EMERGENZA ACQUA: IL CLIMA, LA SICCITA’ E I NOSTRI SPRECHI (42% DI PERDITE IN RETE)

EMERGENZA ACQUA: IL CLIMA, LA SICCITA’ E I NOSTRI SPRECHI (42% DI PERDITE IN RETE)

Abbiamo appena celebrato la Giornata mondiale dell’acqua e ora il governo si appresta a varare un decreto per affrontare l’emergenza siccità. All’orizzonte, in vista della stagione estiva, già si profila il rischio del razionamento. Ed è una minaccia su scala planetaria che coinvolge due miliardi di persone in tutto il mondo.

Negli ultimi trent’anni – secondo le stime dell’Ispra, l’Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale – l’Italia ha perso il 20% della sua disponibilità di acqua. La siccità che incombe sulla Penisola non è colpa soltanto dei cambiamenti climatici che, aumentando la temperatura su tutto il pianeta, riducono le precipitazioni atmosferiche o trasformano le piogge in “bombe d’acqua”, con effetti catastrofici sul territorio, sul dissesto idrogeologico e sull’agricoltura.

La responsabilità è anche nostra, di noi cittadini che usiamo questa preziosa risorsa in modo indiscriminato e spesso irresponsabile; ma ancor più delle nostre amministrazioni pubbliche che non si sono preoccupate abbastanza di mantenere in efficienza la rete di distribuzione e di realizzare o curare gli invasi. Il paradosso è che oggi si trova meno acqua al Nord e più al Sud: in particolare in una regione sitibonda come la Puglia, priva di rilievi montuosi e quindi di acqua propria, dove l’Acquedotto pugliese – un ex “carrozzone” di cui una volta si diceva “dà più da mangiare che da bere” – ha realizzato interventi strutturali che hanno praticamente eliminato le perdite.

Sprechi privati e sprechi pubblici, dunque. Una siccità causata dal clima e dall’incuria, che fa scendere il livello dei fiumi e dei laghi, prosciuga i bacini e addirittura costringe ad aprire le dighe per irrigare le campagne e tutelare la produzione agricola. Ne ha dato una documentata testimonianza personale il deputato dei Verdi, Angelo Bonelli, registrando e diffondendo via Twitter un video sulla grave situazione del fiume Adige (t.co/NSva0muYX0). Ma così è più o meno per tutti gli altri corsi d’acqua italiani, dal Po al Tevere, e di conseguenza per tutti i nostri laghi.

I numeri di questa emergenza nazionale sono impressionanti. Li riprendiamo da un’inchiesta a più firme apparsa su Repubblica: dal 42% di perdite dagli acquedotti ai 3 milioni di cittadini che rischiano il razionamento, da qui all’estate. In pratica, su 9,19 miliardi di metri cubi che corrono nelle nostre reti, soltanto 6 circa arrivano al rubinetto, con uno spreco di 157 litri al giorno per abitante. Potrebbero dissetare 43 milioni di persone. E il fatto è che l’Italia, per la sua conformazione orografica – caratterizzata da due grandi catene montuose come le Alpi e gli Appennini – e per la stessa natura del suolo, è ricca di acqua e di falde freatiche.

Hochwasser sorgt bei Landwirten für hohen Schaden

Ora il governo di Giorgia Meloni, insediato da cinque mesi, cerca di correre ai ripari per affrontare una crisi che obiettivamente non dipende da sue responsabilità. E prepara un decreto per l’emergenza idrica che era stato già annunciato dal precedente governo di Mario Draghi, ma è rimasto nei cassetti di Palazzo Chigi a causa delle elezioni.

Per saltare gli iter burocratici e accorciare i tempi degli interventi, la premier è orientata a nominare un super-commissario, con poteri esecutivi, sul modello di quanto è stato fatto per l’esecuzione del Pnrr: il Piano nazionale di ripresa e resilienza che prevede da parte dell’Unione europea uno stanziamento complessivo di 209 miliardi di euro, 82 a fondo perduto e il resto in prestiti europei a tassi agevolati, ottenuti a suo tempo dal governo giallorosso di Giuseppe Conte. Ma il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, leader della Lega, non vuole perdere il controllo della “cabina di regia inter-ministeriale”, di cui fanno parte anche il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin; quello dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida; quello degli Affari regionali, Roberto Calderoli; quello della Protezione civile, Nello Musumeci; e quello degli Affari Ue, Raffaele Fitto. Si può già prevedere, perciò, che la gestione dell’operazione non sarà semplice. Tant’è che, a quanto si dice, potrebbe assumere proprio lui il mandato di commissario all’emergenza.

La siccità, però non aspetta. I fiumi e i laghi sono già a secco. Gli invasi vanno ripuliti al più presto. E prima dell’estate, bisogna evitare a tutti i costi un razionamento che minaccia di danneggiare in primo luogo i cittadini e poi l’industria del turismo, con tutto il suo indotto.

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