La chiamano “Autostrada dei Parchi”, perché attraversa il Parco nazionale del Gran Sasso e quello della Maiella, collegando il Lazio e l’Abruzzo. Dal 2000, i 281 chilometri della Roma-Pescara-L’Aquila-Teramo dell’A24 e dall’A25 sono affidati in concessione al Gruppo Toto fino al 2030. Ma il 7 luglio scorso il governo Draghi l’aveva praticamente revocata con un decreto per “grave inadempimento”: cioè per la mancate manutenzioni che sono particolarmente necessarie in due tratti stradali a forte rischio sismico. E ora il Consiglio di Stato, riformando due decisioni emesse dal Tar del Lazio in via cautelare, ha restituito la gestione all’Anas. Il Tribunale amministrativo si pronuncerà nel merito in un’udienza già fissata per il prossimo 20 settembre.
Ai Toto, che chiedevano due miliardi e mezzo per rinunciare in anticipo alla concessione, spetta un indennizzo previsto dal Codice degli appalti, stimato in 500 milioni di euro nel decreto, da cui andranno però detratte le rate che SdP non ha ancora versato. Il contenzioso nasce nel 2009 con il terremoto dell’Aquila e peggiora con quelli delle Marche, del Lazio e dell’Umbria del 2016. L’intero tracciato, infatti, va messo in sicurezza ed è proprio su questo punto che è iniziato il rimpallo tra ministeri, governo, Parlamento, Consiglio di Stato, i tre commissari e le procure della Repubblica di tutto l’Abruzzo.
Chi deve pagare il conto dei lavori, per un importo complessivo di circa 6 miliardi? Dovrà farlo lo Stato, ma i vari governi non hanno mai trovato un accordo soddisfacente con il concessionario sul Pef (il Piano economico e finanziario), scaduto da 9 nove anni. E così è arrivata la revoca per decreto.