JuiceAbility di Enel X, il dispositivo che permette di ricaricare le batterie delle sedie a ruote elettriche utilizzando le infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici, ha ricevuto il Premio Nazionale per l’Innovazione “Premio dei Premi” 2020. Il riconoscimento, istituito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri su concessione del Presidente della Repubblica, viene conferito annualmente ad aziende, banche, Pubbliche amministrazioni, studi di design e start-up accademiche che abbiano realizzato innovazioni rilevanti di prodotto o di processo. JuiceAbility di Enel X è stato premiato poiché, come si legge nella motivazione, “garantirà una maggiore indipendenza alle persone con disabilità che si avvalgono quotidianamente di un ausilio elettrico per la loro mobilità e incrementerà ulteriormente la loro percezione di autonomia personale”.
“Ricevere il Premio Nazionale per l’Innovazione dal Presidente Mattarella è un grande onore e rafforza il nostro impegno per lo sviluppo di soluzioni tecnologiche all’avanguardia che rispettino i principi di inclusione e le diversità di ciascun individuo – dichiara Francesco Venturini, amministratore delegato di Enel X. “L’accesso alla mobilità sostenibile è un diritto e un principio alla base della nostra strategia di business ed è proprio partendo da questa convinzione che, grazie alla collaborazione con una start-up italiana, abbiamo realizzato JuiceAbility, uno strumento che migliora la vita e l’autonomia delle persone con disabilità motorie”.
Presentato a gennaio al Consumer Electronics Show-CES, la più importante manifestazione dedicata all’hi-tech, JuiceAbility, nasce dalla collaborazione con la startup italiana Avanchair che ha potuto sviluppare il proprio prototipo e avviare un percorso di crescita con il supporto e il know how messi a disposizione da Enel. Attraverso la app e a un cavo intelligente, il dispositivo consente di riconoscere le batterie delle sedie a ruote elettriche e di connetterle al sistema di stazioni di ricarica di Enel X. JuiceAbility è stata riconosciuta inoltre come “buona prassi” da parte di ANGLAT, l’Associazione nazionale di categoria, che tutela il diritto alla mobilità delle persone con disabilità.