ALLARME PER I GHIACCIAI IN 150 ANNI -60%

ALLARME PER I GHIACCIAI IN 150 ANNI -60%

Negli ultimi 150 anni, la superficie dei nostri ghiacciai alpini s’è ridotta del 60% a causa del cambiamento climatico. L’allarme viene lanciato dal report finale della “Carovana dei ghiacciai”, realizzato da Legambiente in collaborazione con il Comitato Glaciologico Italiano (CGI), in coincidenza con l’11 dicembre, giornata internazionale della montagna. Il riscaldamento globale provoca sulle Alpi italiane pesanti e molteplici effetti ambientali, tra i quali la perdita di neve e ghiaccio e la degradazione del permafrost.

Il fenomeno colpisce soprattutto le Alpi Orientali dove, in base agli ultimi dati diffusi dal Comitato, nell’ultimo secolo e mezzo il volume dei ghiacciai sulle Alpi Giulie s’è ridotto del 96% e la loro area dell’82%: quello della Marmolada, detta la Regina delle Dolomiti, secondo i ricercatori potrebbe scomparire nell’arco di 15-20 anni. Situazione critica anche nelle Alpi Occidentali: qui, dove sono censiti circa 300 ghiacciai per una superficie complessiva di 160 chilometri quadrati, sono praticamente scomparsi i ghiacciai delle Alpi Marittime e in molti casi l’arretramento della fronte ha superato le decine di metri all’anno. Il Ghiacciaio del Grand Etrèt (Gran Paradiso) ha perso negli ultimi 20 anni quasi 20 metri di spessore. Nelle Alpi Centrali, preoccupa in particolare lo stato di salute del Grande ghiacciaio dei Forni che, con un’estensione di circa 11 chilometri quadrati, è il più esteso in Italia dopo quello dell’Adamello. Il ghiacciaio dei Forni mostra oggi una fronte appiattita e coperta di detrito, con un’alterazione in crepaccio ed effetti di collasso e cavità in ghiaccio.

repporto-carovana-dei-ghiacciai-1

Ma i ghiacciai si dimostrano anche sensibili testimoni della qualità dell’aria: preoccupa al riguardo la presenza ad alta quota del fenomeno del black carbon, costituito da polveri derivanti dall’inquinamento atmosferico di origine antropica proveniente da incendi e da inquinanti che arrivano dalla pianura. Questa componente fa sì che il ghiacciaio fonda più rapidamente. La presenza di black carbon, di tracce di microplastiche e di vari inquinanti, come su tutti i ghiacciai del pianeta, è un altro lampante segnale dell’invadenza dell’impatto antropico sulla terra.

Nel report di Legambiente, oltre a registrare le osservazioni d’insieme sui tre settori alpini (occidentale, centrale e orientale) anche in base ai dati raccolti in questi anni dal CGI, l’associazione fa anche il punto – attraverso una serie di mappe, grafici e descrizione dettagliate – sullo stato di salute dei 12 ghiacciai alpini differenti per dimensioni, tipologia e reattività ai cambiamenti cli­matici monitorati dal 17 agosto al 4 settembre 2020, nel corso della prima edizione della “Carovana dei ghiacciai”, campagna realizzata da Legambiente insieme a CGI (partner principale Sammontana e partner sostenitore FRoSTA). L’obiettivo è quello di riaccendere i riflettori sui ghiacciai, testimoni del clima che cambia e sentinelle della qualità dell’aria. La loro regressione comporta anche preoccu­panti conseguenze a valle, sulle risorse idriche, oltre che un aumento dei fenomeni di instabilità naturale, causa di erosione del suolo e dissesto idrogeolo­gico.

Il dossier comprende, infine, un pacchetto di 12 proposte per affrontare adeguatamente l’acuirsi dei cambiamenti climatici in montagna, chiedendo innanzitutto di approfondire le ricerche sulle variazioni dei ghiacciai e del permafrost; di affrontare le conseguenze economiche del riscaldamento climatico come quelle sull’industria del turismo invernale, riconoscendo la necessità di convertire progressivamente quei modelli di sviluppo che espongono i territori alla continua incertezza stagionale; di individuare opzioni di adattamento a breve e lungo termine partendo dall’esame di buone pratiche e misure già esistenti e promuovendo percorsi di pianificazione partecipata tra le popolazioni interessate per una “governance integrata” del territorio che consideri l’insieme delle risorse e dei rischi che lo contraddistinguono. Al governo viene rivolto l’appello di approvare il Piano Nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici e di mettere in campo politiche ambiziose sul clima, con lo scopo di arrivare a emissioni nette pari a zero al 2040.

“Con i dati raccolti in questo report e con la campagna Carovana dei ghiacciai – spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – abbiamo voluto evidenziare in maniera concreta e tangibile gli effetti che il riscaldamento climatico sta già avendo anche sul nostro Paese e sui ghiacciai alpini. Per questo occorre agire adesso e al più presto, senza perdere altro tempo, se non vogliamo che il riscaldamento climatico produca effetti devastanti e irreversibili sui territori alpini”.

Ecco le 12 proposte di Legambiente: LINK

Share this: