Non poteva che chiamarsi UVA ed è l’acronimo di Urban Vineyards Association, il prestigioso club che riunisce undici delle “vigne di città” italiane. L’ultima entrata è la “Vigna di Michelangiolo”, a Firenze, voluta da Maria Fittipaldi Menarini, fondatrice dell’azienda Donne Fittipaldi che conduce nella residenza di Bolgheri con le quattro figlie, Carlotta, Giulia, Serena e Valentina. Ma ormai le vigne urbane, passando per Siena, Palermo e Catania (foto sotto), si diffondono anche all’estero, dai grattacieli di Manhattan al quartiere parigino di Montmartre, dal Palais des Papes ad Avignone ai Canuts di Lione, gli antichi edifici che ospitavano le tessiture.
“Questa vigna – ha raccontato Maria Fittipaldi Menarini a QN Weekend – rappresenta anche la mia infanzia, quando a settembre amavo cogliere gli acini e i grappoli per la tavola. E oggi voglio dare un segno e un senso di continuità a questa casa voluta da mio padre”. Qui, proprio sotto il piazzale intitolato a Buonarroti, Maria metterà a dimora varietà antiche da coltivare ad alberello, come Il Sangiovese, l’Abrostine, il Rasone, il Canalone nero e il Mammolo eletto, con la consulenza dell’agronomo Stefano Bartolomei e dell’enologo Emiliano Falsini. Verranno confezionate mille bottiglie, destinate alle grandi case d’aste per solidarietà.
A Torino, intanto il presidente del club UVA, Luca Balbiano, produce e vende 4.500 bottiglie di Freisa di Chieri (nella foto principale). Ma altre “vigne di città” sono sorte a Venezia, a Siena e in Sicilia. A New York, si chiamano Rooftops Reds. In Germania, si registra il boom dei filari urbani. A Praga, una splendida vigna si trova sotto il Castello. E a Salonicco, in Grecia, ce n’è una di due ettari con 480 varietà piantate. Ma, a parte l’enoturismo culturale, queste vigne urbane in mezzo al cemento e all’asfalto rappresentano anche un modo per difendere l’ambiente e rendere le città più verdi.