LA PAURA DEL BUIO: LA CRISI ENERGETICA E LA MINACCIA DEL RAZIONAMENTO ELETTRICO

LA PAURA DEL BUIO: LA CRISI ENERGETICA E LA MINACCIA DEL RAZIONAMENTO ELETTRICO

Con l’annuncio di Ursula von Der Leyen, sembrava aprirsi uno spiraglio nella crisi del caro-bollette. “Siamo pronti a discutere il price cap europeo sul prezzo del gas”, ha dichiarato la presidente della Commissione europea, riprendendo la proposta che era stata già lanciata dal nostro presidente del Consiglio, ancora in carica, Mario Draghi. Ma tutto resta ancora in alto mare e per il momento l’Europa decide di non decidere.

I distinguo abbondano. Quanto può durare questo “tetto”? Sei mesi, un anno? E a quale gas si deve applicare? Solo a quello fornito dalla Russia o anche a quello “made in Europe”, olandese o norvegese? E poi, a tutto il gas oppure soltanto a quello che occorre per produrre energia? Su questi interrogativi, si gioca il futuro dell’Ue, la sua capacità di conciliare e superare gli interessi nazionali in funzione di un interesse più generale.

GAS centrale

Nata come Comunità del carbone e dell’acciaio (CECA), l’Europa rischia ora di dividersi sul gas e sul petrolio. La “questione energetica” può diventare così una nemesi storica. Una “vendetta” per chi, come il nostro Paese, non ha saputo e voluto dotarsi di un’energia pulita, alternativa ai combustibili fossili, con le loro emissioni inquinanti e nocive per l’ambiente, per la natura e per salute collettiva. E per chi ha sprecato energia per troppo tempo, nell’era dell’opulenza e del consumismo più sfrenato, a danno delle generazioni successive.

Con il decreto taglia-consumi disposto dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, scatta ora il piano sul riscaldamento domestico. Meno quindici giorni, meno un’ora al giorno e meno un grado. Esenzioni previste per ospedali, residenze per anziani e asili. C’è solo da sperare che l’inverno non sia così rigido e non provochi troppi disagi alla popolazione.

Il fatto è che l’Italia, pur essendo dotata di sole e di vento come nessun altro Paese europeo, non riesce ancora a ricavare energia a sufficienza dal fotovoltaico e dall’eolico, né dall’idroelettrico, dalla geotermia e dalle biomasse. La transizione ecologica è in corso, ma non si sa quando mai finirà. E lo stesso ministro Cingolani vagheggia un “nucleare verde” di là da venire. Mentre l’Enel, guidato dall’amministratore delegato Francesco Starace, ha imboccato con decisione e coraggio la strada delle fonti rinnovabili, l’Eni continua imperterrito a chiamarsi Ente nazionale idrocarburi e il suo ad Claudio Descalzi annuncia che dovremo usare il gas e il petrolio ancora per molto.

“Ora lo Stato paghi le nostre bollette”, reclama intanto in copertina il settimanale TPI – The Post Internazionale, diretto da Giulio Gambino. E spiega nel sottotitolo: “Luce a gas hanno raggiunto prezzi insostenibili per milioni di famiglie e imprese. La bomba sociale è già esplosa, ma l’Ue tarda a decidere e il governo italiano è immobile. Ecco come si può intervenire subito tagliando il 50% dei rincari, senza aumentare il debito pubblico”. Il giornale ha lanciato anche una petizione popolare, sostenuta da esperti e accademici, già sottoscritta da oltre 90mila cittadini (firma anche tu sulla piattaforma Change.org a questo link).

COVER TPI (gas)

In un’intervista concessa al Fatto Quotidiano Franco Bernabè, ex presidente dell’Eni e oggi presidente di Acciaierie Italiane, ha lanciato l’allarme: “Senza il gas russo, le nostre riserve non basteranno”. E ha sollecitato un piano per le imprese e i servizi essenziali, come gli ospedali e le residenze sanitarie per gli anziani. A suo avviso, “il problema vero è che non esistono soluzioni nel breve periodo: possiamo solo ottimizzare le disponibilità di metano nel corso dell’inverno con una strategia di razionamenti che minimizzi i danni”.

In questa situazione d’emergenza, torna in auge una parola che appartiene all’economia di guerra, come Amate Sponde aveva anticipato nelle settimane scorse (https://www.amatesponde.it/lora-del-razionamento/). Razionamento significa riduzione e limitazione dei consumi, tramite una distribuzione controllata dell’energia per fasce giornaliere e orarie, a partire proprio dal riscaldamento. Un’esperienza che hanno vissuto le generazioni precedenti, quelle dei nostri nonni e dei nostri padri, ma a cui noi siamo del tutto impreparati. E che rievoca, sul piano psicologico, la “paura del buio” a livello collettivo.

Tanto vale, allora, cominciare subito a risparmiare energia, per evitare i consumi superflui e gli sprechi, come questo sito aveva già invitato a fare autonomamente, ricordando l’austerità del 1973 e le domeniche a piedi, all’epoca della “guerra del petrolio” (https://www.amatesponde.it/austerita-energetica/). Nel breve periodo, questa è l’unica strada praticabile per fare fronte alla crisi in atto.

TERMOSIFONI

“Usare meglio l’energia elettrica ti conviene”, è lo slogan della campagna d’informazione lanciata da Enel. (https://www.enel.it/it/supporto/faq/essenzialmente-residenziale?ecid=dem-unica-riduzione_consumi-2022-v00). Sotto il titolo “Accendi nuove opportunità”, segue una serie di regole semplici e di consigli pratici:

  • Scollega gli alimentatori dalle prese elettriche quando non li utilizzi.
  • Evita di lasciare accesi oggetti in modalità stand by.
  • Non dimenticarti di sbrinare frigo e congelatore appena compaiono formazioni di ghiaccio.
  • Avvia gli elettrodomestici solo a pieno carico e quando puoi nella fascia oraria più conveniente.
  • Utilizza lampadine a LED.
  • Regola opportunamente la temperatura degli ambienti senza eccessi.
  • Conserva la temperatura ottimale raggiunta evitando dispersioni.
  • Scegli, se puoi, il piano a induzione per cucinare e le pompe di calore per riscaldare.
  • Scegli, se puoi, elettrodomestici con una classe energetica elevata.

Prima che arrivi il razionamento, converrà cominciare a risparmiare energia, riducendo autonomamente i consumi nella vita quotidiana e in quella domestica. Ognuno di noi, se vuole, può già farlo da solo.

 

 

 

 

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