Nei prossimi 15 anni, entro il 2040, il ghiacciaio della Marmolada, il più grande delle Dolomiti, sparirà e lascerà il posto alla roccia. Il responso proviene dalla Carovana dei Ghiacciai, la campagna promossa da Legambiente e Cipra (Commissione internazionale per la protezione delle Alpi), con la partnership scientifica del Comitato glaciologico italiano. Come l’intera catena alpina, soffre le conseguenze dell’impatto climatico, per effetto del riscaldamento globale causato dall’inquinamento.
Quello della Marmolada è un ghiacciaio vallivo che scende lungo il versante settentrionale della montagna più alta delle Dolomiti (3.343 metri d’altezza). Situato nella provincia di Trento, al confine con quella di Belluno, sovrasta il suggestivo lago di Fedaia da cui prende origine il torrente Avisio. Nell’arco di un secolo le sue dimensioni si sono più che dimezzate: nel 1910 misurava ancora 450 ettari, mentre nel 2013 s’era già ridotto a 190.
Ma uno studio dell’Università di Padova segnala un’accelerazione di questo processo. Dall’anno scorso il ghiacciaio della Marmolada è sceso sotto la soglia simbolica dei 100 ettari, pari a meno di un chilometro quadrato. Una superficie più che dimezzata rispetto a 25 anni fa quando misurava 205 ettari. I risultati sono stati resi noti nel corso della sesta edizione di Climbing for climate, un evento promosso dalla rete delle Università per lo sviluppo sostenibile, dal Cai e dagli atenei di Brescia, Padova, Ca’ Foscari e Iuav di Venezia e di Verona.
“I rilievi puntuali di abbassamento della superficie glaciale – si legge nel report – indicano che la vita residua del ghiacciaio è stimata tra i 13 e i 22 anni”. E aggiunge: “Entro il 2040 l’ascesa alla cima sarà caratterizzata quasi esclusivamente dalla sola presenza di roccia nuda”. Per monitorare questo processo, diversi enti stanno cercando di creare “una banca dati digitale della Marmolada”, in modo da “fornire alla comunità scientifica uno strumento senza precedenti per analizzare il ritiro glaciale e sviluppare modelli avanzati per la valutazione della pericolosità”.
Il verdetto coincide con lo studio promosso da Legambiente e Cipra: “il ghiacciaio della Marmolada va verso la sparizione in modo “irreversibile”. Gli esperti del Comitato glaciologico hanno calcolato che il ghiacciaio perde dai 7 ai 10 centimetri di spessore al giorno. Negli ultimi 5 anni ha visto sparire 70 ettari della sua superficie e, dall’inizio delle misurazioni scientifiche, nel 1888, è arretrato di 1.200 metri.
Questa accelerazione accomuna la Marmolada agli altri due grandi ghiacciai delle Alpi: l’Adamello (Alta Val Camonica – Lombardia) e quello dei Forni (gruppo Ortles-Cevedale in Alta Valtellina, all’interno del settore lombardo del Parco nazionale dello Stelvio). Secondo i dati storici, 136 anni fa si estendeva per circa 500 ettari ed era grande come 700 campi da calcio. Da allora a oggi, il ghiacciaio ha perso oltre l’80% della superficie e oltre il 94% del volume. Al momento, lo spessore massimo è di 34 metri.