LAGO BRACCIANO A SECCO: ROMA, CAPUT MUNDI SOTTO L’INCUBO SICCITA’

LAGO BRACCIANO A SECCO: ROMA, CAPUT MUNDI SOTTO L’INCUBO SICCITA’

Era la Città eterna, Caput mundi, quando costruiva le strade e gli acquedotti in tutto l’Impero. Ma adesso rischia di restare a secco, senza pioggia e senz’acqua. Il lago di Bracciano, la riserva idrica di Roma, è vuoto; il fiume Tevere in diversi tratti è asciutto; e l’incubo della siccità minaccia anche la Capitale oltre al Nord Italia.

Lo stato di all’erta, dopo tre mesi senza pioggia, è già scattato. Ed è proprio il lago di Bracciano a destare le maggiori preoccupazioni. Da un anno, il bacino di acqua potabile della Capitale non cresce più. I prossimi due mesi, secondo gli esperti, possono essere decisivi.

“Appena una settimana fa – scrivono Mirko Polisano e Chiara Rai sul Messaggero – la quota del livello dell’acqua è arrivata sotto i 104 centimetri, mentre lo zero idrometrico è fissato a 163,04 metri sul livello del mare che è il limite per lo sversamento naturale del lago nel fiume Arrone”. Se prima di giugno dovesse abbassarsi di altri 10 centimetri, arriverebbe a 161,90 metri sul livello del mare e quindi sotto il limite fissato per le captazioni (161,90 metri). E invece, le acque del lago dovrebbero aumentare di almeno 20 centimetri all’anno per raggiungere un livello di sicurezza.

La data di riferimento è il 2017. A marzo di quell’anno, il lago si trovava sotto i 112 centimetri e si rischiò una crisi nell’approvvigionamento di acqua potabile. Ora è al di sotto dei 104, poco meglio di allora ai fini del travaso naturale. “Di questo passo – commenta sullo stesso quotidiano il geologo Alessandro Mercali, consulente del Parco Regionale di Bracciano – la curva della crescita è piatta. Se il livello si mantiene stabile con il segno meno, il suo processo di guarigione potrebbe diventare un miraggio”.

SICCITA' ROMA 2

In una condizione di sofferenza si trovano anche i fiumi intorno a Roma e in tutta la regione. “Nel Lazio – dichiara Angelo Ruggeri, meteorologo dell’Ampro (Associazione Meteo Professionisti) – il Tevere mostra una situazione in linea con gli inverni più siccitosi e anche i suoi affluenti presentano un livello basso per il periodo”. E oltre alla fornitura di acqua potabile, questa carenza mette a rischio anche l’irrigazione dei campi per la produzione agricola.

 

 

Se il Nord piange, dunque, Roma non ride. La siccità incombe su tutta la Penisola, senza risparmiare neppure la Capitale, mentre i suoi “nasoni” (le fontanelle stradali con i rubinetti sporgenti) continuano a sprecare acqua in continuazione. E intanto I cambiamenti climatici, prodotti dall’inquinamento atmosferico e dalle emissioni nocive di gas serra, provocano il riscaldamento dell’intero pianeta. Anche in questo senso, oggi Roma è Caput mundi.

 

 

 

 

 

 

Share this: