Tra le ipotesi che le imprese agroalimentari italiane stanno valutando per reagire all’inasprimento dei dazi americani, circa il 50% indica la ricerca di nuovi clienti in nuovi mercati; mentre un terzo indica la possibilità di aprire filiali commerciali o produttive negli Usa. Si rileva anche un certo attendismo nel posticipare le tempistiche degli investimenti; mentre un 20% circa indica l’eventualità di rivedere i listini per il mercato statunitense. Sono questi i risultati di un sondaggio interno condotto da Intesa Sanpaolo, presso le filiali specializzate nell’ Agribusiness.
Lo studio è stato presentato dal Research Department della Banca in occasione di Vinitaly 2025, il salone Internazionale del vino e dei distillati che si tiene ogni anno a Verona dal 1967. Per la circostanza, la Direzione Agribusiness ha organizzato un incontro sul tema “Governare l’incertezza. Strategie per il futuro dell’agroalimentare”, allo scopo di offrire alle imprese una visione strategica e strumenti pratici nella gestione dei rischi.
Dal report, risulta che l’export agroalimentare italiano ha registrato un’ottima evoluzione anche nel 2024: +8,3% a prezzi correnti rispetto al 2023, per un controvalore di 67,5 miliardi di euro. Gli Stati Uniti sono un mercato rilevante per l’alimentare italiano: il peso degli USA sul totale dell’export dell’alimentare e bevande è del 13,4%, superiore alla media del manifatturiero (10,4%). Per alcuni comparti il peso sale ben oltre il 20%, con punte del 28% circa per le bevande dissetanti e acque minerali e del 25% circa per l’olio e per il vino. Bene anche le esportazioni di vino nel 2024: oltre 8 miliardi di vendite sui mercati esteri (+5,5% rispetto al 2023), trainate dai risultati oltreoceano (Stati Uniti +10,2%, Canada +15,2%) a cui si aggiungono il contributo del mercato tedesco (+3,7%) e di quello britannico (+1%).
Dichiara Massimiliano Cattozzi, responsabile della Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo (nella foto sopra): “Per il quarto anno siamo al Vinitaly offrendo valore e concretezza alla costruzione del futuro delle nostre 7.000 aziende vitivinicole clienti. Il settore agroalimentare, e in particolare quello vitivinicolo, si trova ad affrontare sfide decisive legate all’internazionalizzazione, alla sostenibilità, alla digitalizzazione e al ricambio generazionale. Per questo oltre agli strumenti finanziari, con quasi 7 miliardi di euro di erogazioni dalla costituzione nel 2021 della Direzione Agribusiness, mettiamo a disposizione tutte le competenze che può offrire il nostro Gruppo in ambito assicurativo, corporate e sulla gestione del rischio d’impresa, che rappresenta una componente inevitabile e un indicatore di un contesto in movimento. Oggi le aziende necessitano di visione, protezione e capacità di adattamento. Un’attenta pianificazione e una consulenza specializzata, grazie agli strumenti messi in campo, consentono di navigare in questo scenario complesso e, in definitiva, di trasformare l’incertezza in opportunità di crescita”.
La Direzione Agribusiness di Intesa Sanpaolo conta 250 punti operativi di cui 95 filiali nel territorio nazionale, circa 1.100 specialisti e offre soluzioni finanziarie e consulenza a 360 gradi alle imprese agroalimentari. Particolare l’attenzione posta alle oltre 7.000 aziende clienti del comparto vitivinicolo, uno dei simboli più potenti del Made in Italy, testimoniata anche dai quasi 20 milioni di euro concessi per mettere a pegno il proprio magazzino, nell’ambito dei vini DOC e DOCG caratterizzati da periodi di invecchiamento.