Con un intervento pubblicato sul Fatto Quotidiano, e firmato a nome di Italia Nostra-Versilia, Giovanni Maffei Cardellini denuncia quello che definisce “uno scempio dall’alto” ai danni del Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli, in provincia di Pisa (Toscana). E questa volta, non si tratta di cemento o di abusivismo, ma di un insediamento militare autorizzato dal governo che minaccia un’area protetta, oasi della Lipu (Lega italiana protezione uccelli), con un lago e una zona palustre. Vediamo di che cosa si tratta.
Scrive l’autore, ex presidente del Parco: “Con Decreto del Presidente del Consiglio del 14 gennaio 2022 (dunque ben prima della guerra in Ucraina) pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 23 marzo, è stata dichiarata “opera destinata alla difesa nazionale” la nuova sede del Gruppo intervento speciale, del 1° Reggimento Carabinieri paracadutisti “Tuscania” e del Centro cinofili. Poche parole che nascondono un grosso intervento, una specie di cittadella militare posta nella Tenuta di Coltano all’interno del Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli, in provincia di Pisa. Per non avere dubbi sulla rapida realizzazione dell’opera, di cui in realtà si sa poco o nulla salvo la dimensione spropositata per quel contesto agricolo e isolato nel paesaggio della pianura, si applicano le misure di semplificazione procedurale previste dall’art. 44 del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, convertito con modificazioni dalla legge 29 luglio 2021, n. 108”.
A giudizio del rappresentante di Italia Nostra, questo “è un decreto che promuove uno scempio dall’alto, che passa sopra la testa del Parco e delle amministrazioni locali. Uno scempio territoriale contro una storia amministrativa lunga e faticosa. La Regione Toscana istituì il Parco nel 1979 proprio per affidare alla pianificazione territoriale a parco l’assetto di un territorio sottoposto a fortissime spinte speculative. Un Parco che doveva offrire un modello di sviluppo alternativo alla fabbrica in crisi e a un turismo che consumava territorio e risorse. Ancora una volta invece, senza una motivazione se non la proprietà dei suoli, si usa la scorciatoia amministrativa, in contrasto con tutti gli atti di pianificazione vigenti: un pessimo esempio per l’intera società civile”.
Ma l’ex presidente del Parco non si ferma qui. E incalza: “È uno scempio soprattutto contro i luoghi e la loro storia secolare, che solo la presenza del Parco può valorizzare. Siamo all’interno di una Tenuta Medicea, poi Granducale, poi Reale, infine ceduta all’Opera Nazionale Combattenti per bonificare le grandi aree palustri (in una delle quali dovrebbe insediarsi il complesso militare: speriamo che si portino gli anfibi…). Un luogo delle meraviglie, con la Villa Medicea del Buontalenti, i granai e gli edifici storici, luogo di cacce e di allevamenti con grandi alberature in filari, le Ragnaie, nel quale si è esercitata nel tempo una agricoltura che oggi può riconvertirsi, da industriale in biologica, sfruttando la presenza del Parco. Qui Marconi aveva la sua base, ma anche Ezra Pound e tanti personaggi, ristretti nei campi nell’immediato secondo dopoguerra, contribuiscono all’anima varia e complessa di questo territorio che determina il senso profondo della presenza del Parco. Non capirlo significa limitare e confinare l’idea del parco alla sola tenuta di San Rossore”.
Conclude l’intervento pubblicato sul Fatto Quotidiano: “Nel caso specifico del Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli, per le Autorità nazionali la vera funzione è quella di palestra militare: la base americana di Camp Darby con un intervento in corso di oltre 40 milioni di dollari per barriere anti-deflagrazione nel bosco (riserva Unesco) alte 13 metri e larghe 6 metri; il Camen (o come si chiama ora) con le varie scorie nucleari, (sempre nella Riserva Unesco); la bocca d’Arno occupata dagli Arditi del Col Moschin, che ritrovi a tutte le ore in San Rossore in assetto di guerra che si esercitano ad orientarsi e ad attaccare gli immobili in disuso; la Bocca di Serchio (Sito di interesse comunitario) con il poligono di tiro in uso parecchi mesi l’anno. Speriamo che almeno a Coltano i cani del Centro cinofili insegnino qualcosa a proposito di natura e territorio”.
E il direttore del Parco, Andrea Gennai, paventa addirittura il pericolo di un’altra “Terra dei fuochi” a causa dei rifiuti, anche tossici, che vengono bruciati illegalmente (vedi link qui sotto):