e poco sicuri della Calabria e della Sicilia, animato dalla sua curiosità e dalla passione scientifica per fenomeni naturali eccezionali come i vulcani e i movimenti tellurici. Di questi interessi rimane un’eccezionale testimonianza in un’altra celebre impresa editoriale da lui promossa: la pubblicazione dei volumi intitolati Campi Phlegraei editi a Napoli nel 1776, a cui si aggiungerà nel 1779 un supplemento con un Account of the Great Eruption of Mount Vesuvius, opera illustrata da un’équipe guidata dal pittore Pietro Fabris, che fu il suo accompagnatore nelle escursioni sulle falde del Vesuvio e dell’Etna.

Le magnifiche illustrazioni di questi volumi, colorate a mano, documentano la competenza di Hamilton nella vulcanologia, indagata in tutti i suoi aspetti, dai fenomeni eruttivi a tutte le particolarità morfologiche dei territori da lui esplorati. Questa vocazione scientifica e l’interesse per la natura lo porterà a farsi promotore e collezionista della pittura di paesaggio.

La mostra privilegia il suo particolare rapporto con il grande vedutista romano Giovanni Battista Lusieri e con i pittori inglesi più sperimentali e moderni come Joseph Wright of Derby, Thomas Jones, John Robert Cozens, da lui ospitati e incoraggiati. Fu anche grazie a questo suo impegno che Napoli divenne una delle maggiori officine della creazione del paesaggio moderno.

Il catalogo della mostra è realizzato da Edizioni Gallerie d’Italia | Skira.

INFORMAZIONI  

DOVE: Gallerie d’Italia – Napoli | Via Toledo, 177 Napoli

ORARI: da martedì a venerdì dalle 10.00 alle 19.00; sabato e domenica dalle 10.00 alle 20.00; lunedì chiuso; ultimo ingresso: un’ora prima della chiusura

TARIFFE: intero 7€, ridotto 4€, ingresso gratuito per convenzionati, scuole, minori di 18 anni e clienti del Gruppo Intesa Sanpaolo

PRENOTAZIONI: http://www.gallerieditalia.com, napoli@gallerieditalia.com, Numero Verde 800.167619