L’energia ricavata da biomasse forestali, vale a dire dal taglio degli alberi e della vegetazione boschiva, catalogata come rinnovabile dalla Commissione europea al pari del gas e del nucleare, viene sovvenzionata dagli Stati membri con circa 17 miliardi di euro all’anno. Ma ora 120 organizzazioni non governative denunciano che questa fonte mette a rischio le foreste europee. E perciò chiedono all’Europarlamento di fermare i sussidi, quando voterà sulla Direttiva rinnovabili il 13 settembre prossimo.
Lo rivela la video-inchiesta “L’affare dei tagli boschivi”, girata in Italia e Romania e realizzata in collaborazione con il programma Spotlight di Rainews e con Il Fatto Quotidiano, trasmessa venerdì 15 luglio sul canale all news della Rai. Gli autori del documentario hanno ricostruito il percorso del legno bruciato nelle centrali a biomasse forestali in Calabria, dov’è prodotta oltre la metà di energia di questo tipo nel nostro Paese, in Sicilia e in Sardegna. E hanno scoperto così che oltre 300mila tonnellate l’anno di cippato, cioè di legna ridotta in scaglie, vi arrivano per nave e più della metà partono dalla Toscana.
L’ong Transport & Environment ha calcolato che solo per il trasporto del cippato via mare nel 2021 sono state prodotte oltre 4000 tonnellate di Co₂. La cronista del Fatto Quotidiano, Ludovica Jona, è entrata nell’area protetta del Belagaio (Grosseto), dove alcuni attivisti hanno documentato fenomeni di dissesto idrogeologico, seguiti al taglio di una ditta boschiva che rifornisce centrali a biomasse e dove è in corso un processo per violazione di norme forestali. E ha fatto un sopralluogo anche a Strongoli (Crotone), dove si trova uno dei più grandi impianti a biomasse forestali d’Europa: l’Azienda Sanitaria Provinciale (Asp) è intervenuta per tutelare i cittadini da polveri e rumori.
In Romania, dove si trovano le ultime foreste vergini d’Europa e diverse guardie forestali sono state uccise dalla “mafia del legno“, la giornalista ha seguito l’attivista ambientale Tiberiu Boșutar, che nel settembre scorso ha subito un tentato omicidio, in un’azione di denuncia di tagli boschivi illegali. Mentre il governo rumeno promuove la conversione di centrali a carbone in centrali a biomasse legnose, una professoressa di Silvicultura dell’Università di Suceava avverte: “Questo aumenterà sicuramente i tagli boschivi illegali”.
E Giacomo Grassi, membro dell’Ipcc (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) e co-autore del rapporto della Commissione Europea sull’energia da biomasse forestali, ha spiegato alla stessa cronista che questa fonte è ecologica solo se si bruciano residui del legno che sarebbero comunque tornati in atmosfera. A suo parere, “il rischio è che i sussidi alla bio-energia, incentivino un uso eccessivo del legno”.
Il documentario trasmesso da RaiNews rivela, inoltre, che i sussidi alle centrali a biomasse legnose costituiscono oltre il 60% del fatturato degli impianti e che la norma che li regola è frutto di un copia-incolla da un documento della lobby del settore. La video-inchiesta “L’affare dei tagli boschivi” è stata realizzata con il contributo finanziario del programma #IJ4EU e di Journalismfund.