M’è capitato recentemente di leggere su Italia Oggi un articolo dedicato a Villa Carlotta, sul lago di Como, in località Tremezzina. Una casa-museo che custodisce al suo interno opere d’arte di Canova, Hayez e Thorvaldsen. Ed è circondata da uno splendido giardino botanico di otto ettari con 600 varietà di piante.
Ecco l’esempio di un bene pubblico che appartiene allo Stato, ma che riesce a mantenersi in equilibrio economico con gli incassi delle sue attività e trova perfino le risorse per investire. Con buona pace di certi talebani dell’arte e della cultura, il “segreto” di questo successo si chiama marketing. A Villa Carlotta c’è un intenso programma di mostre, incontri, workshop e laboratori, per attrarre visitatori e turisti. (www.villacarlotta.it )
Per sostenere tutte queste attività, sono sufficienti gli incassi dei biglietti d’ingresso: ne basterebbero 120mila all’anno, ma nel 2014 sono arrivati a 200mila. Il budget annuale, interamente autofinanziato, è di un milione e mezzo di euro. Ultimo dato: a Villa Carlotta, lavorano a vario titolo 23 persone.
Gianna Piva (Milano)
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